Torniamo a parlare di temi, torniamo a vincere

20 Febbraio 2015 Torniamo a parlare di temi, torniamo a vincere

Sono dieci anni che assistiamo, inermi, alla vittoria del centrosinistra nella nostra Regione. Un centrosinistra che non ha alcun merito, che non ha medaglie né stellette da vantare. I numeri parlano chiaro: 1,8 miliardi di euro di tasse aggiuntive regionali, una sanità diventata un lusso, tanto che l’11% dei pugliesi ha rinunciato a curarsi; rifiuti in ogni dove, pannelli fotovoltaici nelle campagne, pale eoliche come spilli che pungono il nostro bel paesaggio, discariche e rifiuti tossici, aria e acqua inquinata, come se la Regione fosse una pattumiera a cielo aperto e nel frattempo hanno imposto anche l’ecotassa. Il connubio strettissimo, quasi un sodalizio, tra gestori delle discariche e malavita. E ancora: disoccupazione giovanile che sfiora il tasso record in Italia del 47,9%, imprese che chiudono, corruzione negli enti locali, un’occupazione di posti di potere con sprechi enormi con cui alimentare le macchine elettorali. Una Puglia e il Salento che dall’impresa al lavoro dipendente, ha abbassato il sipario, complice anche il susseguirsi di governi nazionali targati Pd che hanno peggiorato ogni cosa: dal rapporto con Equitalia, che continua a mordere ferocemente ogni attività che, miracolosamente, resta in piedi; alle tasse e i servizi. Nulla di questa sinistra pugliese è opportuno conservare. Eppure, pur essendo un esempio di grande malgoverno e di corrosione del patrimonio pubblico per scopi elettorali, la sinistra ha continuato inarrestabile a vincere le elezioni. Un motivo ci sarà. Dalla perdita della rappresentatività dei partiti, che hanno sofferto una crisi generale di fiducia e di consenso, alla disattenzione verso i temi che caratterizzano uno schieramento dall’altro. Gli imprenditori, i lavoratori, le partite iva, i commercianti, i liberi professionisti,i medici, il terzo settore… tutti ci chiedono di tornare a guardare con il laternino ad un coacervo di problemi che si sono annidati nel tempo. Abbiamo bisogno di una Regione davvero sburocratizzata, di una Puglia e del Salento affascinante ed attrattiva per gli investitori. Ergo, rivedere tutte le procedure per i permessi e le licenze: non è possibile che per aprire un’attività economica ci vogliano anni di permessi. Ci vogliono poche regole ma certe, che possano garantire un semplice ingresso nel mercato economico regionale nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Tutto questo oggi non avviene. A Taranto si continua a morire con i fumi dell’Ilva. E la sinistra è arrivata con il decreto Renzi ‘Salva Taranto’ che, anziché salvarla, rischia di far fallire tutto l’indotto di piccole e medie imprese debitrici dello stabilimento. Che centrodestra vogliamo? Vogliamo un centrodestra che non abbia paura di esprimersi sulla Tap, su Cerano, sulle trivelle, sull’Ilva, sui rifiuti. Vogliamo qualcuno che ci torni a parlare di cultura e senza una politica sempre protesa a monopolizzare le attività culturali, che devono essere libere da ogni condizionamento per produrre davvero una crescita della comunità. Un centrodestra che recuperi il meglio della sua tradizione liberale, moderata e moderna. Che sappia dare un calcio sonoro ai clientelismi che si sono moltiplicati in questi anni nel pubblico, escludendo ogni forma di vera meritocrazia. Un centrodestra che sappia essere la speranza reale per un futuro, che abbia una visione della Puglia e del Salento,prima ancora che di potere. Non abbiamo bisogno di grandi idee, ma di persone perbene e credibili , appassionate impegnate a favore dei cittadini , che decidano di rimboccarsi le maniche e rifondare la vita quotidiana nel territorio. Io ci spero sempre e come me tante persone.

Lecce, 20 febbraio 2015

di Paolo Pagliaro