Le Terme di Santa Cesarea sono un tesoro trascurato e mortificato

5 Luglio 2017 Le Terme di Santa Cesarea sono un tesoro trascurato e mortificato

Parliamo di un’altra delle gemme del Salento, le Terme di Santa Cesarea: il socio di maggioranza è la Regione Puglia che detiene il 50,49% delle quote azionarie, la restante parte è del Comune di Santa Cesarea. Il centro fu valutato dalla giunta Vendola come opera non strategica, stesso giudizio confermato dall’attuale governo Emiliano, ed i fondi da destinare alla struttura sono ridotti al lumicino a causa della spending review. Il Comune vorrebbe acquistare le quote societarie della Regione  per poter dare un volto nuovo ed avere l’autorità giusta per svoltare. E potrebbe essere una soluzione ma non la soluzione certa. Ci vorrebbe un piano di investimento studiato appositamente per espandere questa grande risorsa; si potrebbe ad esempio creare un impianto di collegamento in grado di portare le acqua termali in tutte le strutture ricettive della zona, in modo da sfruttare al massimo le risorse, mettendole a disposizione della domanda che innegabilmente non manca; inoltre dovrebbero essere riaperte tutte le strutture annesse collegate e dare vita alla realizzazione di nuove forme di benessere da offrire agli utenti che potrebbero raggiungere Santa Cesarea Terme tutto l’anno, da tutto il mondo. Se ci voltiamo indietro non possiamo fare a meno di pensare alle perdite causate dalla mala gestione regionale, che solo due anni fa erano pari a oltre un milione e mezzo di euro a chiusura dell’esercizio 2015. Tutto questo senza entrare nel merito del “Mammoccione”; menzioniamo soltanto il nuovo centro termale di Santa Cesarea, nato per diventare la punta di diamante di tutto l’indotto, che non è mai stato ultimato ma è stato abbandonato a se stesso tra gli sprechi figli sempre della stessa madre: la mancanza di una visione politica che sappia gestire la cosa pubblica nell’interesse del proprio territorio.  Ricordiamo che nell’attuale Regione Puglia i centri termali sono Margherita di Savoia, Torre Canne e Santa Cesarea con differenze notevoli che pongono al centro delle tre proprio la struttura più a sud del Salento.  A Margherita di Savoia si sfruttano le acque madri che arrivano direttamente dalle Saline, mentre a Torre Canne si sfruttano le acque sulfuree che fuoriescono da una decina di sorgenti.  Per arrivare a Santa Cesarea dove l’offerta è altamente superiore perché dalle quattro grotte naturali Gattulla, Fetida, Sulfurea e Solfatara sgorgano acque clorurate, solfuree e iodiche, utili alla cura di malattie della pelle, dell’apparato respiratorio, dell’apparato urinario e dell’apparato locomotore. Mai come in questo momento storico, di passaggio, in cui la crisi economica mondiale sta mettendo in serio pericolo l’economia della nostra nazione, questo grande tesoro potrebbe rappresentare una manna caduta dal cielo per il nostro territorio. E qui ritorniamo con la solita proposta, l’unica in grado di rimettere in piedi l’economia del Salento.Pur volendo comprendere tutte le difficoltà del Governo regionale, dobbiamo rimarcare quello che diciamo da sempre: il Salento e la Puglia sono due regioni completamente differenti, con delle priorità diverse, e noi abbiamo bisogno della nostra autonomia per poter crescere.  Abbiamo bisogno di una cabina di regia che abbia il potere, le risorse, la visione, l’autorità, le competenze, la forza, il coraggio, le idee e la volontà di fare una politica legata ai propri bisogni, una politica disegnata addosso alle risorse che la nostra terra offre e che riuscirebbe ad allontanarci dal pantano della crisi permettendoci di guardare al futuro dei nostri figli con ottimismo. Immaginate quello che potrebbe diventare il centro con la Regione Salento.  Diventerebbe il fiore all’occhiello della nostra economia turistica. Guardando in faccia la realtà il concetto è chiaro: la gestione da parte della Regione Puglia è stata deleteria, perché Bari è troppo lontana da Santa Cesarea e strada facendo gli interessi sono altri e non certo quelli di salvaguardare le ricchezze del Salento.  Vivere in una terra baciata da madre natura  che ci ha regalato veri gioielli da valorizzare rendendoli motori dell’economia locale e non riuscire a farlo per colpa di una politica minuscola, ed avere la soluzione a tutto questo e non riuscire ad attuarla per la cecità di una classe politica assorbita dal carrierismo e schiacciata dal “nonpuotismo” , è una colpa che non può ricadere sul futuro dei nostri figli.

5.7.17

Lecce, 5 luglio 2017

Paolo Pagliaro