Autonomia, referendum in Puglia? Forza Italia gela Salvini

18 Agosto 2017 Autonomia, referendum in Puglia? Forza Italia gela Salvini

“Questi referendum non sono il modo giusto per ottenere l’autonomia”. La mia intervista di Affaritaliani.it

Lombardia e Veneto chiedono l’autonomia con un referendum consuntivo che si terrà il 22 ottobre, Salvini strizza l’occhio anche al Sud affermando di voler estendere il progetto ed Emiliano, presidente della Regione Puglia dice di non capire quali siano le intenzioni del leader Leghista. Abbiamo intervistato Paolo Pagliaro dell’Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia, Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali e Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia per il partito azzurro, uomo di punta e grande conoscitore della materia che da anni propone il rimodernamento della macchina amministrativa.

• Il 22 ottobre in Lombardia e Veneto si terrà il referendum consuntivo per l’autonomia, cosa ne pensa, che idea si è fatto e cosa cambierà nel caso in cui dovesse vincere il “Sì”.

«È solo un referendum consultivo che servirà a chiedere ai loro cittadini il parere per trattare col Governo un progetto per aumentare il numero di materie su cui la regione ha competenza, come previsto dall’articolo 116 del titolo V della Costituzione che regola i rapporti tra stato e autonomie locali. In caso di vittoria del Sì Lombardia e Veneto andrebbero a sbattere i pugni sul tavolo governativo, ma la strada verso l’autonomia e il federalismo sarebbe ancora lunghissima da percorrere e non è questo il modo giusto per farlo».

• Forza Italia appoggerà il “Sì” eppure essendo uno dei maggiori partiti nazionali non dovrebbe guardare soltanto a due regioni. Questa decisioni potrebbe avere ripercussioni negative sugli elettori del sud?

«Non c’è nulla di strano sul fatto che FI appoggi un alleato in un percorso utile per creare le basi di un federalismo, vero è però che non è questa la strada giusta, e non è giusto che venga istituita una consultazione referendaria soltanto per due regioni. È l’ennesima perdita di tempo che non porterà da nessuna parte. Vero è, però, che il Presidente Berlusconi, sempre attento, ha già affermato che vorrebbe estendere questo progetto al Sud. Ovviamente se proprio si vuole percorrere la via referendaria, deve essere estesa a tutta la nazione».

• Salvini ha detto che vorrebbe proporre il referendum consuntivo anche per la Puglia, mentre Emiliano ha replicato dicendo di non aver capito quello che vuol dire Salvini. Cosa ne pensa?

«Salvini è un furbacchione, mentre al Nord ottiene i consensi seguendo la solita strada, prova a gettare le basi ad un progetto che miri a raccogliere i voti di quella parte di elettorato del sud scontento della politica locale. E qui posso trovarmi d’accordo con Emiliano che chiede di cosa parli il leader leghista. Nemmeno lui sa realmente di cosa parla, ma ad entrambi glielo possiamo spiegare noi cos’è il federalismo, e quali possono essere i vantaggi di un progetto che dovrebbe essere sposato trasversalmente da tutte le parti politiche. Anche perché quando Salvini parla di Federalismo fiscale, ogni volta, dimentica di dire una cosa importantissima: le tasse dovrebbero essere pagate dalle aziende nei territori in cui producono reddito e non nelle città in cui hanno la sede legale, questo sarebbe un grosso vantaggio per il Sud e lo riscatterebbe di anni e anni di colonialismo economico da parte di aziende del Nord e dalle multinazionali”.

• Lei è un liberale, un forzista, un federalista, e da tanti anni propone il riordino territoriale che potrebbe ridisegnare i confini geografici dell’Italia. Ci spieghi perché questa potrebbe essere una buona idea.

«Sono un liberale e di centrodestra, che ha trovato in Forza Italia il partito ideale e la casa nella quale esprimersi meglio, questo grazie alla grande visione politica del nostro leader Silvio Berlusconi; e sono convinto che bisogna attuare il federalismo per dare autonomia ai territori rendendoli tutti uguali ed omogenei soprattutto con diritti uguali per tutti i cittadini. Non si può attuare un vero federalismo se avremo regioni di nove milioni di abitanti e regioni di trecentomila abitanti e regioni a statuto speciale. Bisogna rimodernare lo stato con un mosaico istituzionale leggero e funzionale e abolire tutti gli sprechi. Il modello è quello elvetico al quale ci si è ispirati nella nostra costituzione seguendo il pensiero del federalismo liberale di Carlo Cattaneo anche in tema di pesi e contrappesi contro il rischio di centralizzazione statalista ancora attuale della sinistra. Oggi l’Italia è formata da 20 regioni disomogenee di cui 5 a statuto speciale, poi ci sono 110 Province che dopo la riforma beffa di Delrio non hanno prodotto nessun beneficio, e infine 10 città metropolitane e ne sono previste altre 7, quello che dobbiamo fare, per forza, se vogliamo rimettere in piedi il paese, consiste nel taglio dei costi della politica che saranno circa del 50% se dismettiamo quest’enorme carrozzone che ormai dissangua le casse dello stato. Fare tutto questo è molto semplice e forse per questo la classe politica non vuole capirlo: si chiama riordino territoriale ed è quello che proponiamo da tantissimo tempo, è la madre di tutte le riforme. Grazie ad uno studio della Società Geografica Italiana abbiamo la soluzione a portata di mano: proponiamo 31 dipartimenti ( regioni ) omogenei, di dimensioni ottimali e virtuosi, efficienti, fuori dai privilegi e dagli sprechi, partendo da nuovi statuti e funzioni chiare, creati tenendo conto delle trasformazioni avvenute negli ultimi anni, cancellando, così, in modo definitivo le Province, le Regioni e tutti gli enti inutili  come le società partecipate, comunità montane, aree vaste, aro, ato, gal, etc. In questo modo aboliremo veramente e non in maniera fittizia province e regioni rifacendoci agli standard dei Paesi occidentali più evoluti. Ed è giunto il momento di farlo. Venga a parlare di questo Salvini, venga a parlare con noi, in maniera seria e poi glielo spieghiamo anche ad Emiliano cosa significa dare la possibilità ai nostri figli di riprendersi il futuro».

Lecce, 18 agosto 2017