La Costituzione compie 70 anni. E’ giunta l’ora per parlare di riordino territoriale

27 Dicembre 2017 La Costituzione compie 70 anni. E’ giunta l’ora per parlare di riordino territoriale

La nostra Carta Costituzionale compie settant’anni; dopo 18 mesi di lavoro dell’Assemblea Costituente venne firmata proprio il 27 dicembre del 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Ancora attuale, ancora bellissima ma bisogna ristrutturarla. È giunta l’ora per parlare di riordino territoriale, utile a ridare ai salentini quello che è giusto, e per consegnare al Salento l’autonomia che gli permetterebbe di svilupparsi, divincolandosi da un “baricentrismo” soffocante che ne ha limitato la crescita, continua, è sempre attuale, e bisogna ricordare ai più giovani oppure a chi lo ha dimenticato oppure non l’ha mai saputo che durante i lavori dell’Assemblea Costituente nella seduta del 17 dicembre 1946 la proposta di istituire la “Regione del Salento”, dopo la relazione  dell’on. Giuseppe Codacci Pisanelli, autore e promotore dell’autonomia per la sua e nostra terra,  venne approvata ma successivamente fu cancellata a causa di accordi di potere tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano in difesa dei forti interessi economici baresi. Principale artefice di questo accordo con Togliatti fu il magliese Aldo Moro. Mettendo da parte il dramma e l’orrendo delitto di cui fu vittima Moro non possiamo dimenticare che la sua azione politica è sempre stata nemica del Salento e il suo pensiero insieme al suo operato sono stati sempre a favore di Bari, senza dimenticare che fu proprio lui a volere l’Italsider a Taranto, portandoci nel Salento tutto quello che da altri parti non accettarono; ci sarebbe tanto da raccontare come ad esempio l’ostilità che dimostrò nei confronti della nascita dell’Università del Salento voluta proprio da Codacci Pisanelli che però riuscì a vincere la battaglia. Proviamo ad immaginare quello che sarebbe stato il futuro della nostra terra senza quel colpo di spugna, proviamo a pensare cosa sarebbe oggi il Salento: avrebbe l’autostrada fino a Lecce, non ci sarebbe Cerano, non saremmo stati avvelenati dall’Italsider, e non avremmo Tap, e poi alta velocità, Aeroporto del Salento non secondario rispetto a Bari , piano dei trasporti regionale tutto per il Salento. Saremmo stati gli artefici di questo nostro presente in cui dobbiamo lottare a denti stretti contro il potere barese.La Puglia non esiste storicamente e geograficamente ma fu creata soltanto per una scelta burocratica che non rispettò affatto le tre entità storiche e geografiche diverse che raggruppò e cioè la Daunia, la Peucezia e la Messapia: usi e costumi diversi, dialetti diversi, peculiarità diverse, economie diverse, esigenze diverse e quindi ci vorrebbero delle cabine di regia diverse. Il Salento fu cancellato dalla storia e dalla geografia. Il Salento è già una regione. È l’undicesima su ventuno per numero di abitanti, 1.800.000, più di Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli, Trentino, Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta. E questi numeri non possono essere soffocati da una politica che continua a svantaggiarne lo sviluppo e che ha fatto diventare questo territorio la Cenerentola d’Italia.Per questi motivi rilanciamo questo progetto ogni giorno e combattiamo per raggiungere un risultato che potrebbe cambiare il futuro dei nostri figli. Ovviamente c’è un’evoluzione del progetto che dovrebbe interessare tutto il Paese e  impegnare in maniera trasversale tutti. Il perché è presto detto: l’apparato amministrativo italiano con i suoi 16000 enti è il più caro e il più inefficiente d’Europa. Bisogna mettere mano alla Costituzione. I tempi sono maturi per un riordino territoriale, quello studiato, redatto e proposto dalla Società Geografica Italiana, commissionato dal Movimento Regione Salento, che prevede un taglio netto di enti inutili e costi. L’Italia ha 20 regioni, di cui 5 a statuto speciale, 110 province, 17 città metropolitane e tanti enti inutili come società partecipate, comunità montane, aree vaste, aro, ato, gal, etc., con il riordino territoriale cancelleremmo tutti questi enti inutili, le provincie e le regioni e ridisegneremmo i confini territoriali, generando un risparmio di oltre il 50% oltre ad avere una semplificazione nell’erogazione di servizi. Lo schema finale ci consegnerebbe un Paese con 31 regioni omogenee, di dimensioni ottimali e virtuose, efficienti, fuori dai privilegi e dagli sprechi, partendo da nuovi statuti e funzioni chiare, create tenendo conto delle trasformazioni avvenute negli ultimi anni. Soltanto 31 enti e via tutto il resto. Questa è la madre di tutte le riforme e permetterebbe realmente di cancellare tutte le provincie che dopo la farlocca riforma Delrio sono diventante veramente inutili. Bisogna avere il coraggio di guardare al futuro in maniera concreta. Il riordino territoriale è il primo passo, il più importante, che la Politica deve fare per dimostrare a tutti che ci tiene alle sorti del Paese e al suo sviluppo e vuole farlo diventare moderno, giusto ed efficiente, e vuole creare le basi per fare in modo che le generazioni future non siano più costrette a fuggire via dalla nostra nazione in cerca di fortuna. Riordino territoriale e Regione Salento non devono essere un sogno di tanti ma devono diventare una realtà per tutti.

Lecce, 27 dicembre 2017

Paolo Pagliaro

Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia

Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali

Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia