Le dimissioni di Salvemini sarebbero un atto d’amore per la città

6 Dicembre 2018 Le dimissioni di Salvemini sarebbero un atto d’amore per la città

Ho letto con attenzione l’intervento di Monsignor Seccia e concordo sulle tante problematiche di Lecce e sul fatto che ci vuole un piano di solidarietà  capace di rilevare l’aumento della povertà; non lasciare nessuno indietro e aprire le braccia a chi soffre deve essere l’obiettivo primario della nostra città. 
Soltanto su un passaggio non mi trova d’accordo, sul consiglio che dà a Carlo Salvemini, chiedendogli di non dimettersi. Il Sindaco dovrebbe dimettersi perché non ha i numeri e perché la sua amministrazione ha fallito.
Questa maggioranza non sarebbe mai dovuta esistere, perché “l’anatra era zoppa”, solo un premio di maggioranza concesso da una decisione alquanto discutibile ha permesso di dar vita al governo Salvemini-Delli Noci.
Fa sorridere quando il barese governatore regionale dice di aver trasformato un ragazzo di destra in vicesindaco di Lecce. Tutto è teleguidato da Bari, così come è accaduto alla Provincia con Minerva.
Le sorti di Lecce non possono essere decise da Emiliano solo per calcoli di potere mascherati per amore per la città.
Lecce e il Salento non meritano tutto questo, il capoluogo merita un’amministrazione forte e lungimirante che governi risolvendo i problemi della città, e non di una maggioranza che si muove sul filo del rasoio tenuta in piedi da consiglieri di Prima Lecce, eletti con il candidato di Centrodestra, che ogni giorno minacciano di staccare la spina.
La città ha bisogno di serietà , invece è paralizzata da questi giochetti politici ed è diventata anonima, ferma a livello culturale; il fallimento si vede dalle piccole cose alle grandi questioni. 
Vogliamo parlare della superficialità nel gestire la questione sicurezza? E poi, è di una tristezza infinita il loro no alle telecamere negli asili, per passare al piano traffico che ha trasformato Lecce in una città invivibile.
E vogliamo parlare della promessa non mantenuta di smantellare il Filobus? 
Che figuraccia! 
Quest’amministrazione ha fatto tutto quello che doveva fare per mettere in difficoltà anche i commercianti ed i lavoratori.
Quello che è accaduto ai pupari che fino all’anno scorso organizzavano la Fiera ai Teatini e da quest’anno sono stati spostati al Carlo V ma hanno scoperto che non ci sono gli spazi necessari è sintomatico dell’incapacità organizzativa di questo gruppo di maggioranza.
Non c’è visione e programmazione, Lecce a Natale si fa trovare triste, spenta, senza luci, senza eventi, senza attrazioni. 
Dov’è finito il programma elettorale di Salvemini chiamato agenda del cambiamento  con cui  prometteva di innalzare la qualità della vita dei leccesi, di riqualificare gli spazi pubblici e di mettersi al fianco dei cittadini più deboli?
Inconcepibile ogni loro azione, dalle cose elementari tipo la sosta a pagamento nei giorni festivi del periodo natalizio, alla mancata riqualificazione delle marine per le quali il centrodestra, in campagna elettorale, aveva presentato un programma chiaro e ben  definito, e poi la gestione del caso Lupiae, non hanno fatto nulla di buono e di nuovo.
Lecce merita di essere amministrata da persone lungimiranti e capaci, che abbiano capacità manageriali e le conoscenze giuste per creare, che si mettano accanto ai cittadini, che risolvano problemi, che pensino al futuro.
Abbiamo un’idea completamente diversa di città, noi vogliamo far diventare Lecce una città sicura, una città a misura d’uomo, con un’amministrazione attenta agli “ultimi” e capace di risolvere i problemi legati alle povertà, una città che brilli per il suo cuore e per le sue bellezze e che sappia valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale, Lecce deve ritrovare la sua identità con orgoglio tornare a splendere, mentre adesso è anonima, trascurata, insicura.
Ne prenda atto Salvemini, si dimetta, dimostri quell’onestà che lo contraddistingueva, non tenga in piedi questa teatrino, non ha i numeri, ogni giorno ci sarà qualcuno che potrà fare e disfare a suo modo, si dimetta, sarebbe un atto d’amore per Lecce. 
Infine un invito al centrodestra: ritrovi unità, umiltà, si rinnovi, dia un segnale forte, abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che porti linfa vitale nuova lontana dalle logiche del passato.
Lecce merita rispetto non solo dall’attuale amministrazione che dovrebbe andare a casa ma anche dal centrodestra, che in linea con la sensibilità politica e culturale della maggioranza dei leccesi, dovrebbe farsi trovare pronto all’appuntamento con le proprie responsabilità.
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Intervento pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 6 dicembre 2018
Paolo Pagliaro

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