«Abbiamo dato identità al Salento». 30 anni dell’emittente televisiva Telerama

17 Giugno 2019 «Abbiamo dato identità al Salento». 30 anni dell’emittente televisiva Telerama

Di seguito la mia intervista rilasciata al direttore Enzo Ferrari di  Tarantobuonasera.it :

Trent’anni fa nasceva Te­lerama, l’emittente salentina nota per il suo legame indissolubile con il territorio.

Presidente, come è nata Telerama?
«Era il 1989 avevamo tante buone idee ma poche risorse, con passione e sacrificio però iniziammo il nostro percorso che ci ha regalato poi tante soddisfazioni. Telerama è nata dalla voglia di avere nel Salento una televisione professionale che raccontasse le vicende della nostra terra. Venivo dall’esperienza con le radio, in modo particolare con Radio Rama, di­ventata già all’epoca tra le più importanti d’Italia, ma sentivo la voglia di dare un contributo alla crescita sociale, economi­ca e culturale di questo lembo di sud del sud, la mia terra che amo profondamente. L’idea è stata quella di utilizzare la comu­nicazione come leva di sviluppo creando un contenitore Indies; un mio neologismo coniato per spiegare la filosofia della mia televisione: innovazione, tradizione, radi­ci, identità, al passo con i tempi».

In questi trent’anni Telerama è stata punto di riferimento per tutto il Salen­to. E’ stata una tv testimone dei profon­di mutamenti che hanno attraversato il Paese e, in particolare, questa parte della Puglia. Come è cambiato il Salen­to in questi decenni? Come vorrebbe che si proiettasse nel futuro?
«Fino all’avvento di Telerama si parlava solo di Puglia, poi noi abbiamo iniziato a dare lustro e identità al Salento, raccon­tandone la quotidianità, la storia, i colori, gli eventi, lo sport, la bellezza, e le ferite. Abbiamo percorso il doppio binario, inchieste, informazione e valorizzazione del territorio e poi tutte auto produzioni, senza televendite, sempre verso la dire­zione della voglia di riscatto del Salento. Il nostro territorio non è cambiato molto purtroppo in questi anni ma ha iniziato a vivere, è diventato una realtà, e come lo immagino nel futuro? Con una propria autonomia pronto ad essere protagonista dopo aver fatto il Salento adesso dobbia­mo fare i salentini che devono prendere le redini in mano della loro terra».

L’avvento del web e la crisi generale dell’editoria: siamo sicuramente in una fase di transizione. Quale strada si dovrebbe seguire per dare una pro­spettiva di crescita all’informazione territoriale?
«L’avvento del web ci ha messo di fronte ad una realtà nuova, non demonizzo il web ma non lo ritengo, almeno nelle no­tizie, sempre credibile, le fake news e la viralità delle stesse mette in pericolo la veridicità dei fatti. E ritengo che i mez­zi d’informazione più attendibili sono quelli tradizionali perché si avvalgono di giornalisti preparati ed hanno regole ben precise. Le prossime sfide sono quelle di riuscire a stare al passo con i tempi; è difficile ma è una strada che dobbiamo per­correre avvalendoci dei nuovi strumenti. La crisi per tutto il settore è evidente e dobbiamo capire come uscirne».

Telerama ha avuto una esperienza anche a Taranto, con una propria re­dazione. Pensa che questa esperienza possa trovare una nuova declinazione in futuro?
«È stata una bella esperienza, anche se con qualche ombra, ricordo a malincuore l’inaugurazione del Tg a Taranto quando subimmo un vile attentato. Fummo i pri­mi a fare inchieste sui disastri provocati dall’Ilva e non solo. Io non metto mai limiti a quello che in futuro potrebbe accadere anche perché Taranto è una città che ho nel cuore, che amo e che credo sia una delle città più belle del Sud purtroppo sfregiata dalle scelte sbagliate del passato».

L’Italia risulta essere, tra i Paesi occi­dentali, tra i più colpiti per le intimi­dazioni alla libertà di stampa, sia da parte della politica che da parte della criminalità. Crede che nel nostro Paese la libertà di informazione sia davvero a rischio? Come reagire?
«Bisogna alzare il livello di guardia, stare attenti, e fornire un servizio sempre più preciso e puntuale. Informazione e comunicazione sono valori importanti che tutelano la democrazia. Non posso giudicare se nel nostro Paese è più a ri­schio oppure meno, posso solo dire che noi dobbiamo rimanere con la schiena dritta e coraggiosamente, anche quando risultiamo impopolari, dobbiamo svol­gere la nostra funzione con onestà e fare informazione pluralista ed obiettiva, im­pegnata nell’ambito sociale, economico, politico, sportivo e culturale».