Audizione Terme Santa Cesarea: serve gestione manageriale per questo gioiello trascurato del Salento

3 Febbraio 2021 Audizione Terme Santa Cesarea: serve gestione manageriale per questo gioiello trascurato del Salento

Le Terme di Santa Cesarea sono un giacimento prezioso trascurato da troppo tempo, e la pandemia ha solo peggiorato una situazione già compromessa. Una sottovalutazione a cui porre immediatamente rimedio, perché le Terme hanno tutte le potenzialità per diventare il centro della filiera del benessere del Salento.
L’ho ribadito nel corso dell’audizione odierna in II Commissione, dove gli amministratori della Spa Terme di Santa Cesarea sono stati chiamati a dar conto della situazione economica e gestionale della società partecipata, le cui quote dovranno essere dismesse dalla Regione e saranno acquisite dal Comune di Santa Cesarea.
Abbiamo appreso che le perdite, al 31 dicembre 2020, sono state calcolate in oltre un milione di euro. Nel 2019 erano state di 538mila euro, l’anno precedente di 588mila euro.
Una situazione preoccupante che mi addolora, visto il mio legame affettivo con questo autentico paradiso terrestre.
Lo ribadisco: serve una gestione manageriale, e riconosco l’onestà intellettuale del presidente Rocco Bleve, che è un ottimo medico ma che – com’egli stesso ha evidenziato in audizione – non ha le competenze gestionali che un ruolo tanto importante richiede e che non vede l’ora di lasciare. 
Urge un rinnovo del consiglio di amministrazione e la scelta di un manager come amministratore unico. Se l’ipotesi privatizzazione è stata accantonata per mantenere la struttura nelle mani del pubblico, in questo momento cruciale bisogna vigilare affinché le Terme siano affidate in concessione ad un soggetto capace, specializzato nel settore, in grado di effettuare gli investimenti necessari e di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
Bisogna pianificare per tutelare, valorizzare e promuovere questo gioiello. Bisogna pensare e realizzare nuove prospettive di introiti.
Vista l’impossibilità di un aumento di capitale, si faccia in fretta per l’anticipazione delle somme che l’Asl Lecce eroga per le cure in convenzione. Parliamo di circa un milione di euro, utili a tirare fuori le Terme dalle sabbie mobili delle difficoltà di cassa in cui sono scivolate, consentendo innanzitutto il pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti e delle spettanze dei fornitori.
La storia passata è testimone di sprechi ed errori, che hanno determinato una situazione difficile peggiorata poi dall’emergenza Covid. Voglio ricordarne uno su tutti: il cosiddetto Mammoccione, il nuovo centro termale rimasto incompiuto, che in trent’anni è costato 50 miliardi di lire ed ora è abbandonato alla devastazione. Il Comune decida cosa vuole farne, se demolirlo o recuperarlo in qualche modo.
È gravissimo che non si riesca a valorizzare le Terme, snobbate dalle amministrazioni regionali precedenti: mai un governatore della Puglia in visita, per constatare di persona lo splendore e le potenzialità di questo patrimonio di bellezza e salute sprecato. Perché non creare un impianto di collegamento per rendere fruibili le acque termali a tutte le strutture ricettive della zona, sul modello Ischia? Questo farebbe decollare le attività turistico ricettive del Salento, archiviando il modello gestionale obsoleto dell’aerosol. Le Terme possono e devono diventare centrali per uno sviluppo turistico integrato che unisca natura, paesaggio, ristorazione, parchi, cultura. Ma tutto questo resta un libro dei sogni, senza i collegamenti e le infrastrutture necessarie. A Santa Cesarea si arriva attraverso una strada stretta e vetusta, avventurarsi da Maglie in poi è un’impresa. E se si arriva dall’aeroporto di Brindisi, c’è il deserto dei collegamenti. Una situazione che impone l’impegno serio di tutti, per superare la logica del nonsipuotismo che condanna un autentico tesoro a rimanere nascosto”.
Bari, 3 febbraio 2021
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente Mrs