In 4 ore da Lecce a Roma? Fumo negli occhi, il gap resta

17 Marzo 2021 In 4 ore da Lecce a Roma? Fumo negli occhi, il gap resta

La mia intervista oggi sul Nuovo Quotidiano  del 17 marzo 2021:
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• Consigliere Paolo Pagliaro, il direttore Area Sud Rfi Pagone ha promesso ieri treni veloci fino a Lecce anche prima del 2026, cosa ne pensa?
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“Sono solo parole e contentini inutili per una terra che da troppi anni è abbandonata a se stessa. Treni un po’ più veloci non ci bastano, perché il Salento ha bisogno di infrastrutture, non di scelte di ripiego di Rfi che ci vengono propinate come soluzione ai nostri atavici problemi.
Noi abbiamo bisogno dell’alta velocità fino a Lecce e di nuovi binari per la stazione di testa a Lecce.
Qualcuno riesce a spiegarmi perché i salentini devono accontentarsi e non possono avere una nuova linea che permetta di viaggiare a 300 km/h, come la linea Milano-Roma, Venezia-Roma o Bologna-Firenze? Siamo stanchi del ‘nonsipuotismo’, chiediamo solo equità, non privilegi.
Vi sembra normale che, per arrivare a Lecce, ma anche a Brindisi o a Taranto, si debba scendere dal treno ad alta velocità che arriva a Bari, portarsi dietro i bagagli, cambiare binario e aspettare un altro treno per la cosiddetta coincidenza? Questo è ingiusto e umiliante.
Dobbiamo lavorare e combattere per far comprendere che gli investimenti sui collegamenti e le infrastrutture devono essere concentrati per limare le disparità e azzerare il gap con le zone periferiche, e il Salento purtroppo è stato relegato da scelte politiche scellerate al ruolo di cenerentola d’Italia”.
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• Il Recovery Plan come potrebbe dare una svolta ai trasporti del Salento?
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“Questo è un tasto dolente perché sono rimasto meravigliato e deluso quando, leggendo le bozze delle schede del Recovery Plan regionale, mi sono accorto che non è stato previsto alcun intervento per l’alta velocità/alta capacità Napoli-Bari-Lecce-Taranto. Credo che questa sia un’occasione che non possiamo perdere, e a tal proposito ho chiesto che sia data priorità a questo progetto. Ma questa è una battaglia che deve anche andare oltre il Recovery Plan, perché in qualsiasi modo la Regione Puglia deve bussare ad ogni porta, da Roma a Bruxelles, per chiedere le risorse necessarie per cantierizzare quest’opera.
Voglio inoltre sottolineare un’altra anomalia: in un primo momento sono rimasto piacevolmente sorpreso quando Vera Fiorani, presidente e amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italia, ha parlato di alta velocità al sud. Poi però, ascoltando i numeri, mi sono accorto che per il Salento, se non corriamo ai ripari, sarà l’ennesima beffa.
Praticamente su 24 miliardi da investire sulla rete ferroviaria, 14,8 saranno destinati all’alta velocità e di questi 14,8 miliardi il 39%, corrispondenti a circa 5,7 miliardi, andranno al sud ma in gran parte alla Salerno-Reggio Calabria. Quindi per il Salento ? Sembrerebbe nulla ”.
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• Cosa ha fatto e cosa non ha fatto la Regione negli ultimi dieci anni in tema di infrastrutture e collegamenti, e cosa dovrebbe o potrebbe fare?
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“Nei confronti del Salento il nulla assoluto, questo territorio è completamente scollegato dal resto del Paese, a tal proposito abbiamo più volte spiegato che l’Italia inizia a Santa Maria di Leuca e non finisce a Bari. Questo perché una volta arrivati in Puglia, a Bari, raggiungere i comuni del Salento diventa veramente un’odissea. Sembra una cosa da poco ma, per rendersi conto di quello che pensano dei nostri trasporti i turisti che raggiungono il Salento, basta leggere le loro recensioni: parlano di posti bellissimi, di un mare stupendo, di lunghissime spiagge dorate, del barocco e di tutte le meraviglie e le tradizioni ma alla fine, riferendosi ai collegamenti, li descrivono come da terzo mondo. Ed hanno ragione purtroppo.
Nel 2010, con il Piano dei Trasporti del Governo Vendola, furono recise le ali del futuro per questa terra, e ancora oggi non si fa nulla per sanare questa ferita aperta.
Stiamo battagliando anche per avere la metropolitana di superficie, per avere dei collegamenti dall’aeroporto del Salento, abbiamo bisogno di una strada a quattro corsie Lecce-Taranto, di porti e porticcioli, abbiamo bisogno di strade sicure e solo dopo 30 anni vediamo uno spiraglio di luce per la statale 275.
Serve una seria programmazione, una visione lungimirante sulle infrastrutture, senza le quali non si può costruire sviluppo.
Ecco perché non arretreremo di un millimetro su queste questioni. E se sarà necessario porteremo le nostre richieste fino a Roma”