Fusione Presicce-Acquarica: Necessario un primo bilancio per non ripetere errori. L’identità non si baratta per trenta denari

8 Aprile 2021 Fusione Presicce-Acquarica: Necessario un primo bilancio per non ripetere errori. L’identità non si baratta per trenta denari

Dal 15 maggio 2019 i Comuni salentini di Presicce e Acquarica sono diventati tutt’uno. È stata finora l’unica fusione intercomunale realizzata in Puglia. Oggi in Commissione Riforme istituzionali, su mia richiesta, abbiamo tracciato un primo bilancio di questa fusione, per capire se le due comunità ne abbiano tratto effettivo beneficio, viste le molte voci di scontento e dissenso che ho raccolto. 
La verifica di un processo amministrativo avvenuto a seguito di un referendum frettoloso, che si è tenuto a dicembre anziché in primavera come la legge prevedeva, è necessaria e doverosa, per valutare l’utilità di questo percorso di fusione. Bisogna mettere sul piatto della bilancia vantaggi e svantaggi di quest’operazione, alla luce dell’insofferenza che serpeggia fra i cittadini, pur coscienti che non si potrà tornare indietro prima di tre anni. S’impone un ragionamento sulla disciplina che regola le aggregazioni di Comuni, e credo si debba stabilire anche un quorum per la validità del referendum sulla fusione, visto che a quello del dicembre 2018 si registrò una partecipazione molto bassa: il 34,28 ad Acquarica del Capo e il  41,51% a Presicce. Il quorum è fondamentale per dare forza e valore all’istituto referendario.
Dal sindaco di Presicce-Acquarica, che ha partecipato all’audizione odierna, abbiamo appreso che sono già previsti in cassa, come contributo per la fusione avvenuta, quasi tre milioni  di euro che verranno utilizzati per realizzare il programma elettorale. Ma non si può barattare l’identità per trenta denari, l’identità è sacra. E lo sappiamo bene noi salentini, che nella fase della Costituente nel 1947 abbiamo subìto la cancellazione del Salento dalla storia e dalla geografia, con un colpo di spugna che ancora grida vendetta.
Ribadiamo il nostro no alle fusioni a tavolino, che cancellano l’identità e la dignità di una comunità. Cosa è un popolo, senza identità? E perché nei Comuni italiani che hanno scelto di fondersi ci sono tanti ripensamenti, c’è voglia di fare marcia indietro?
La querelle sul santo patrono di Presicce-Acquarica, la scelta obbligata tra san Carlo patrono di Acquarica e sant’Andrea di Presicce, dimostra che l’aggregazione ha reciso le radici di queste due comunità. Non è solo questione di campanile, è la cartina al tornasole di un disagio profondo, di uno smarrimento che non può essere ripagato con più fondi in cassa. Mi rifaccio alle parole del sindaco Rizzo: ha detto che l’unione fa la forza. E ha ragione, ma qui si tratta di fusione e non di unione. Ed è proprio su questo equivoco che si è giocata tutta la campagna referendaria. Uno slogan d’effetto semplicistico con la facile promessa di più soldi per tutti, e le conseguenze stanno venendo purtroppo a galla.
Per evitare futuri errori ho chiesto questa audizione. È necessario porsi queste domande e cercare delle risposte. I nostri piccoli Comuni, che sono presidi di democrazia e archivi di storia, non possono essere cancellati per un mero calcolo ragionieristico.
Lecce, 8 aprile 2021
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente MRS