Audizione autismo: “Assistenza sociosanitaria da riorganizzare con risorse congrue, famiglie e operatori lasciati soli”

4 Ottobre 2021 Audizione autismo: “Assistenza sociosanitaria da riorganizzare con risorse congrue, famiglie e operatori lasciati soli”

Ci sono questioni che, come la tela di Penelope, sembrano condannate a non aver fine. Una di queste è l’organizzazione dei servizi sociosanitari per gli autistici. Non solo bambini ma anche ragazzi e adulti, la cui cura grava quasi completamente su famiglie sfibrate, disperate e sole. 

Già a marzo scorso, in un’audizione specifica da me richiesta, chiesi una ricognizione sulla condizione dei soggetti con autismo in Puglia ed un potenziamento dell’assistenza sociale e sanitaria erogata dai centri riabilitativi residenziali e diurni. Volevamo avere un quadro chiaro dei servizi erogati, per conoscere la loro capillarità sul territorio regionale. Ma non ricevemmo risposte, se non l’impegno a dar seguito alle nostre richieste da parte della dottoressa Memeo, dirigente del servizio Strategie e governo dell’assistenza alle persone in condizione di fragilità.

Il dramma è che oggi, dopo quasi sette mesi, ci ritroviamo al punto di allora. Dall’audizione in Commissione Sanità e dal confronto con i soggetti affidatari dei servizi per l’autismo, è emerso un quadro scoraggiante. La presa in carico di queste persone, in Puglia, è un rebus. E la delibera dell’agosto scorso che ha definito le tariffe giornaliere non ha aiutato, anzi ha contribuito a paralizzare l’effettiva operatività dei centri già accreditati, perché quelle tariffe sono anti economiche e non consentono di far fronte alle reali esigenze assistenziali che i soggetti autistici richiedono. Il problema è complesso: da un lato c’è il bisogno pressante di aiuto di genitori e parenti, dall’altra un gruppo di imprese e cooperative che hanno già fatto investimenti sottoponendosi al rischio di rigetto della loro istanza di accreditamento, ma che comunque non sono messi nelle condizioni di partire.

Le tariffe non vanno ipotizzate ma calcolate, stabilite in base ai livelli di gravità dei casi da trattare. Gli operatori hanno scandito oggi in Commissione che quelle tariffe sono insostenibili, chiedendo il ritiro della delibera. Senza copertura economica adeguata non si può far fronte ai costi di personale, che sono la prima voce di spesa.

Chiediamo dunque a gran voce di aprire un tavolo regionale sull’autismo, impegno assunto già da tempo dagli assessori alla sanità e al welfare e che sarebbe dovuto partire subito, perché la cura delle persone autistiche deve avere la priorità. Avere contatto con questa realtà dolorosa da oltre vent’anni mi ha aperto gli occhi su situazioni disperate, di famiglie obbligate a prendersi cura h24 di un parente autistico. Come si può pretendere che un solo educatore, di notte, gestisca sedici autistici? Evidentemente non si ha cognizione della gravità del problema. E allora che si proceda subito con l’accertamento del fabbisogno  reale, territorio per territorio, e si trovino le risorse per assicurare un’assistenza socio sanitaria adeguata agli autistici. Perché è dalla cura dei soggetti più fragili che si misura il grado di civiltà di un’istituzione degna di questo nome.