No a parco eolico offshore nel Canale d’Otranto: ennesimo rinvio del voto su mia mozione. Consiglio regionale decide di non decidere

1 Marzo 2022 No a parco eolico offshore nel Canale d’Otranto: ennesimo rinvio del voto su mia mozione. Consiglio regionale decide di non decidere

Un gioco dell’oca sterile: un emendamento irricevibile del Pd allunga ancora i tempi per il voto in Consiglio regionale della mia mozione contro il progetto di un mastodontico parco eolico offshore lungo la costa salentina fra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro e Tricase. L’esito della seduta di oggi è chiaro: si decide di non decidere. Ma è emersa in maniera altrettanto cristallina la posizione del presidente Michele Emiliano rispetto a questo progetto: il governatore si schiera al fianco del territorio, del presidente della Provincia di Lecce, di 73 sindaci, di 61 Consigli comunali, dell’ente Parco naturale regionale Costa Otranto Santa Maria di Leuca e delle associazioni ambientaliste che rifiutano un progetto piombato come un pachiderma in una cristalleria, senza alcuna condivisione con il territorio.

Emiliano l’ha detto chiaro e tondo: questo metodo non può funzionare, la Regione rivendica voce in capitolo negli insediamenti di nuovi impianti energetici da fonti rinnovabili. È impensabile che si possa piazzare nel Canale d’Otranto, in un angolo di paradiso, una ciclopica centrale del vento galleggiante dall’impatto visivo e naturalistico devastante, che andrebbe ad occupare un’area complessiva di 162 chilometri quadrati, con cento pale alte quanto la Tour Eiffel, senza contare la cicatrice di 40 chilometri del cavidotto per l’allaccio alla rete elettrica nazionale, da Porto Badisco fino a Galatina, in una fascia di tutela paesaggistica della costa e in ben due aree di notevole pregio archeologico, con dolmen e menhir.

Siamo disponibili ad una mozione condivisa, ma il no a questo progetto è irremovibile. La mia opposizione non è preconcetta ma ragionata: ogni impianto va commisurato agli impatti sull’ambiente e sul paesaggio. Questa mia mozione può diventare il paradigma per le scelte future della Regione in materia di nuovi insediamenti, stabilendo una linea di principio: la necessità di conciliare il rispetto dell’ambiente con lo sviluppo economico. Una necessità che va valutata di volta in volta, progetto per progetto.

A quelli che giocano con il diritto, ho ricordato la legge costituzionale approvata l’8 febbraio scorso dal Parlamento, che inserisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. Questo dà forza alla sensibilità ambientale dei cittadini, la mette al centro di ogni scelta che ha ricadute ambientali, la mette prima di ogni scelta economica. Questa legge ci impone una responsabilità maggiore, ci impone di portare avanti azioni di tutela più consapevoli ed efficaci per proteggere il paesaggio e la qualità della vita, stabilendo definitivamente che l’ambiente è un diritto di tutti.

Il rinvio di oggi mette in difficoltà i 23 sindaci che entro dieci giorni sono chiamati ad esprimersi sul progetto e che contavano sull’approvazione della mia mozione per avere un’arma in più. Ma il presidente Emiliano ci ha rassicurati che non saranno lasciati in solitudine, che il rinvio della mozione è finalizzata a trovare un punto d’intesa e non a ritardare una presa di posizione che è stata già espressa con assoluta chiarezza: senza la consultazione dei territori la Regione Puglia non darà alcun nulla osta a questi impianti su tutto il territorio regionale.

Non possiamo abdicare al nostro ruolo politico, delegando ai tecnici la scelta sulla collocazione di impianti che vanno ad impattare sulla nostra terra e sul nostro mare. E non ci stiamo al ricatto della retorica pro multinazionali: il pianeta da salvare, la decarbonizzazione, la transizione energetica, il caro bollette, lo spauracchio della crisi energetica conseguente alla guerra in Ucraina.

E qui il mio appello alla Regione: si stringano i tempi per l’aggiornamento del PEAR, il Piano Energetico Ambientale Regionale, perché è l’unico strumento che abbiamo per fissare i paletti entro cui è consentito realizzare nuovi impianti energetici da fonti rinnovabili. È l’unico modo per stabilire le aree che dobbiamo preservare da questa invasione, per rimettere in equilibrio le esigenze di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quelle dello sviluppo economico.

Ho chiesto un atto di coraggio al Consiglio regionale, come hanno fatto altre Regioni, la Sicilia ad esempio, che il 20 febbraio scorso ha approvato una risoluzione con cui impedisce le installazioni di parchi eolici offshore nel Canale di Sicilia, al largo delle Isole Egadi. Un parallelo perfetto con il progetto che vogliamo bocciare nel Canale d’Otranto, con questa nostra mozione. Quindi, si può fare. Si può alzare un muro, si possono tracciare confini invalicabili. Il mare è la nostra casa, il nostro patrimonio di bellezza, e non siamo disposti a barattarlo.

Il 22 si tornerà di nuovo in aula per il voto su questa mozione, e ci auguriamo che possa essere finalmente condivisa da tutti.

Bari, 1 marzo 2022

Paolo Pagliaro

Consigliere reginale-Capogruppo LPD

Presidente MRS