Caro bollette: non sia alibi per Ok indiscriminato a nuovi impianti energetici al Sud. Noi diciamo Sì alle rinnovabili ma nei luoghi giusti

19 Settembre 2022 Caro bollette: non sia alibi per Ok indiscriminato a nuovi impianti energetici al Sud. Noi diciamo Sì alle rinnovabili ma nei luoghi giusti

Il caro bollette è diventato l’incubo di famiglie e imprese italiane, e si prospettano tempi ancora più duri in vista della stagione fredda. L’aumento del prezzo del gas incide su quello dell’energia elettrica, che in Italia viene prodotta per oltre il 50% nelle centrali a gas. Un cane che si morde la coda e che fa schizzare le nostre bollette, divorando gran parte degli stipendi e dei risparmi. Il fondo del barile è vicino, se non già raschiato. Invece, le aziende energetiche gonfiano i loro profitti a dismisura. In questo scenario apocalittico, con la Russia che ci chiude i rubinetti del gas, produrre energia “in casa” è diventato l’imperativo della politica, una sorta di lasciapassare per rilasciare autorizzazioni a raffica alle richieste di nuovi impianti da fonti rinnovabili. Lo avevamo già previsto, e contro l’assalto indiscriminato al Salento e alla Puglia, senza tener conto delle prerogative di ogni territorio, continueremo a combattere senza piegarci al ricatto dell’energia ad ogni costo. Perché quando la situazione sarà tornata alla normalità, com’è fisiologico che sia, ci resteranno soltanto le macerie di un territorio devastato, ferito a morte, sfigurato nel suo patrimonio più prezioso che è anche il principale motore dell’economia: la bellezza del paesaggio.
L’esempio del gasdotto Tap cosa ci ha insegnato? Siamo stati sempre favorevoli al gasdotto. Non abbiamo mai contestato l’utilità dell’opera ma la localizzazione dell’attracco in una delle località più belle e incontaminate del Salento, la centrale di decompressione in piena campagna e i 63 km per l’aggancio alla rete nazionale, quando potevano essere scelte soluzioni meno impattanti. E, a fronte di questo sfregio, cosa ne è venuto in tasca ai cittadini salentini? Neppure un centesimo in termini di risparmio in bolletta. Ecco perché, dopo aver sollecitato i vertici di Snam e Tap e incassato il loro impegno ad erogare i 50 milioni promessi a titolo di risarcimento, abbiamo presentato una mozione che impegna la Giunta a destinare questi fondi per sostenere i cittadini nel pagamento delle bollette di gas e luce.
Quanto ai nuovi impianti a terra e offshore che attendono di essere autorizzati, ribadiamo che si devono realizzare nelle aree già vocate allo sfruttamento industriale, senza intaccare porzioni di terra e mare che vanno salvaguardate. Abbiamo già dato tanto, troppo, alla causa energetica del Paese. La Puglia produce molta più energia di quella che consuma: un surplus di 12.453 gigawatt all’ora, che finisce in gran parte al nord. Questo squilibrio va sanato. Il federalismo fiscale ed energetico, così come regolato dal Titolo V della Costituzione, non può essere usato a solo svantaggio del sud. Serve un sistema di compensazione, perché se il nord rivendica che le risorse devono rimanere nel territorio che le produce, allora anche la nostra energia – che fa tanto gola al nord – dovrebbe darci vantaggi concreti. Il federalismo non può essere a senso unico, così strabico da favorire solo la parte già più ricca e avvantaggiata del Paese. Si incentivino invece le aziende a localizzare i propri impianti produttivi nel Mezzogiorno, offrendo costi energetici più bassi come risarcimento per il maggiore contributo alla produzione di energia sul nostro territorio, che ha già sacrificato gran parte della sua bellezza sull’altare dell’eolico e del fotovoltaico, senza ricevere nulla in cambio.
Lecce, 19 settembre 2022
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente MRS