Sessanta professionisti della Sanità Leccese restano nel “limbo” e senza stabilizzazione per colpa dei ritardi della Regione

8 Dicembre 2022 Sessanta professionisti della Sanità Leccese restano nel “limbo” e senza stabilizzazione per colpa dei ritardi della Regione

Il mio intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno dell’8 dicembre 2022:
La Regione continua a temporeggiare, ma la pazienza è agli sgoccioli e il timore è che la stabilizzazione annunciata sia solo un miraggio. Restano nel limbo circa sessanta professionisti della sanità, fra medici e infermieri, in situazione di comando nell’Asl di Lecce. Chiamati in tempo di emergenza Covid a dare manforte per gestire la pandemia, sono stati assunti a tempo determinato e in via eccezionale, ma con la promessa di un contratto a tempo indeterminato entro fine anno. Mancano però solo tre settimane alla scadenza, e i vertici dell’azienda sanitaria e della Regione latitano. Nessuna risposta chiara, nessuna certezza.
Eppure, due mesi e mezzo fa era stato bandito un avviso per stabilizzare questi lavoratori, addirittura esortandoli a richiedere immediatamente il nullaosta alle Asl di appartenenza per avviare la procedura di assunzione a tempo indeterminato. Ma quella premura è andata via via scemando, fino a trasformarsi in mutismo. Un muro di gomma rimanda al mittente i dubbi e le domande legittime dei lavoratori che hanno sostenuto il sacrificio di un trasferimento, lo stress e i rischi della pandemia confidando in un ritorno definitivo a casa. Per chi ha affrontato il dovere di cura trascorrendo mesi durissimi al fianco dei pazienti contagiati dal coronavirus, questo silenzio è un’offesa al loro impegno, il tradimento della prospettata stabilità. Molti di loro hanno storie dolorose di famiglie lacerate dalla distanza, dal lavoro a centinaia di chilometri da casa, e hanno sperato di poter finalmente cambiare vita.
L’unica certezza, al momento, per questi sessanta medici e infermieri, è che il comando scadrà il 31 dicembre. Si fa sempre più incombente il rischio di dover tornare fuori dalla Puglia. Usati come carta straccia, dopo i tanti sacrifici affrontati nella situazione pandemica, rischiano di essere rispediti alle Asl di provenienza come pacchi postali. La condizione di precarietà si fa sempre più angosciante: non sanno se dovranno organizzare un nuovo trasferimento entro fine anno per rientrare nelle Asl da cui sono andati via per rispondere alla chiamata dell’azienda sanitaria leccese. Vivono appesi ad un filo.
E nel limbo non ci sono solo medici e infermieri distaccati ma anche il personale precario dell’Asl di Lecce e di Sanitaservice Lecce, anche loro sospesi nell’attesa di una stabilizzazione che non arriva mai.
Questo stillicidio non è più sostenibile né accettabile. La dignità dei lavoratori deve venire prima di tutto, e per questo sollecito l’assessore Rocco Palese, il direttore del dipartimento salute Vito Montanaro e i vertici dell’azienda sanitaria locale leccese a venire allo scoperto, a dare chiarimenti immediati sul futuro di medici e infermieri in comando e dei precari, che garantiscono un servizio prezioso e irrinunciabile per la collettività ma subiscono un trattamento vergognoso. Se non ci sono i soldi per le stabilizzazioni, se si deve fare marcia indietro rispetto agli impegni presi, che almeno si abbia il coraggio di dirlo in modo esplicito e in tempi rapidi, perché con la vita delle persone non si gioca. E dal lavoro di queste persone dipende la continuità e la qualità dell’assistenza che dovrebbe essere la priorità numero uno del sistema sanitario regionale.