Nessun privilegio, la nostra Tv è solo un modello di sviluppo

25 Maggio 2006 Nessun privilegio, la nostra Tv è solo un modello di sviluppo

 

In seguito agli interventi e alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni in merito ai criteri di distribuzione delle risorse destinate ai progetti di comunicazione della Provincia, ritengo indispensabile ribadire alcuni concetti, per tranquillizzare e rassicurare che avesse dei dubbi in merito.
Deve essere assolutamente chiaro per tutti che la nostra informazione e la nostra comunicazione non sono in vendita, mai è accaduto e mai avverrà.
In tutti questi anni ci siamo sempre impegnati ad offrire un modello di comunicazione libero, indipendente, imparziale, equidistante, obiettivo, mai piegato a facili strumentalizzazioni e manipolazioni, ma che al contrario opera con grande serietà, nel pieno rispetto dei propri fruitori, e questo può essere testimoniato dai numerosi riconoscimenti ricevuti dal mondo politico, istituzionale, ma più in generale dai cittadini salentini, vera nostra forza, che apprezzano e scelgono il nostro modo di fare comunicazione, che premiano il senso di responsabilità che guida il nostro lavoro.
Forse ciò che è veramente preoccupante è la velleità irrispettosa ed inaccettabile degli ultimi arrivati, o “cenerentole” come loro stessi si definiscono, che pensano che vi siano emittenti privilegiate rispetto ad altre, ingiustamente.

Si parla di privilegi…La professionalità, la storia, la qualità, il radicamento, i dati Auditel, il canale satellitare, non sono considerati elementi utili su cui basarsi per poter fare delle scelte…
La verità è che noi siamo per primi ad aver da sempre ribadito l’importanza e la necessità di un’analisi più accurata del nostro settore.
Abbiamo intrapreso battaglie, abbiamo lavorato duro in questi anni per smuovere le coscienze, risvegliare l’interesse, fare in modo che le istituzioni ponessero maggiore attenzione al nostro settore, si accorgessero dell’importanza del nostro ruolo.
Abbiamo più volte richiesto a tutte le amministrazioni un progetto specifico, un comitato per il settore dell’informazione e della comunicazione che potesse garantire criteri di equità nella distribuzione delle risorse, non solo nel nostro interesse, ma nell’interesse di tutta la comunità salentina.

Che le risorse stanziate siano state distribuite in maniera non equa, è una constatazione veritiera. Contrariamente da quanto emerso in merito in questi giorni, sono io il primo a riconoscere una spartizione non equilibrata, che non tiene conto in maniera obiettiva dei diversi valori in campo, della sostanziale differenza che sussiste tra il mettere in onda ripetutamente uno spot pubblicitario e invece realizzare produzioni di alta qualità che richiedono competenze specifiche, conoscenza del territorio, ausilio di tecnologie avanzate, e fondamentale condivisione di una missione che per noi era e resta lo sviluppo armonico concentrato del Salento.

Allora se di squilibrio si parla, è facile da rintracciare tra Telearma e le altre televisioni, tra le altre emittenti e RTS, seconda tra le televisioni locali salentine in base al livello di ascolti, nuovo e valido esempio di televisione interattiva, al servizio del cittadino, che riflette il chiaro carattere pluralistico e democratico della comunicazione, permettendo ogni giorno al telespettatore di accrescere il suo spirito di protagonismo, di confrontarsi direttamente, salvaguardandolo, ed in particolar modo lo squilibrio è evidente nel campo dell’emittenza radiofonica, che come giustamente si è rilevato, è stata decisamente trascurata.
Facciamo attenzione: non sono le poche risorse stanziate dalla Provincia al Gruppo Mixer Media ad aver fatto la differenza. Il rapporto con gli enti e con le amministrazioni rappresentano appena il 5% del fatturato complessivo del nostro gruppo.

Non è stata la Provincia a dire a noi di promuovere la “Notte della Taranta” e tutti gli altri eventi da noi valorizzati e promossi, non è stata la Provincia a chiederci di realizzare “Salento d’Amare”, non è stata la Provincia a chiederci di usare il canale satellitare nelle nostre produzioni per portare il Salento in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo.
Le risorse che ci ha messo a disposizione derivano da un nostro lavoro intenso e proficuo di progettualità costante. I nostri cervelli hanno ideato, riempito di contenuti dei contenitori inizialmente vuoti.
Abbiamo creato una massa critica pronta a recuperare e a riconoscere la nostra identità, abbiamo fatto della televisione una vera e propria “impresa culturale” al servizio del territorio, abbiamo creato un modello, adottato anche da chi nel campo dell’impresa radio-televisiva si è affacciato successivamente.
Il posto c’è per tutti. I nostri progetti sono stati riconosciuti ed apprezzati. Ma gli altri progetti dove sono?

Dovrebbero, invece che impelagarsi in sterili polemiche, puntare sulla qualificazione. Sarebbe il caso che imparassero bene a leggere e ad interpretare i dati Auditel e non furbescamente metterli in dubbio alla giusta occasione, spinti da interessi personali, o addirittura come è successo negli ultimi mesi, a non iscriversi più per evitare il confronto.
Dovremo parlare di futuro, di progetti, di sviluppo, e invece ci ritroviamo a confrontarci su questioni futili che di certo non fanno bene al nostro settore e alla comunicazione in genere, ma che al contrario la screditano.
È forse una colpa registrare un livello di ascolti ben dieci volte superiore a quello di altre emittenti locali, riuscire con successo, avere idee brillanti, realizzare un ricco palinsesto di autoproduzioni di qualità, grazie al quale abbiamo ricevuto il prestigioso Premio Millecanali per la categoria “Programmazione Complessiva” come migliore d’Italia?

Telearma, RTS, insieme alle nostre emittenti radiofoniche, quotidianamente investono energie, capacità e professionalità nella forza della comunicazione al servizio della propria terra, assicurando il più possibile pluralismo ed equilibrio.
Siamo sempre andati orgogliosi del nostro modo di fare comunicazione, riconosciuto da tutti come serio, veritiero, corretto, rigoroso.
Non siamo noi ad aver deciso: sono i cittadini salentini ad averci scelto. Il successo riscosso, ad esempio, da una delle nostre iniziative di marketing territoriale “Salento D’Amare”, non fa altro che confermare il ruolo della nostra televisione, la “mission” che abbiamo voluto intraprendere.
Abbiamo creato in un territorio ricco di potenzialità inespresse una rete di collegamenti per incentivare lo sviluppo, sostenere il confronto, uscire dall’isolamento culturale.

Rappresentiamo una vera e propria infrastruttura immateriale attraverso cui il nostro territorio, il Grande Salento si identifica, si confronta al suo interno e si apre al dialogo con altri paesi europei e dal Mediterraneo attraverso l’unico canale satellitare pugliese, Puglia Channel, altra nostra importante risorsa che ci permette di esportare la nostra identità e di far veicolare la nostra cultura, superando i confini locali, per farci conoscere, per promuoverci, per valorizzare e certificare le nostre eccellenze.
Abbiamo dimostrato che la radio e la televisione possono essere un positivo strumento di crescita, e l’abbiamo dimostrato con i fatti, nella concretezza, di tutti.
Il vero problema è che manca il coraggio di essere obiettivi, manca il rispetto nei confronti di chi, da trent’anni ormai, con tanto lavoro ed impegno, si batte per l’equità, per il trionfo dell’imparzialità nel nostro settore.
Voglio considerare tutto questo solo il punto di partenza di un percorso che ci vede tutti protagonisti, l’inizio di una serie di confronti costruttivi tra noi uomini di comunicazione e le amministrazioni, comprese anche quelle che da anni ormai hanno scelto di non inserire i mezzi del nostro gruppo nelle attività di comunicazione istituzionale.

di Paolo Pagliaro

Lecce, 25 maggio 2006