Adesso le Province facciano un passo avanti

11 Ottobre 2010 Adesso le Province facciano un passo avanti

Cari Presidenti,
in questa giornata che vede come tema centrale del dibattito politico il vostro incontro istituzionale, sento la necessità di scrivervi, e ringrazio Quotidiano per questa opportunità.
Vi prego di non vivere questa breve riflessione come un’invasione di campo. E’ solo un umile tentativo di esercitare, dal basso, uno stimolo.
Per noi cittadini, voi rappresentate un prezioso baluardo di democrazia. Nell’atmosfera politica (irricevibile) che siamo costretti a respirare, viviamo il paradosso di veder affidati i grandi temi delle riforme del fisco, del lavoro e della giustizia, a dei parlamentari estratti dal cilindro del potere.
Ed invece voi, eletti, scelti, misurati dal popolo, siete privi di strumenti operativi reali.
Con la differenza, sostanziale e conseguente, che deputati e senatori vivono spesso immobili le scelte dei leader, e voi, che siete Leader autentici perché eletti, vivete la condizione insopportabile di non poter incidere sui destini del territorio quanto meritereste.
Senza risorse, senza poteri, costretti a dare risposte a domande dirette e prossime dei cittadini, ai quali spesso è doloroso spiegare che “proverete a chiedere” un gesto di “sensibilità” a Governi nazionali e regionali.
Questa premessa è doverosa rispetto al nostro invito. Perché sia chiaro: questo è un appello rivolto a persone che riteniamo capaci, caparbie, coraggiose e motivate. Se non lo foste, la sensazione di impotenza, che è indotta dal sistema al vostro ruolo, avrebbe sostituito con un velo di percepibile frustrazione la grinta che ancora si specchia nei vostri occhi.
Ci rivolgiamo a voi e vi chiediamo con forza uno slancio, un gesto di coraggio e di sfida: vi chiediamo di andare “oltre il Grande Salento”, e vi chiediamo di farlo senza paura.
Vi chiediamo per un attimo di ragionare come utenti – fruitori della politica, e di riflettere su quanto i vostri sforzi rappresentino di fatto una sorta di battaglia contro i mulini a vento. Voi, con le idee chiare e con la voglia di Governare, a chiedere per nostro conto, con il cappello in mano, fondi che spesso non bastano neanche per l’ordinaria amministrazione.
Un sindacalista, un imprenditore, un professionista. Noi cittadini abbiamo affidato a voi il disegno di un nuovo modello di sviluppo, e ci indigniamo nell’assistere all’avvilente spettacolo che vede riflettersi i milionari sprechi di Governo e Regione nei vostri tentativi di evitare il dissesto. Uno specchio deformato che c’è bisogno di rompere, contro le consuetudini e gli schemi che sono diventati barriere.
Se questo slancio si debba, necessariamente, tradurre in un graduale snellimento degli enti “Provincia”, sino alla loro abolizione, non abbiate paura. Voi siete in grado di costruire modelli amministrativi efficaci e virtuosi.
Non abbiamo la presunzione dell’infallibilità della nostra idea, quella della “Regione Salento”, ma sentiamo che la gente inizia a leggere lo spartito di questo modello politico perché si sente protagonista. Viviamo questa battaglia con uno slancio che suscita emozioni mai provate e siete voi che dovete tradurlo in realtà. Noi rappresentiamo quella che viene definita “società civile”, un’espressione che forse val la pena una volta per tutte di tradurre: siamo i destinatari delle decisioni di altri, che possono esercitare diritto di parola, che possono partecipare alla costruzione del futuro. Oggi vogliamo essere fabbri del nostro destino, disegnando un modello istituzionale, quello della “Regione Salento”, che possiamo considerare, finalmente, interlocutore diretto e affidabile. L’autodeterminazione è una necessità, non un capriccio, non uno sciocco protagonismo. Dopo di che, faremo un passo indietro. Le vostre dichiarazioni pubbliche, nel commentare la nostra iniziativa, ci hanno consegnato il giusto entusiasmo.

Oggi, però, il Salento (Brindisi, Lecce, Taranto) sente il bisogno di affidarsi al vostro orgoglio, alle vostre capacità, ed anche alle vostre diversità. Perché queste ultime possano costituire ricchezza di contenuti, in un confronto sui temi veri dell’agenda politica. E allora è il momento di dare vita alla fase due della vostra azione, è il momento di consegnarvi pieno protagonismo del nostro territorio. E’ il momento di prendere atto che il Grande Salento è una grande idea con il cuore ma senza le gambe. Iniziamo a correre, insieme, nella direzione di un referendum che vuol dire consapevolezza, orgoglio, libertà.

Paolo Pagliaro
Presidente
Movimento Regione Salento

Lecce, 11 ottobre 2010