Il Movimento Regione Salento incontra la città di Casarano – 10 Novembre 2011

10 Novembre 2011 Il Movimento Regione Salento incontra la città di Casarano – 10 Novembre 2011

Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” – Casarano
10 novembre 2011

Una volta qui una persona mi disse: “Tie me piaci. Me piaci perché sinti comu a mmie. Tie t’ha fattu a ssulu e combatti comu a nnu guerrieru”.
Io avevo raggiunto questa persona nella sua azienda, per presentargli la mia televisione, nata da pochi anni. E fra una chiacchiera e una proposta di collaborazione ci si raccontava anche la nostra storia.
Quella persona che mi disse “tie me piaci”, e che anche a me piaceva proprio tanto…si chiamava Uccio Filograna, Mesciu Ucciu, e anche a me piaceva tanto.
Ma proprio tanto.
Quando vengo a Casarano quel ricordo mi affiora e, e quel “tie me piaci” riecheggia nelle mie orecchie. Riecheggia come un monito ad essere sempre all’altezza di un giudizio così impegnativo e stimolante.
Un monito a continuare a combattere come un guerriero per questa terra, per il Salento che amava profondamente come lo amo io, perché se lui mi guarda dall’alto come io credo, non debba mai ricredersi su quel giudizio.
Per lui, questo scenario politico del nostro tempo, così contorto, i pulitici (come li chiamava lui) era chiaro già da anni. L’implosione, il fallimento di questa classe politica l’aveva vista.
Noi l’abbiamo vista un po’ dopo.
L’abbiamo vista poco più di un anno fa.
E abbiamo deciso che il nostro dovere era, non restare a guardare.
Vedete, la gente sente parlare di spread, di grandi manovre, di balletti di governi e di governicchi più o meno credibili.
Ma la verità è un’altra.
La verità è che oggi più che mai nella storia di questo paese la gente chiede di poter partecipare alla politica.
C’è un sentimento nuovo, che noi cerchiamo quotidianamente di registrare. E’ il sentimento della voglia di protagonismo.
Noi siamo quelli che votavano e speravano. Oggi diciamo basta, è arrivato il momento di rimboccarci le maniche.

Ci sono tanti imprenditori, tanti commercianti, tanti professionisti, tanti operai, tanti cittadini che vogliono mettere la loro esperienza in questo agòne politico.
Non è certo voglia di poltrone, la nostra.
Lo abbiamo dimostrato a più riprese.
Lo sfogo del nostro impegno devono essere le prossime amministrative, laddove questo sentimento si può trasformare in consenso, in un patto orizzontale che sarà altro rispetto alla solita delega in bianco cui siamo abituati.
Anche qui a Casarano c’è grande attenzione nei nostri confronti. Qui a Casarano c’è un pezzo di storia, di passione, di impegno concreto a favore della Regione Salento e, consentitemi un ricordo al compianto On. Luigi Memmi e alla sua azione politica che condividiamo pienamente .
Abbiamo voluto ricordare nei giorni scorsi la sua statura politica riferendoci alla proposta di legge che impone l’esposizione del Tricolore sugli edifici pubblici oltre alla presentazione del disegno di legge sulla Regione Salento già nel 1986.
Dialoghiamo da qualche tempo con la politica di Casarano.
Con Libera Città e con Francesca Fersino si parla bene, perché su tante cose il binario è comune.
Ma si dialoga volentieri con tutti, se ci sono le basi per sostenere e condividere i nostri valori.
I nostri valori ….. quali sono i nostri valori?
Noi vogliamo parlare di inserire nell’agenda politica i bisogni, i bisogni delle persone.
Noi vogliamo parlare di lealtà, di impegno, di voglia di lavorare, di rispetto per chi lavora e per chi fa impresa, vogliamo parlare di qualità della vita, di benessere per la gente, di competenza della classe politica.
Vogliamo abbattere gli sprechi e i privilegi della casta
Vogliamo la meritocrazia e l’abbattimento di ogni steccato ideologico nella gestione delle vicende amministrative.
Vedete, noi non chiediamo cose dell’altro mondo.
Noi chiediamo cose semplici, immediate, cose che chiede la gente per strada.
Chiediamo che alla politica del favore, della raccomandazione, degli amici degli amici, come succede sicuramente anche qui a Casarano, che si dividono scientificamente gli incarichi, sia sostituita la politica del merito, dei più bravi che vanno avanti nell’interesse di tutti. Basta cuppi, avanti i migliori, e non me ne voglia, i migliori sono i giovani, che hanno una marcia in più.
Noi oggi non sappiamo se qui a Casarano ci sarà un progetto politico che veramente voglia rivoluzionare gli schemi amministrativi.

Una cosa la sappiamo, e la sappiamo perché è già decisa: noi in questa tornata di primavera ci saremo, e ci saremo per dare forza ad un’idea che non abbiamo alcuna voglia di abbandonare.
Da quando abbiamo iniziato a parlare in termini concreti di regione Salento, abbiamo fatto un patto con questa base crescente che è accorsa a sostenere un’idea.
Il patto era che non avremmo mai rinunciato ad un sogno in cambio di qualche postazione.
Leggendo oggi i dati economici del Paese, leggendo oggi la timeline dell’andamento economico del mezzogiorno, siamo sempre più convinti che il movimentismo territoriale (quello coerente e puro), abbia avuto un grande merito: semplici cittadini hanno strappato dalle mani l’agenda a certa politica e ci hanno scritto su un po’ di appunti: quest’idea, questo movimento, questo motore che si alimenta di passione ha un merito, e non ne vuole avere altri: ha inserito nell’agenda della politica la questione salentina come una questione prioritaria ineludibile e non più rinviabile.
E’ inaccettabile pensare al gap infrastrutturale che una realtà con la storia economica e industriale di Casarano sia così distante dal mondo perché le scelte romane e baresi hanno voluto questo.
E’ inaccettabile pensare che questa debba essere la nostra condizione permanente perché “non ci possiamo fare niente”.
Una cosa possiamo farla: mandare a casa chi non ha più voglia di combattere, votare chi ha ancora il sangue agli occhi per la voglia di cambiamento.. Noi dobbiamo votare chi ha speranza, chi riesce a pronunciare con la luce negli occhi la parola “futuro”…perché vedete…il nostro patto non lo sigliamo coi poteri forti. Il nostro patto noi lo abbiamo già sottoscritto. E non possiamo tradirlo. Perché la controparte di questo patto sono i nostri figli, e non possiamo tradirli.
Questo anche per rispondere a qualche parlamentare che passa da un partito all’altro ad ogni nuova fase lunare, e che da anni non fa altro che parlar male di chi ha ancora voglia di combattere. Qualcuno che nella sua carriera politica era partito anche bene, ma sta finendo malissimo, perché quando la stella polare diventa la propria autoconservazione sei da rottamare, fai parte della casta, fai parte di un mondo che il patto l’ha fatto col diavolo, non con il futuro.
Il futuro invece si chiama unità nazionale. Un sentimento che noi non possiamo permetterci il lusso di vivere come uno slogan. Noi dobbiamo viverlo come una battaglia: come una richiesta di annessione all’Italia e all’Europa. La Regione Salento è un’idea che ha le sue basi non solo nella storia, nell’identità, nel meridionalismo, nel riformismo di un’Italia delle 30 Regioni senza più Province e senza né sprechi né privilegi, né prebende né vitalizi-vergogna.
Le gambe della Regione Salento sono nelle cose da fare: e c’è da fare l’alta velocità sino a dove l’Italia produce che, signori miei, non è una realtà che finisce a Bari. L’Italia produce sino al profondo Sud. Sino a qui!
C’è da fare in modo che le merci non siano nel Salento come se fossero su un’isola deserta.
C’è da costruire un modello di sviluppo che ci metta al passo col Paese.
Vedete, noi siamo credibili perché non proponiamo nulla di astratto.

Noi proponiamo solo di far suonare una sveglia bella grossa, energica e rumorosa che suoni il campanello delle nostre coscienze.Proponiamo di tornare a chiedere con forza ciò che ci spetta di diritto.
Proponiamo di essere tutti guerrieri, per vincere la sfida del rispetto e dello sviluppo, per un territorio che sia abitato da uomini e donne che abbiano il coraggio di scommettere che questo, il Salento, potrebbe essere il posto migliore, se noi lo vorremo, per far crescere i nostri figli.

Grazie

Casarano, 10 novembre 2011