Samorì incontra il Salento. Discorso di Paolo Pagliaro

28 Gennaio 2013 Samorì incontra il Salento. Discorso di Paolo Pagliaro

Amici e amiche,

abbiamo un grande onore oggi, quello di ospitare a Lecce l’avvocato Gianpiero Samorì, un uomo grazie al quale ci viene data una meravigliosa opportunità, quella di sfidare la politica italiana con idee nuove e rivoluzionarie.

Rivoluzione è una parola contenuta nel nome del Movimento che sono orgoglioso di rappresentare, grazie all’amicizia e all’intesa con Giampiero Samorì che mi ha onorato del ruolo di coordinatore regionale del Mir.

Chi conosce il presidente Samorì sa che si tratta di una persona straordinaria, un uomo di valori con la schiena dritta, che crede, come noi, che il centro destra in Italia non possa essere quello che conosciamo. Giampiero Samorì è uno uomo di cultura, un docente universitario e tanto altro, con una conoscenza profonda della politica e dei mali dell’Italia, un uomo che si è messo in gioco e che ispira fiducia, per quello che è, per quello dice e per quello che fa.

Lo ascolterete fra poco. Ce lo dirà lui qual è l’idea rivoluzionaria del Mir per l’Italia, ma permettetemi però di aggiungere che è grazie a persone del genere che si può ancora avere speranza nel futuro.

Fra noi c’è stata subito un’intesa solida, fondata su sentimenti veri di stima e rispetto. Il nostro incontro ha prodotto un accordo federativo tra i nostri movimenti: il Movimento Regione Salento e i Moderati in Rivoluzione, e la mia scelta di candidarmi in queste elezioni politiche.

Prima con l’ipotesi di una candidatura come capolista al Senato, poi invece con la richiesta da parte dell’avvocato Samorì di candidarmi alla Camera per affiancarlo in caso di esito elettorale positivo nelle tante battaglie che intendiamo condurre nel luogo in cui si decide il destino del nostro Paese.

Si, perché la vera rivoluzione parte da lì. C’è poco da fare. Tutto il resto è secondario. Se si vuole Cambiare l’Italia e la politica italiana si deve fare il giusto passo, nella giusta direzione.

Perché io? Perché noi?

Perché questa è l’occasione che tutti attendevamo, pensare di rimandare l’appuntamento avrebbe significato tradire quanto di buono si è fatto, anche qui da noi, per dare finalmente una svolta.

Noi non siamo nuovi a grandi battaglie civili e di prospettiva sociale. Noi siamo quelli che col MRS hanno fatto da sentinella e da bandiera al territorio.

Questa volta abbiamo un’opportunità imperdibile, concentrare il consenso sull’unico leccese presente, in posizione eleggibile, tra tutte le liste del centrodestra, uno dei tre salentini in campo (gli altri due sono Pdl), ma l’unico di Lecce città. Significa dare al territorio un riferimento concreto, reale. Avere a che fare con uno che c’è , che c’è sempre stato, uno di voi.

Per noi il Porcellum non esiste, noi i voti dobbiamo prenderli uno per uno, come se fossimo in un sistema elettorale che prevede le preferenze. Quello che avremmo voluto!

E allora mi sono detto che era arrivato il tempo di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, con quel protagonismo che mi ha sempre contraddistinto, a viso aperto, senza paura, con coraggio e passione.

Pensando al lavoro, alla mia vita e alle tante soddisfazioni che mi ha regalato, insieme a qualche amarezza, penso anche, con indignazione, a tutti quei privilegi della politica che hanno sottratto a noi per dare a se stessa, a quanti non hanno mai lavorato e decidono sul lavoro e il futuro degli altri, a quanti parlano di cassintegrazione e disoccupazione senza sapere cosa sia il sacrificio della vita di tutti i giorni.

Sono cresciuto con l’idea del boom economico e con l’immagine di un’Italia potenza europea e mondiale e mi ritrovo oggi a sentire parlare di rischio fallimento, di default, di miseria, di mancanza di futuro e di prospettive per i nostri figli.

Si … hanno spento la fiamma della speranza per le nuove generazioni…

E dopo gli scandali, le truffe, le appropriazioni, gli sprechi, i privilegi di una flotta di politicanti, che abbiamo puntualmente registrato e denunciato, provate adesso ad andare a parlare alla gente di politica, di buona politica… Di prestigiatori ne abbiamo avuti fin troppi… specie qui da noi.

Pensando a tutte queste cose ho deciso di mettermi in gioco, di schierarmi in prima linea.

Non mi interessa ricoprire ruoli, l’essere un imprenditore di successo, con un’azienda che ha scritto pagine di Storia per questo territorio mi basta, ma non basta a cambiare l’orizzonte.

Perché c’è un vento nuovo nel Centrodestra, e noi siamo quel vento, noi del Mir.

Essere uomini liberi non è facile. Noi del MIR facciamo una battaglia da uomini liberi, non certo in solitaria, ma all’insegna dell’indipendenza di pensiero, programmi e azione progettuale.

Combatteremo, come abbiamo sempre fatto, le battaglie a difesa del paesaggio, dell’aria che respiriamo, del mare che rischia di essere trivellato e danneggiato.

Si perché questa classe politica ha fallito, hanno ridotto il Salento allo sgabuzzino d’Italia e ci hanno portato, con gli applausi della nostra inetta classe politica , quello che nessun altro voleva nel proprio territorio.

Ci hanno portato la Italsider, ora Ilva, la più grande produttrice di diossina d’Europa, distruggendo così una delle più belle città d’Italia e la sua vocazione di sviluppo.

Ci hanno portato la centrale a carbone di Cerano con la più alta emissione di CO2 in Europa.

E poi ci hanno illuso che questa terra doveva produrre energia alternativa perché, così facendo, sarebbe diminuita l’emissione a Cerano.

Ci hanno detto che ogni pannello fotovoltaico e ogni pala eolica servivano a togliere un sacchetto di carbone bruciato a Cerano e, invece, ci hanno ingannato.

Vendola ci ha raggirato.

Vendola?

Vendola non lo vediamo da tanto tempo. A dire il vero il alcune zone della regione non l’hanno mai visto… e adesso poi con la sua campagna elettorale…

E’ in giro a fare il pifferaio magico in tutta Italia, con le sue chiacchiere, le sue poesie.

Vendola vuole portare il modello Puglia all’Italia…

Avete sentito?

Vuole portare il modello Puglia, cioè la distruzione della campagne, del mare, la disoccupazione, la sanità allo sfascio, lui lo vuole portare a tutti gli italiani.

Ma noi del Mir glielo dobbiamo dire agli italiani il rischio pazzesco che corrono.

Qui a Lecce città non c’è ancora la Pet Tac per individuare le malattie gravi. Vendola aveva promesso che avrebbe cambiato la Sanità, che l’avrebbe umanizzata. E qui abbiamo liste d’attesa disumane. Gli Ospedali vengono chiusi, o si tengono aperte strutture con solo 7 posti letto.

E’ tutto un disastro…

Sprechi indicibili, risorse buttate, problemi che crescono ogni giorno. Non c’è lavoro, e chi ancora ce l’ha rischia di perderlo … Il Salento sta morendo!!!

La regione che fa? Pensa a produrre i film o i vari festival per milioni di euro, regala 6 milioni di euro per una Notte bianca, soldi e soldi per iniziative di cui nessuno sente parlare… E la gente muore di fame.

Tu muori, che io invece mi sistemo tutti i trombati in apposite società partecipate. 36 ce ne sono, con dirigenti o amministratori che guadagnano una barca di soldi e non fanno niente per il territorio.

Ma ci rendiamo conto di dove siamo finiti? Di quanti sperperi e ruberie ci hanno ridotti in queste condizioni di paura e preoccupazione?

E Vendola va in televisione e parla del modello Puglia.

E’ lui il comico, non Beppe Grillo.

La Puglia che non ha i collegamenti, non ha le infrastrutture. Tiene in cantina i meravigliosi porti naturali di Brindisi e Taranto come se fossero porticcioli da quattro soldi, quando invece sono i porti più importanti del mediterraneo, scali commerciali e industriali con potenzialità immense, abbandonati e offesi.

Siamo senza voli, con i nostri imprenditori che devono combattere per elemosinare voli di linea, collegamenti diretti con i principali HUB d’Europa e le principali aree metropolitane d’Italia. Ma che sviluppo possiamo avere senza aerei. Eppure gli aeroporti ci sono.

E i treni?

Ancora sono pochi e scalcagnati!

Avete mai provato a partire in treno da Santa Maria di Leuca e arrivare nel nord Italia. Ci sono tre modalità di viaggio. Si comincia con un viaggio da Terzo Mondo e poi, pian piano che si sale si arriva a un livello di comfort e modernità quasi europeo.

Ecco perché io credo che sia giunto il momento di cambiare le persone e di cambiare mentalità.

Per dare speranza serve novità, e serve giustizia sociale, attenzione ai problemi dei più deboli.

Noi ragioniamo in termini di efficacia e non di convenienza.

Perciò cambiamo il linguaggio.

Basta con il buono e il cattivo.

Introduciamo il concetto di efficace o inefficace, di chi ha costruito e di chi ha assistito alle demolizioni senza batter ciglio pur di salvarsi.

Le immagino le telefonate degli uscenti alle loro mogli. – Amore ti ricandidano?

– Pare di no.

– e adesso come facciamo?

– non preoccuparti, fra un anno ci arriva il vitalizio…

Cambiamoli e cambieremo tutto.

E per cambiare serve gente nuova.

Gente capace di fare o anche solo di pensare alle riforme. Si alle riforme, quelle benedette riforme.

Le idee noi ce le abbiamo. Con il Movimento Regione Salento abbiamo proposto una riforma che permetta di porre mano all’architettura dello stato, in senso europeo del regionalismo italiano, che consenta un notevole abbattimento della spesa pubblica, calcolata più del 50%, e la nascita di una nuova governance efficiente e virtuosa.

Un neoregionalismo che preveda l’abolizione della 110 province e degli oltre 7000 enti inutili, che rimette i territori in equilibrio per un federalismo fiscale funzionale, con 30 regioni di dimensioni ottimali, efficienti e più ricche. E tra queste, finalmente, ci sarà la regione salento, la nostra stella polare.

Si, perché sarà proprio questo il cammino giusto per poter raggiungere l’obiettivo del nostro sogno, che vede anche la condivisione del presidente della provincia di Bari Francesco Schittulli, che la pensa come noi. Che pensa che questa regione così come è non può essere ben gestita per la sua disomogeneità e per essere la regione più lunga d’Europa .

Questi e tanti altri punti di convergenza ci portano oggi a presentare il progetto politico del MIR, Moderati in Rivoluzione nati per cambiare l’Italia.

E noi lo faremo con Gianpiero Samorì, in coalizione nel centro destra perché noi crediamo nel sistema bipolare: o sei da una parte o sei dall’altra.

Ma noi non siamo il PdL, noi siamo il MIR; non è Berlusconi il nostro candidato premier.

Il nostro candidato premier si chiama Giampiero Samorì.

Si, perché Berlusconi ci ha deluso, poteva fare tanto. I moderati lo hanno votato e sono rimasti con il cerino in mano.

Però una cosa dobbiamo dirla: che con il governo di centro destra si sopravviveva nonostante la forte crisi internazionale; le aziende soffrivano ma rimanevano in piedi, le famiglie arrivavano alla terza settimana del mese.

Il governo Monti ha fatto ancora peggio. Ci ha ridotto alla fame.

Le imprese, i negozi chiudono ogni giorno; le famiglie sono alla canna del gas.

Hanno provato a fare le riforme, hanno partorito solo pastrocchi!

Ed ora poi, con Fini e Casini … Lasciamo perdere …

Le sinistre? Vendola? Il partito dei Pubblici Ministeri?

E chi dovrebbe risolvere i problemi dell’Italia? Il PD di Bersani?

Ma dai!…

Quello che sta succedendo con il Monte dei Paschi di Siena è la Cartina di Tornasole di quello che è il PD.

Bersani dice che sbranerà chi accusa il PD. Venga a sbranarmi allora …

Bersani dice che il PD fa il PD, la banca fa la banca. Come per dire che loro non c’entrano niente!

Vengano a dirlo qui , a Lecce, che non c’entrano niente. Con il Monte dei Paschi di Siena che ha sbranato la 121 (Banca del Salento), impoverendo il territorio.

E vengano a dirci che non c’entrano niente con i poteri forti, che anche qui da noi sono dietro a ogni affare, ai grandi appalti, al fotovoltaico, al gasdotto, all’Ilva, alla sanità.

Altro che riformisti e progressisti, sono i conservatori più spinti che possano esistere. Chiusi, insipidi, sclerotizzati, pronti a presentare le stesse ricette e proporre sempre gli stessi individui, buoni per tutte le stagioni.

Ostili a tutte le idee di rinnovamento, ostili al ricambio, nemici della meritocrazia e della libertà di espressione.

C’è qualcuno che può fermarli?

Si amici, c’è!

E’ il MIR – Moderati in Rivoluzione

E’ Gianpiero Samorì.

Siamo noi.

Siamo noi l’anti Casta. Quelli che lavorano, quelli concreti, quelli che nella vita hanno già dimostrato di saperci fare.

Quelli che prima fanno e poi parlano.

Non siamo i soliti contafrottole. Non siamo quelli che si sono mangiati tutto e fanno finta di essere a digiuno. No, noi siamo l’antidoto a questo morbo che ha appestato l’Italia.

Noi siamo lo stop alla ricerca del profitto, dei rimborsi gonfiati, delle auto blu per fare casa lavoro e spesso la spesa per casa. Noi siamo contro i carrozzoni e gli sgabelli per far sedere chi è rimasto senza poltrona. Noi siamo tutto questo. E LO DIMOSTREREMO.

Il nostro lavoro nel Parlamento italiano sarà la vera svolta dell’Italia che aspetta di essere ancora una grande potenza economica, culturale, e turistica.

Per fare questo dovremo adottare alcune scelte che sono improntate innanzitutto alla creazione di ricchezza. Ricchezza che va redistribuita.

COMINCIAMO ad andare a prendere i soldi dove sono.

Noi siamo il MIR. Siamo i moderati in rivoluzione. Noi siamo diversi.

Noi proponiamo ricette sane, concrete e funzionali che ascolterete nelle parole del nostro leader.

Tagliamo le gambe ai mostri della burocrazia, a partire, dagli eccessi dello Stato, delle Regioni, delle Province, dell’Università, macchine mangia soldi e castelli per vere e proprie dinastie di amici degli amici, di figli, o di figli degli amici.

I nostri valori sono fondati sull’efficienza, la meritocrazia, la competenza, l’impegno.

Combattiamo l’evasione fiscale per togliere un’IMU che e’ odiosa nei confronti dei sacrifici fatti per acquistare la nostra casa. Magari coi mutui alle banche coccolate dai poteri forti sulle nostre spalle.

Se io chiedo un mutuo per salvare un’azienda e’ come se chiedessi l’elemosina. Noi paghiamo le tasse perchè alcune banche si vedano elargiti fondi dallo Stato e dalla BCE. Fondi che non prestano alle aziende e alle famiglie. Fondi che usano per acquistare derivati e per speculare su titoli tossici.

Rendiamo veloci le decisioni del parlamento, e teniamo un filo diretto con i cittadini, prospettando il voto democratico ogni qualvolta non si riesca nell’intento di mantenere nel corso del Mandato ciò che si è promesso.

Se faremo questo, saremo credibili e dimostreremo a tutti, non solo di essere la novità, ma direi meglio la fortuna della nuova Italia.

Cominciamo la campagna elettorale, con l’auspicio che possiamo ritrovarci per dirci: GRAZIE RAGAZZI. E’ IL NOSTRO MOMENTO.

Grazie a tutti.

Evviva il MIR.

Evviva Giampiero Samorì

di Paolo Pagliaro
Candidato alla Camera dei Deputati
Coordinatore Regionale MIR

Hotel Hilton Garden Inn
Lecce, 28 gennaio 2013