Non permettiamo la desertificazione del Salento

15 Dicembre 2014 Non permettiamo la desertificazione del Salento

Dal Quotidiano del 15/12/2014

L’esperienza più diffusa di questi giorni è il rammarico della gente, un rammarico complessivo, a metà strada tra rassegnazione totale e voglia disperata di non rassegnarsi nel vedere che il Salento si sta riducendo a un deserto.

Un territorio orfano di padri e di madri, ma sostenuto di malavoglia da patrigni e matrigne che non hanno a cuore il destino di certi figli. C’è poco da fare, se la politica avesse fatto il suo mestiere e se i nostri politici fossero stati accorti e innamorati oltre che di se stessi anche della nostra terra, certamente non saremmo a questo.

In queste ore si torna a presidiare un tratto di costa, l’ultimo calpestabile, per scandire un no secco e diretto alle trivellazioni nel nostro mare, perché rovinare una delle poche cose buone e ancora inviolate che abbiamo, il mare, sembra a tutti una bestemmia, tanto da far scendere in campo anche la Chiesa che, per una volta, accanto alle questioni morali e spirituali è costretta a tuonare su vicende politiche ed economiche sulle quali altri dovrebbero pronunciarsi. Ma i vescovi capiscono che gli “altri” si sono ritirati.

E meno male che almeno c’è qualcuno che non si è rassegnato del tutto, che per fortuna non ci lascia soli in queste difficili battaglie, il cui risultato sembra già scritto a tavolino, come nel caso del gasdotto TAP che sarebbe già con i cantieri avviati se non fosse stato per il sentimento di ribellione dei “pellerossa” locali.

Non abbiamo dubbi che i vantaggi ci siano. Ma non per il Salento, ecco perché non siamo interessati all’acquisto di pacchi regalo, più pacchi che non veri regali, per le nostre popolazioni.

Oggi è più dura di ieri lo sappiamo, perché senza economia libera e senza organismi istituzionali autonomi è tutto maledettamente più complicato. La fame di lavoro, la sofferenza delle aziende, la mancanza di investimenti, la carenza di progettualità di alto profilo, azzerano di fatto la possibilità di concentrarsi sulle vertenze del territorio e di affrontare in granitica coalizione le criticità che emergono ogni giorno.

Il nostro problema, lo abbiamo già affermato qualche tempo fa, è la scollatura tra istituzioni e comunità civile, è la mancanza di unità di intenti tra le parti politiche, è la mancanza di fiducia reciproca dei soggetti attivi sul piano economico imprenditoriale. Quando manca tutto questo è facilissimo appropriarsi delle nostre risorse. Una casa abbandonata è preda degli sciacalli, come un territorio abbandonato è preda dei potenti di turno venuti da lontano.

Ma molti cittadini sono convinti che ci sia anche una complicità evidente, che rafforza chi esercita un potere abusivo, potere che viene legittimato proprio da chi dovrebbe contenerlo o addirittura respingerlo. La complicità della politica pugliese in certe vicende è innegabile e le tante appropriazioni indebite che vengono perpetrate a casa nostra sono frutto di questo malsano connubio che sta sporcando la bellezza dei nostri paesi e del nostro paesaggio.

Tutti d’accordo sul progresso, mica siamo cretini, ma purché determini autentico arricchimento, un arricchimento per tutti, non solo per pochi sconosciuti. E mai, certamente mai, uno sfruttamento. Noi crediamo di avere titolo per spiegare al mondo intero che i primi a dover dire una parola sul da farsi siamo noi che siamo nati e vissuti qui. Siamo noi a pagare le conseguenze di determinate scelte, ma il prezzo da pagare è meno gravoso se le scelte vengono fatte da chi intende portarne il peso. Quando sono calate dall’alto sono, al contrario, inaccettabili. E nessuno le vuole accettare, sicuro, ma siamo troppo pochi a farlo sapere in giro, talmente pochi che sembriamo una minoranza sparuta, quando potremmo essere una massa critica schiacciante se le maggioranze silenziose dessero il loro contributo anziché stendersi sul divano ad aspettare buone notizie che non arriveranno mai.

Il dramma è che da noi c’è ancora qualcuno convinto che la Regione Puglia possa provvedere ai bisogni del nostro territorio, ma purtroppo non è così. Il deserto avanza insieme alla campagna elettorale e alla corsa al mantenimento delle postazioni di potere. Per questo si che l’impegno c’è. E’ abbastanza chiaro.

di Paolo Pagliaro
Presidente
Movimento Regione Salento

Lecce, 15 dicembre 2014