Schittulli indica la meta e noi, dopo 10 anni di ingiustizie, la inseguiamo con lui

9 Marzo 2015 Schittulli indica la meta e noi, dopo 10 anni di ingiustizie, la inseguiamo con lui

Se la politica è un’attività a servizio dei cittadini, e non il contrario, il centrodestra può dire di aver cominciato col piede giusto: la candidatura di Francesco Schittulli per la presidenza della Regione Puglia porta con sé il timbro di chi per una vita si è speso per gli altri, ed oggi si propone per l’intera Regione. La sua è una candidatura che ci inorgoglisce, un dito indice che indica la meta.
Una meta diametralmente opposta a quella inseguita in questi dieci anni di malgoverno della sinistra. L’emblema del disastro lo cogliamo sulle cronache tutti i giorni, anche oggi: un cittadino morto di infarto proprio davanti al reparto di Cardiologia di un ospedale di Bari, in attesa da 75 giorni per il relativo esame medico. Un’onta che macchia le coscienze e la credibilità di coloro che, mentre per una tac ci vuole un anno d’attesa, hanno consentito che nell’Asl di Foggia un disinfettante del costo di 50 euro fosse pagato 1.600 euro per anni.
Questa è stata la sinistra.
E ancora: mentre i nostri figli si vedono solo porte sbattute in faccia, mentre le loro speranze si trasformano in dolorosissime delusioni e sono costretti ad emigrare in altre Regioni (o Paesi) per un posto di lavoro; tutti i tesserati delle Fabbriche di Nichi hanno trovato posto nel pubblico, dalla Regione alle sue agenzie.
È un’eredità pesante come un macigno e la lista è molto lunga e non risparmia nessuno. Imprenditori non in linea con il regime del centrosinistra che si sono sognati solo la notte gli appalti, prorogati all’infinito per gli ‘amici’; gli agricoltori, le partite iva, i cittadini più deboli.
Nessuno escluso. Il centrodestra oggi ha una grande, immensa responsabilità: vincere le elezioni, spazzare via il marciume e dare a tutti un governo serio e trasparente della Puglia. Il Presidente Berlusconi, ieri, ha parlato di un centrodestra di nuovo insieme e forte.
E ha ragione.
Si può vincere e dobbiamo vincere, con la passione della politica e la rabbia per le ingiustizie che hanno segnato tutti in questi dieci anni. Il futuro è dietro l’angolo.

di Paolo Pagliaro

Lecce, 9 marzo 2015