Con Berlusconi e Salvini il centrodestra torna a vincere

29 Giugno 2015 Con Berlusconi e Salvini il centrodestra torna a vincere

Editoriale pubblicato sul Nuovo Quotidiano di Puglia 29.06.2015

Ormai ci siamo, la strada è tracciata, i protagonisti sappiamo chi sono. Il Centrodestra può finalmente tornare ad essere la migliore alternativa possibile nella politica italiana. Alternativa e alternanza direi, come era un tempo quando, se pure nelle difficoltà di stagioni complesse, gli italiani potevano orientare e bilanciare le loro scelte con indirizzi politici e programmatici opposti e diversi. Il tutto legittimamente e deliberatamente disposto dall’elettore attraverso la sua democratica sovranità. Quindi ci siamo. Il presidente Silvio Berlusconi ha tracciato l’identikit del nuovo Centrodestra e lo ha fatto nella consapevolezza di un grande bisogno che è quello di dover ridare centralità a scelte condivise e ad una formazione ampia e inclusiva, capace, come non mai, di assecondare le istanze tumultuose di un popolo falcidiato dalle scelte di parte e dai vuoti a perdere degli ultimi governi, tutti uniti da un raro e congenito peccato originale, quello della delegittimazione elettorale. Si tratta infatti di governi calati dall’alto, di by pass democratici oramai inaccettabili per le coscienze civiche di oggi. Ecco perché con il nuovo Centrodestra che stiamo costruendo abbiamo bisogno di ripartire dalle fondamenta democratiche. Siamo fra coloro che pensano che le decisioni della gente siano ancora importanti e non qualcosa da aggirare in nome e per conto di non meglio precisate ricette salvaItalia, che lanciano siluri contro la libertà dei cittadini. Tutto ha un prezzo e c’è sempre un costo da pagare, siamo d’accordo, ma siamo convinti che il braccio teso da Berlusconi alla lega di Matteo Salvini possa essere un gesto profetico per il Centrodestra, perché diventi innanzitutto una forza elettorale e poi uno schieramento in grado di riportare a più miti consigli lo strapotere governativo del PD e del premier attuale. Oggi la credibilità della politica è messa in discussione dalla mancanza di interlocutori forti e decisi, e troppe volte il frazionamento delle risorse in termini politici e umani ha spianato la strada all’antipolitica a buon mercato. Il Movimento 5 stelle in realtà non solo non ha inventato nulla di nuovo o di straordinario, ma è lì a ricordare il vuoto che c’è, quel vuoto lasciato dal Centrodestra, lacerato dai tanti, troppi individualismi e dalla scarsa inclinazione allo spirito di gruppo. Ma l’anima liberale, modernista, riformatrice di quel sogno che fu di Forza Italia nel 1994 aleggia ancora e non va rinchiusa né respinta, ma va accolta e reinterpretata alla luce dei cambiamenti globali e degli avvicendamenti di tanti protagonisti. Se Matteo Salvini, stimato leader leghista, ben più avanti dei suoi predecessori, può parlare in maniera chiara e credibile a tanti italiani che, oggi più di ieri, seguono la Lega, può farlo grazie all’opera di sdoganamento compiuta da Berlusconi a metà degli anni ’90. Ecco perché Forza Italia e Lega possono dialogare, perché parlano la stessa lingua, parlano la lingua dei padri e costruiscono il futuro dei figli. Per farlo occorre capovolgere lo stereotipo della politica arraffona e riconsegnare il compito di edificare la nuova Italia ad una classe dirigente in grado di mostrare dignità, coerenza e passione quali pilastri della realizzazione di un Paese moderno, europeo sì, ma prima ancora interamente e profondamente italiano. L’Europa di Berlusconi aveva un peso e un ruolo a livello internazionale che non si sono più visti. L’Italia dialogava con i 5 continenti e poneva condizioni che solo oggi sembrano delle chimere. L’Italia ha bisogno del Centrodestra, ha bisogno dei movimenti tenuti insieme da una prospettiva avventurosa ma concreta, ha bisogno dei moderati al fianco dei cattolici, ha bisogno dei liberali e dei conservatori. Una grande alleanza, moderna e riformatrice che possa dare impulso al cambiamento, che ascolti la gente, ma che non si lasci condizionare dalle piazze. L’Italia rivendica protagonismo, anela a rilanciare la sua economia, senza la vessazione infernale di una tassazione fra le più alte del mondo e del tutto sproporzionata all’efficienza garantita dallo Stato, tende ad impostare riforme e non obbrobri, sogna una Scuola all’altezza dei tempi, un’Università vicina alle imprese, punta a valorizzare le identità territoriali e non a mortificarle, o a sopprimerle. Con questo Centrodestra possiamo farcela, ormai ci siamo. Possiamo cominciare a chiedere ai cittadini di cominciare a vincere.

Paolo Pagliaro
Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia
Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali
Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia

 

2015.06.29