Ora Forza Italia ha bisogno di passione: Fidiamoci di Parisi

6 Settembre 2016 Ora Forza Italia ha bisogno di passione: Fidiamoci di Parisi

Intervista rilasciata sul Quotidiano di oggi 6 settembre 2016

Paolo Pagliaro, componente dell’Ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italia e responsabile del dipartimento regionalismo e federalismo , membro dell’esecutivo regionale con delega alla cultura,turismo e comunicazione , si è chiuso ieri (venerdì ndr) a Giovinazzo il campus Everest. Gasparri ha lanciato un messaggio a Berlusconi: “si fidi dei nostri giovani” Cosa ne pensa?

“Che ne penso… Penso che il futuro passi anche da loro. Se ‘i nostri giovani’ sono quelli nelle istituzioni o quelli che ricoprono ruoli dirigenziali nel partito o quelli che scorrazzano in politica da più di 20 anni senza aver fatto qualcosa di concreto per i cittadini e per i territori; fa bene Berlusconi a non fidarsi. Sono giovani che, nella stragrande maggioranza di casi, sono vecchi dentro e non hanno alcun ideale politico. Non un briciolo di passione, di coraggio, di vero spirito “rivoluzionario”, di militanza, se non un carrierismo sfrenato. Per questi giovani, fare politica è scattare una foto da far girare sui social network, ma non hanno quella grinta ideologica che contraddistingue chi proviene dai movimenti giovanili degli anni ’70”.

Ad Everest, però, di giovani ce n’erano tanti.

“Si, ma sono manifestazioni che non servono. Sono eventi autoreferenziali che non interessano alla gente perché non parlano alla gente comune. I cittadini non vogliono conoscere lo stato di salute di Forza Italia, ma le proposte che il partito può avanzare per risolvere i problemi. Purtroppo, mi dispiace dirlo, ma non abbiamo sentito alcuna idea per il futuro dei giovani e non della Puglia e dell’Italia”.

Come farà il suo partito a superare l’impasse del dopo Berlusconi?

“Questo lo deciderà come è giusto che sia solo Berlusconi. Ora sembra che voglia puntare su Parisi che è un manager preparato e serio e ha detto una cosa che condivido: aprire alla società civile a persone che hanno un lavoro,non sfaccendati che non hanno mai lavorato nella propria vita, che con spirito di servizio e la loro esperienza portino idee e progetti per rigenerare il partito e il Paese. Un’intenzione di cui sentiamo parlare da anni a destra quanto a sinistra, ma nessuno poi lo fa sul serio. Speriamo che la sua concretezza possa segnare una svolta anche in questa direzione. Che è quella giusta, auspicata da sempre anche dal presidente Berlusconi”.

Parisi è la novità del momento, cosa pensa della guerra interna dei “colonnelli” nei suoi confronti, crede che alla fine i messaggi rassicuranti prevarranno sulla diffidenza?

“Ogni suddito vuole fare il re’, quindi se c’è qualcuno che ruba lo scettro è inevitabilmente che altri sbattano i piedi. Parisi vuole recuperare l’anima autentica del nostro partito, un partito popolare e liberale, che guarda al federalismo e alla responsabilizzazione dei territori. Parla di rigenerazione di Forza Italia, mentre gli altri pensano solo a tenersi strette le poltrone. Voglio fidarmi e credo che Stefano Parisi meriti la nostra fiducia. Può essere un traghettatore perfetto per riportare il centrodestra in acque tranquille ritornando a rappresentare la maggioranza dei cittadini del nostro Paese. I colonnelli dovrebbero avere l’umiltà di riconoscere che in buona parte sono tali grazie anche a Berlusconi mentre Parisi ha subito proposto un progetto ideale e valoriale perdendo per una manciata di voti a Milano a causa di un tradimento della lega nel rush finale”.

Le primarie restano al vostro interno (e non solo) un argomento controverso, lo stesso parisi si oppone e furono uno dei punti di rottura con Fitto. Lei cosa ne pensa?

“Per me le primarie sono uno strumento di dialogo straordinario con i cittadini, ma solo se regolamentate per legge. So per esperienza personale che, senza una legge, sono uno strumento utile ai capi partito per decidere con le loro truppe cammellate. A Lecce i sondaggi mi davano per favorito nella corsa a candidato sindaco, ma poi nei seggi tanta gente di tutti i tipi non sapeva nemmeno perché fosse lì e per cosa stesse votando…come è successo di recente in tutte le primarie di centrodestra o di centrosinistra, una vera pantomima. Per quanto riguarda Fitto, non credo che ami realmente le primarie non avendole mai importate in puglia : le ha solo sventolate come una clava per determinare un conflitto interno, pensando di poterle utilizzare per fare una scalata nel partito. Scalata che, peraltro, non credo che qualcuno gli volesse negare. Ma ha preferito andar via sbattendo la porta facendo la vittima, facendo perdere la coalizione alle regionali e in gran parte dei comuni al voto. La prova di quello che dico è nel caso di Maglie: Fitto promuove le primarie solo quando gli fa comodo”.

Referendum, lei è stato tra i primi a fondare un comitato del no. Come si concilia questa posizione con la spinta da sempre riformista del suo partito? In molti ravvisano in questo passaggio un passo indietro legato alle ruggini tra Berlusconi e Renzi che alla visione d’insieme.

“Non scherziamo. Forza Italia è la prima forza riformatrice del Parse, ciò non significa che ogni riforma sia giusta. Quella proposta dal governo Renzi è un bluff, un vero pasticcio. A parte il fatto che non ha i numeri per poter cambiare la nostra Carta Fondamentale, non abolisce il Senato, ma il diritto di votare dei cittadini. Non riduce i costi, ma crea solo un ‘caso Province bis’ e tanti altri disastri che ci inducono ad opporsi con forza a questa dannosa riforma Per questo, ho promosso la costituzione di un comitato -l’unico in Puglia- che raggruppa tutte le forze della costellazione del centrodestra, da Fi a Fratelli d’Italia alla Lega ed altre dieci sigle. Come sanno tutti proprio qui dal Salento e’ stato proposto e poi presentato anche un disegno di legge di riordino istituzionale. Una proposta seria, non una riforma che riduce i diritti dei cittadini ma non annulla le poltrone. La nostra democrazia è a rischio e al centrodestra tocca fare di più: dobbiamo tornare al governo delle istituzioni per mettere un freno ad una pericolosa e sovversiva deriva renziana e far uscire dalle sabbie mobili e rilanciare il nostro Paese”.

6.9.16

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