Il Salento? Un paradiso penalizzato dai trasporti

20 Maggio 2017 Il Salento? Un paradiso penalizzato dai trasporti

«Con l’arrivo della bella stagione si parla sempre di più, fortunatamente, della bellezza del Salento e delle sue spiagge giudicate tra le più belle al mondo. E non posso esimermi dall’evidenziare il solito silenzio e il “nonpuotismo” dei politici salentini di fronte ai problemi che per ora penalizzano ma a lungo andare castreranno il nostro territorio. Chiediamo da sempre maggiore attenzione per la questione trasporti e mobilità. Abbiamo carenze importanti sotto tutti i punti di vista. Come accoglieremo i turisti? Si ritroveranno a fare i conti con una lunga serie di disservizi: le tratte aeree cancellate da Ryanair, con collegamenti assenti dall’aeroporto del Salento alle località turistiche, le ferrovie Sud Est da terzo mondo e la promessa mai mantenuta della realizzazione della Metropolitana di superficie dal Capo di Leuca fino all’aeroporto di Brindisi, con un’autostrada che arriva fino a Bari, con la presa in giro del “Frecciarossa”, con l’Alta Velocità che mai arriverà a Lecce e si fermerà a Bari, i manti stradali e le segnaletiche mediocri se non fatiscenti. Abbiamo inoltre bisogno di porti e porticcioli turistici, un territorio di mare qual è il Salento deve per forza avere un suo approdo turistico per la navigazione e il diportismo e anche per le comunicazioni marittime di medio raggio. Il porto dovrebbe essere il primo segnale di ripresa e rilancio di una vocazione marinara del nostro territorio. Il primo biglietto da visita da lasciare ai turisti è quello di una buona percorribilità del territorio e la facilità con cui raggiungere il nostro territorio. Tutto tace però, nonostante le sollecitazioni continue, e la politica locale resta immobile con un Piano dei Trasporti inefficiente. Nessuno fa nulla, il tempo scivola via mentre i politici restano seduti, ancorati alle loro poltrone, senza curarsi delle vere esigenze del Salento. Fino a quando i turisti non si stancheranno potranno farlo con la consapevolezza che non ci sarà mai crescita per un settore che potrebbe essere trainante 365 giorni l’anno, poi qualcuno reciterà il “de profundis” dando la colpa alla sfortuna. Non è sfortuna, è incapacità, mancanza di volontà, mancanza di strategia e visione lungimirante: la politica non è solo un freddo e ben ricompensato lavoro ma è passione. Dimostrino di amare il Salento, scattino sull’attenti e si mettano al lavoro, non c’è più tempo per la chiacchiere e nemmeno per il silenzio. Una riflessione a parte merita la questione Twiga e l’atteggiamento provocatorio di Flavio Briatore che sta dividendo l’opinione pubblica in questi ultimi giorni. E qui voglio accendere un faro d’attenzione ulteriore: se non ci sono state le violazioni delle norme urbanistiche in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e l’ abusiva occupazione del Demanio marittimo contestate bisogna risolvere quanto prima la questione per permettere agli imprenditori salentini, che da Briatore stavano acquisendo solo il marchio, di poter proseguire nel loro investimento. Sulle dichiarazioni di mister Billionaire, invece, stendiamo un velo pietoso. Dimostra di non conoscere il Salento e nemmeno Gallipoli, che non è solo quel tipo di turismo che lui addita ma pullula di locali importanti, così come tutto il Salento annovera locali di qualità da oltre trent’anni. Ciò detto bisogna diversificare il prodotto turismo e aprire a tutte le categorie di utenti. Lo ripetiamo da anni, il nostro modello ideale è il modello Andalusia proprio per la pluralità e la complementarietà delle sue proposte ai turisti di tutto il mondo. Appunto per questo serve un confronto serio non pregiudiziale e provocatorio come quello proposto da Briatore, e deve essere vissuto come un momento di crescita e maturazione, nella consapevolezza di non voler sprecare le ricchezze storiche, culturali e religiose che abbiamo a disposizione».

Dalla Gazzetta del 20 maggio 2017

20.5.17