Province inutili. Il Governo del cambiamento attui il riordino territoriale

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3 Novembre 2018 Province inutili. Il Governo del cambiamento attui il riordino territoriale

Abbiamo assistito nelle scorse ore alle elezioni dei Presidenti delle tre province Lecce, Brindisi e Taranto, abbiamo assistito ai festeggiamenti per aver acquisito un regno vuoto. Il perché è presto detto. Le province sono enti inutili, diventate ancora più sterili dopo l’azione di Delrio. 
Partiamo da un presupposto importantissimo, noi non siamo pregiudizialmente contro le province che andrebbero bene e sarebbero utili qualora avessero delle funzioni, risorse e poteri ma adesso dobbiamo capire e ammettere che in questo Paese abbiamo un ente in più. Decidiamo: l’ente in più è la Provincia oppure la Regione? Agiamo in modo intelligente e attuiamo il Riordino territoriale.
Andiamo per gradi. A cosa servono concretamente ora le province? Gestiscono le strade provinciali, le scuole superiori, i problemi ambientali legati alle discariche, tutte cose che potrebbero e dovrebbero essere gestite dalla regioni o dai comuni addirittura; qual è il senso di dividere le strade in provinciali e regionali? Spreco di tempo e di risorse se poi non si ha la gestione o il potere per fare una nuova strada come ad esempio la Lecce-Taranto, oppure agire sulla 275 arteria importantissima o sulle infrastrutture di cui abbiamo bisogno. Così come le scuole si trovano nei comuni cosa centra la provincia?
Entriamo nello specifico con esempi pratici di tante criticità del Salento che la Provincia non può risolvere:
La Provincia ha il potere di spostare approdo del gasdotto Tap? Ha il potere di intervenire sulle questioni legate alla xylella? Può decidere sull’inquinamento di Cerano e dell’ilva? Può decidere sui rifiuti tossici interrati? Può occuparsi dei problemi della sanità e degli ospedali che non funzionano? Ha potere su turismo, agricoltura, pesca, porticcioli? Può affrontare il problema dei disagi sociali e delle povertà? E tanto altro…No è la risposta a tutti i quesiti.
Le province avrebbero un senso se avessero funzioni, così sono dei contenitori inutili dove si spreca del denaro pubblico. Un tempo almeno si votava per il Presidente e i consiglieri, adesso invece vengono eletti con un sistema che ha tolto voce agli elettori, si scelgono tra di loro; anche il valore e la forza della rappresentatività è svanito.
I veri poteri sono delle regioni unici enti in grado di essere determinanti sui territori; qui però dobbiamo aprire una parentesi importante.
Appurato che le province debbano essere eliminate realmente, dobbiamo anche capire che il sistema delle regioni va riformato, perché adesso è soltanto una cloaca di mala gestio, è soltanto una fonte di sprechi e di privilegi.  Servono regioni omogenee, di dimensioni ottimali, prossime Ai cittadini, che siano enti virtuosi, partendo da nuovi statuti che descrivano funzioni chiare. Non possiamo restare ancorati al passato ma dobbiamo tenere conto delle trasformazioni avvenute negli ultimi anni. Le nuove regioni sono ormai una necessità, siamo di fronte ad un bivio e dobbiamo decidere se andare avanti o se ammuffire in carrozzoni inutili. 
Il Governo che chiamano del cambiamento ne prenda atto e se veramente vogliono cambiare le cose ed eliminare gli sprechi si muovano verso questa direzione senza parlare di cose irrealizzabili, così come la Lega che predica valori, identità, autonomia, federalismo non può sottrarsi al rimodernamento territoriale.
Esiste già un progetto di legge e lo ripetiamo da anni, è pronto, bisogna soltanto attuarlo, oppure migliorarlo se l’attuale Governo ritiene che debba essere migliorato in qualche punto, ma è lì, si chiama Riordino territoriale della Società Geografia Italiana e la Lega lo conosce bene.
Non c’è più tempo da perdere, non può esistere cambiamento che non passi da questo fondamentale punto, che non nasca da una reale riforma che cambierebbe non solo i confini geografici ma la storia del futuro del Paese che diventerebbe moderno ed efficiente.
Riordino territoriale immediatamente e così il Salento sarebbe regione e potrebbe diventare fabbro del proprio destino.
Il pallino del gioco lo passiamo al Governo, ora tocca a loro dimostrare di saper ascoltare la voce dei territori e di essere in grado di sburocratizzare uno Stato vecchio, creando una burocrazia amica e non angosciante.
Alla Lega il compito di riconoscere il grido di tante comunità che chiedono la giusta economia per poter bastare a se stesse.
Il futuro è ciò che costruiamo non quello che diciamo che vogliamo fare. Agisca il Governo, passi dalle parole ai fatti.
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Intervento pubblicato sul Quotidiano di Puglia il 3 novembre 2018

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