«Fondi Ue, sì agli Stati generali del Salento»

7 Ottobre 2020 «Fondi Ue, sì agli Stati generali del Salento»

Di seguito la mia intervista rilasciata a “IlGrande Salento.it“:

Consigliere Paolo Pagliaro, se l’aspettava la sconfitta del centrodestra in Puglia e la vittoria del centrosinistra?

«Non mi aspettavo una sconfitta del centrodestra, ovviamente, però ci sta ed è l’ennesimo campanello d’allarme per l’area di centrodestra che deve rinnovarsi; deve ascoltare di più gli elettori e capire quali sono le loro aspettative. Perde in Puglia per la quarta volta consecutiva, nonostante ci fosse unità di tutte le forze, dopo aver perso tutte le provincie e quasi tutte le città importanti».

Cosa è successo in queste regionali che ha quasi ribaltato i pronostici pre elettori?

«Emiliano ha pescato anche nell’area di centrodestra, intercettando il voto di tanti esponenti che, o per opportunismo o per screzi e contrasti accaduti negli anni, si sono allontanati, decidendo poi di appoggiare la sinistra. Ha inciso il voto disgiunto dei 5 Stelle che hanno risposto all’appello di Emiliano ed anche il Covid che ha rafforzato chi è al Governo. Infine ha inciso moltissimo la gestione clientelare elettorale. Un mix di situazioni concatenate che hanno permesso ad Emiliano di rimanere alla guida della Regione».

Ha tentato più volte in passato la sfida elettorale…

«Voglio specificare che questa è la prima volta che mi candido in una competizione elettorale dove per vincere servono le preferenze; mentre alle politiche precedenti accettai la candidatura nel listino col sistema proporzionale solo per spirito di servizio in posizione impossibile e senza speranze di elezione».

E cosa ha determinato questa volta il suo successo nella civica la “Puglia domani”?

«Il popolo salentino mi ha scelto per la mia coerenza e perché sono stato sempre in mezzo a loro. Ho condotto una campagna elettorale all’insegna della mia quotidianità, in mezzo alla gente, per la gente, ho ascoltato ancor prima di parlare ed ho portato la mia storia scritta nella realtà dei fatti: una vita trascorsa al servizio del mio Salento, una battaglia senza sosta per valorizzare, difendere, promuovere e tutelare la nostra terra, le nostre radici, perché, come ho sempre detto, la nostra identità, la nostra cultura e la nostra salentinità devono essere la base per costruire il futuro. I salentini che hanno scelto me hanno evidenziato che vogliono un cambiamento. Ed io lavorerò ogni giorno per ripagare la loro fiducia».

Con lei il Movimento Regione Salento approda per la prima volta in Consiglio regionale, che significa questo per il territorio salentino, quale prospettive si aprono?

«Il Movimento Regione Salento già presente in Provincia con il consigliere Fernando Leone, approda adesso in Regione, ed è la prima storica volta. Il nostro Movimento, che è in continua crescita, ha portato a casa anche due risultati importantissimi: i sindaci di Sogliano Cavour e di Veglie e può contare su tantissimi amministratori in tutti i comuni. Stiamo lavorando per rafforzarci anche nelle provincie di Brindisi e Taranto. Il nostro contenitore politico territoriale e il nostro modo di proporci ai cittadini è sempre più apprezzato. Avere una presenza in Regione significa portare tutte le nostre battaglie e le nostre istanze sui tavoli politici regionali in modo da determinare in modo concreto il futuro del Salento. Inizia una nuova fase, dai banchi dell’opposizione saremo attenti, vigili e propositivi, cercheremo il dialogo con tutti; questa è la mia visione liberale e concreta della politica».

Ritiene che ci debba essere una iniziativa unitaria del Salento per individuare le priorità da segnalare a Regione e Governo per il Recovery Fund. Una sorta di Stati generali del Grande Salento?

«Gli Stati generali andrebbero benissimo; io li chiamai in passato la Costituente salentina. Sarebbe una cosa ottima se tutti i consiglieri e tutte le cariche istituzionali di Lecce, Brindisi e Taranto riuscissero a fare squadra. Più volte negli anni ho chiesto a tutti un impegno, così come accadde nel Molise, per costituire la Regione Salento, quella che per me rimane la madre di tutte le battaglie del Salento, un’azione possibilissima, non è utopia. Ovviamente così come ho già detto prima sono pragmatico, realista, liberale e collaborativo e penso che, per il bene di questo territorio, tutti i salentini presenti in Regione dovrebbero ritrovarsi intorno ad un tavolo: l’unione fa la forza. Per unirsi però ci vuole la volontà di farlo, spero di riuscire a trovare appunto la giusta collaborazione».

Emiliano si è già dimenticato della bradanico-salentina tra le opere urgenti segnalate al premier Conte. Quali sono per lei le priorità di cui ha bisogno il Salento?

«Solo bradanico-salentina? Nel 2020 si parla ancora di SS 275. Il Salento, volendo fare una lista della spesa, ha strade dissestate, strette, incroci pericolosi dunque serve una messa in sicurezza totale. E poi bisogna far arrivare fino a Lecce l’Alta velocità e l’alta capacità, il Frecciarossa, e creare i collegamenti tra l’Aeroporto del Salento con i maggiori centri del Salento ad iniziare da Lecce, senza dimenticare che una priorità è la riqualificazione dell’Aeroporto stesso. Potremmo fare squadra per ottenere quello che ci manca: dal potenziamento dei porti di Taranto a quello di Brindisi, e poi i porticcioli, così come la valorizzazione dell’Aeroporto di Grottaglie per alcuni voli e poi quello di Galatina per i charter, così come tutti i piccoli aeroporti. Tutto questo è importante anche per spingere in avanti il comparto Turismo, perché la nostra terra a forte vocazione turistica ha bisogno di agilità e collegamenti moderni per diventare più facilmente raggiungibili. Infine bisogna rivedere l’intero piano dei trasporti che con Vendola diventò una pietra tombale per il nostro territorio».

Ma al di là dei trasporti, ci sono altre priroità?

«Le priorità sono tantissime perché la Regione Puglia è ferma, bloccata dalla noncuranza. La Sanità è una priorità, serve un abbattimento delle liste d’attesa ed un controllo della spesa e degli sprechi, solo nel 2019 sono stati spesi 206 milioni di euro per mobilità passiva ad altre Regioni per prestazioni sanitarie, perché le persone sono costrette ad andare fuori per curarsi. I Rifiuti sono una priorità: il ciclo dei rifiuti è fermo a 15 anni fa, non è stato realizzato nessun impianto ed i pugliesi e dunque i salentini pagano tasse stratosferiche, il doppio rispetto al Trentino, tanto per farle un esempio. L’Agricoltura è una priorità: la tragedia xylella ha messo in luce l’incapacità di agire del Governo Regionale. Bisogna mettere ordine, le politiche agricole sono insufficienti, perché è impensabile che per due anni consecutivi la Puglia risulti ultima come avanzamento della spesa e non riesca ad utilizzare i fondi europei. Altra priorità è l’Ambiente dove serve maggiore sensibilità. Per farsi un’idea di tutto quello che bisogna trattare e risolvere basta guardare le 10 battaglie di TeleRama che lanciai nel 2007. Dunque possiamo anche iniziare parlando delle priorità ma bisogna sottolineare che serve un vero e proprio piano di valorizzazione del Salento».

Si intravede già il rischio di una ripresa del “baricentrismo”, cosa potrà fare lei concretamente come consigliere d’opposizione per il Salento?

«Il Bari-centrismo non ha bisogno di un rilancio perché questo tipo di mentalità e dunque di azione è continua. Da consigliere d’opposizione porterò idee ed istanze del nostro territorio e per il nostro territorio, cercherò collaborazione però mi opporrò a questo tipo di politica. Sia chiaro però che noi non abbiamo nulla contro nessuno, vanno bene gli investimenti su Bari ma vogliamo che il Salento sia equiparato, vogliamo equità. E lotterò per averla».

 

Lecce, 7 ottobre 2020