Alta velocità fino a Lecce, stanchi di essere presi in giro. Vogliamo chiarezza

30 Aprile 2021 Alta velocità fino a Lecce, stanchi di essere presi in giro. Vogliamo chiarezza

Passa il tempo ma le cattive abitudini non cambiano mai. È incredibile ma vero, il grido incessante di un territorio intero non è stato ascoltato anzi è stato ignorato. Il Salento resta isolato come se facesse parte di un altro Paese. Inaccettabile.  
Abbiamo chiesto l’estensione della linea Alta velocità – Alta capacità fino a Lecce in modo chiaro e netto con la manifestazione del 21 febbraio nel piazzale antistante la stazione di Lecce; un sit in che rimarrà alla storia perché ha unito la politica salentina oltre ogni steccato ideologico, i sindacati, le associazioni di categoria e tantissimi imprenditori.
A quella manifestazione è seguito il secondo significativo step di un percorso ben delineato e preciso sulla linea di pensiero dell’intero territorio.  
Il 23 marzo il Consiglio regionale ha dato un segnale forte e senza indugi ha votato all’unanimità la mia mozione, impegnando la Giunta ad agire per sensibilizzare il Governo nazionale affinché reperisse le risorse necessarie per la realizzazione dell’Alta velocità fino a Lecce.
Successivamente l’opera è stata inserita anche nella Mozione unitaria sul Next Generation EU, anch’essa approvata all’unanimità il 21 aprile, e infine abbiamo scritto una lettera aperta ai parlamentari chiedendo il loro impegno.
Noi a livello regionale abbiamo fatto squadra e abbiamo chiesto uno sforzo significativo a tutti i livelli istituzionali per fare pressing e cercare di ottenere giustizia per il Salento intero.
Ci tengo a sottolineare, però, che non avere l’estensione fino a Lecce è una sconfitta per l’intera nazione ed il più brutto dei biglietti da visita per la Puglia, perché l’Italia inizia a Santa Maria di Leuca e non finisce a Bari.
Dopo la pietra tombale del 2010 rappresentata da quel Piano regionale dei trasporti che ha relegato il Salento nell’angolo del Paese, pensavamo non dover più assistere a simili pantomime. Proprio dopo quel torto decisi di impegnarmi direttamente in politica per difendere questo territorio, dopo anni e anni di battaglie in una postazione differente, combattendo da editore televisivo.
Siamo stati presi in giro, al momento non c’è null’altro che io possa pensare.
La delusione è tanta dopo aver letto le 270  pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nel PNNR si annuncia soltanto “l’estensione dell’Alta Velocità al Sud, lungo la direttrice Napoli-Bari che viene conclusa, e la massima velocizzazione della Salerno-Reggio Calabria, ottimizzando gli interventi. Infine si velocizzerà anche il collegamento diagonale da Salerno a Taranto e la linea Palermo-Catania- Messina”. Entro il 2023, con il completamento delle prime tratte, partirà il primo collegamento diretto tra Napoli e Bari “con successiva estensione dell’itinerario fino a Lecce e Taranto”, solo questo piccolo accenno che altro non è che un contentino per tenerci a bada. No, non  va bene così. Questa è una presa in giro che abbiamo già evidenziato quando qualcuno ha provato (e siamo certi che ci proverà ancora) a raccontarci la favoletta del treno veloce. L’Alta velocità è altro  e noi vogliamo che arrivi a Lecce, è un nostro diritto calpestato.
Seppur la delusione e l’amarezza siano immense, non ci fermeremo davanti a nulla e la nostra protesta la porteremo fino a Roma e anche a Bruxelles. Abbiamo una voce e siamo l’anima e il cuore di un territorio meraviglioso, qualcuno deve ascoltarci.  
Siamo stanchi di essere soffocati da politiche baricentriche, la nostra è una battaglia di civiltà e giustizia.
Anche i salentini meritano di viaggiare a bordo di treni veloci e moderni, senza dover fare tappa obbligata a Bari, dove come in un film del 900 si vedono costretti a scendere, armi e bagagli, a cambiare binario e ad attendere la coincidenza. Non possiamo più accettarlo: non si può andare incontro al futuro senza collegamenti moderni. 
La battaglia continua e non arretreremo di fronte a nulla, con tutti i mezzi a nostra disposizione faremo diventare la nostra protesta un vero e proprio caso, perché tutti devono sapere. L’Alta velocità deve arrivare a Lecce, senza se e senza ma.
Il mio intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 30 aprile 2021