Milano, riflessioni serali

29 Ottobre 2021 Milano, riflessioni serali

Ed eccomi qui, a più di 1000 chilometri da casa, sono insieme ai miei figli più piccoli a Milano, dove studiano ed arricchiscono il proprio bagaglio esperienziale e culturale; non vi nascondo che la mia più grande speranza è che un giorno tornino, contenti di poter costruire il loro futuro nel Salento.
Guardandomi intorno ricordo che quando avevo vent’anni, anche io venivo a Milano per lavoro, la patria delle Tv e delle radio commerciali, della pubblicità, alla ricerca di nuove esperienze; all’epoca avevamo anche un po’ di timore per la nostra inflessione tipicamente “terrona” ma alla fine siamo riusciti a cogliere tutte le opportunità, erano anni diversi, duri ma meravigliosi e nonostante ciò non ho mai pensato di lasciare la mia terra.
Era lì nel mio Salento che dovevo combattere per la mia e la sua crescita.
Adesso invece è tutto differente, sono preoccupato per i nostri figli che difficilmente decideranno di tornare a casa perché il sud è sempre più schiacciato da politiche sbagliate, cieche e sorde, che affossano il meridione.
Ed i nostri ragazzi fuggono via, lo fanno a malincuore ma poi si abituano a chiamare casa dove riescono a trovare serenità.
La nostra, cari amici, è una terra che deve correre due volte di più per ottenere la metà di chi invece vive al nord.
Purtroppo, questa disparità esiste e le colpe maggiori sono sempre della politica. E se vogliamo fare un discorso regionale, ci accorgiamo del baricentrismo che affossa il Salento da sempre. Ecco perché combatto giornalmente contro le ingiustizie e lo farò per sempre.
La classe dirigente ha bisogno di essere rinnovata. Serve una mentalità votata al lavoro, all’impegno, al sacrificio, serve gente che abbia una visione del futuro, un animo sensibile, servono persone con esperienza nelle proprie imprese e nell’associazionismo dove si decide di donare il proprio tempo agli altri per una nobile causa.
Quando i partiti nazionali capiranno tutto questo? Quando finirà il tempo delle candidature calate dall’alto o addirittura senza alcun rapporto con i territori che li eleggono e che poi si rivelano inutili e inconsistenti?
Adesso mi godo qualche giorno i miei figli e poi si torna in prima linea per combattere ancora.
Guardo questa immensa città che ho sempre ammirato lo stile unico e anche per la sua capacità di inventare, reinventarsi, creare e ricreare, senza mai rimanere con le mani in mano.
Mi viene in mente la definizione che lo stilista Giorgio Armani ha dato di quest’angolo di mondo:
“Lo stile di Milano lo sintetizzerei con tre D: discrezione, disciplina, dovere”.
E io aggiungo, educazione e senso civico.
Detto questo però, mentre la nebbia è già calata, non ho problemi a dire che il posto più bello di questa bellissima nazione si chiama Salento.
Al cuore non si comanda, lui conosce sempre il ritmo dei suoi battiti.
Milano, 29 ottobre 2021
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente MRS