Piano regionale rifiuti: No a visione senza futuro, apertura mega discariche inquinanti è gigantesco passo indietro

14 Dicembre 2021 Piano regionale rifiuti: No a visione senza futuro, apertura mega discariche inquinanti è gigantesco passo indietro

In Consiglio regionale ho espresso il mio no senz’appello al Piano dei Rifiuti in discussione oggi. Un piano atteso da anni, da cui ci saremmo aspettati soluzioni innovative che utilizzassero i rifiuti come risorsa. Invece no, nel 2021 siamo costretti a combattere ancora contro le mega discariche nate dove non sarebbero mai dovute sorgere. Mi riferisco all’impianto di Corigliano d’Otranto, finora mai entrato in funzione proprio per scongiurare la minaccia d’inquinamento della vicina falda idrica, la più importante del Salento, quella che porta l’acqua nei rubinetti di metà della provincia di Lecce. E invece in questo nuovo Piano dei Rifiuti, incredibilmente, si prospetta l’apertura della discarica. Contro questo scempio siamo pronti alle barricate, forti della condivisione di una battaglia che è di tutto il territorio, in difesa della salute che viene messa a rischio in una terra già martoriata dal punto di vista ambientale, con uno spaventoso tasso di patologie tumorali.

A distanza di tanti anni ci ritroviamo al via di questo assurdo gioco dell’oca che è la gestione dei rifiuti in Puglia, dove non si riesce mai a chiudere il cerchio. Ecco perché chiediamo che quel sito non sia messo in funzione, per scongiurare un rischio che fu compreso già 26 anni fa. Domenica scorsa abbiamo manifestato al fianco di sindaci, cittadini, amministratori locali, movimenti ambientalisti, associazioni, rappresentanti del mondo della salute e medici, tutti uniti dallo stesso no all’apertura dell’impianto di Corigliano.

Così come è assurdo pensare di riaprire la discarica Martucci a Conversano, chiusa da otto anni e non ancora bonificata: una vera bomba ecologica. L’apertura di enormi discariche è un gigantesco passo indietro nel cammino verso l’economia circolare.

Basta con i grandi impianti, basta con una visione industriale della gestione dei rifiuti urbani. E basta con la prassi perversa di autorizzare impianti per quantitativi cumulativi di rifiuti, che mettono nel mucchio anche rifiuti speciali, contro le norme basilari sulla corretta gestione che impongono invece di specificare natura, provenienza, quantità e tracciabilità dei rifiuti.

La nostra proposta è chiara: piccoli impianti di comunità a misura del fabbisogno di ogni singolo comune. Gli impianti di piccola taglia sono senz’altro più idonei al contesto urbanistico e territoriale soprattutto salentino, che è fatto di molti piccoli comuni che distano pochi chilometri uno dall’altro. La provincia di Lecce ha già dato troppo in termini di sfruttamento di suolo.

La soluzione per il compostaggio è più semplice di quello che può sembrare, perché esiste un macchinario che riesce ad unire essiccazione della frazione umida e combustione in assenza di ossigeno. Un processo del tutto privo di emissioni in atmosfera, che produce un materiale inerte, il biochar, e azzera i costi di trasporto.

In Salento c’è un’altra nota dolente: l’assenza di impianti di compostaggio. Ma non si può puntare il dito alla cieca su un sito assolutamente non idoneo, come nel caso di Masseria Ghetta a Lecce. Il perché è presto detto: un bosco di particolare pregio a soli 800 metri, l’Abbazia di Cerrate ad appena un chilometro, un rischio per la falda acquifera (nel 2017 la stessa Regione Puglia negò per questo la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi presso lo stesso sito).

La Regione non può andare dritta come un bulldozer calpestando i territori. Ecco perché il mio voto non può che essere contrario a questo piano, così come spero si esprimano tutti i colleghi, in particolare i salentini che spesso si dichiarano difensori della nostra terra.

Bari, 14 dicembre 2021

 

Paolo Pagliaro

Consigliere regionale-Capogruppo LPD

Presidente MRS