Offshore, un No che rafforza la battaglia di un intero territorio

3 Marzo 2022 Offshore, un No che rafforza la battaglia di un intero territorio

Il mio intervento su La Gazzetta del Mezzogiorno del 3 marzo 2022:
Mentre il Consiglio regionale ha deciso di non decidere, rimandando ancora il voto sulla mia mozione contro il progetto di un gigantesco parco eolico offshore nel Canale d’Otranto, il no del presidente della Regione, Michele Emiliano, è stato inequivocabile, e ha dato forza alla battaglia del territorio contro questo piano inaccettabile. Hanno fatto muro il presidente della Provincia di Lecce e l’Assemblea dei sindaci, l’ente Parco naturale regionale Costa d’Otranto Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase, i colleghi consiglieri regionali Metallo, Gabellone, Lopalco, De Blasi e Mazzotta, la presidente Capone, gli assessori Delli Noci e Maraschio. l’ex consigliere regionale Sergio Blasi, l’ex ministro Francesco Boccia e l’europarlamentare Paolo De Castro. Questo no corale non può essere ignorato. 
Est modus in rebus: il nostro non è un no a prescindere ed indiscriminato. Sì alle energie rinnovabili, a patto che non si continui a fare scempio del nostro territorio e del nostro mare. Anche i parchi eolici galleggianti offshore si possono impiantare, ma ben lontani dalle coste e non lungo uno dei litorali più belli al mondo: quello di Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro e Tricase. E non mi si accusi di campanilismo, perché sono convinto che si solleverebbe un moto di ribellione se un simile colossale progetto venisse proposto di fronte alla costiera amalfitana o ligure, o nella laguna di Venezia, o al largo di gioielli pugliesi come Polignano, Trani o Vieste. 
Non tutte le aree sono uguali, lo ribadisco, e non si possono andare ad intaccare paesaggi ancora incontaminati la cui bellezza va preservata sopra ogni cosa, perché sono il nostro patrimonio, la linfa vitale del nostro turismo e della nostra economia. 
A quelli che giocano con il diritto e con le leggi, voglio ricordare la legge costituzionale approvata l’8 febbraio scorso dal Parlamento, che inserisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana.
Voglio anche smontare la “propaganda” pro parco.
Certo, negli ultimi mesi lo scenario mondiale è cambiato: stiamo subendo il danno dei continui rincari dei costi energetici, e la guerra in Ucraìna sta facendo tremare le borse e mandando alle stelle i prezzi di gas e petrolio. Chi è favorevole al parco eolico però gioca sulla suggestione delle persone con frasi ad affetto: il Pianeta da salvare, la decarbonizzazione, la transizione energetica, la sostenibilità, il caro bollette e lo spauracchio della crisi energetica.  
E qui il mio appello alla Regione: si stringano i tempi per l’aggiornamento del PEAR, perché è l’unico strumento che abbiamo per fissare i paletti entro cui è consentito realizzare nuovi impianti energetici da fonti rinnovabili. 
Ma che sia chiaro: la mega centrale del vento nel Canale d’Otranto non si dovrà realizzare. Non arretrerò di un centimetro per difendere la bellezza del nostro paesaggio, anche per tener fede ad una promessa che porto nel cuore da 22 anni. Nel 2000 convinsi l’immenso Carmelo Bene a tornare in scena per il Terra d’Otranto Festival, con il memorabile monologo in piazza Cattedrale in cui recitò “La figlia di Iorio”. Ci incontrammo nella sua casa sui bastioni di Otranto, che galleggiava nel buio rotto solo dalla fioca luce di candele e lumini. Per dirmi di sì e tornare in scena, pose una condizione: “Devi combattere contro ogni sfregio che vorranno fare nella nostra Terra d’Otranto”. Mi strappò quella promessa che accolsi con slancio, perché lo facevo già. Oggi vorrei dirgli: “Maestro qui, noi, nel sud del sud dei santi, continuiamo a combattere contro l’ignoranza della bellezza e della cultura”. Ma non siamo soli: il presidente Emiliano è con noi, il territorio è con noi, voci autorevoli della politica regionale e nazionale sono con noi. Mi aspetto un atto di coraggio, come altre Regioni hanno già fatto. 
Il 22 marzo torneremo in aula e ci conteremo, vedremo chi è contrario allo sfregio permanente del mare salentino e chi invece vuole abbandonarlo ai mostri galleggianti che schiacceranno il nostro futuro.