Carmelo Bene, un ricordo unico

16 Marzo 2022 Carmelo Bene, un ricordo unico

Sono già passati vent’anni dalla scomparsa di Carmelo Bene, un artista unico, genio e sregolatezza, maestro dell’arte del teatro, filosofo solitario, poeta della neoavanguardia, amante passionale e critico del sud del sud dei santi, della sua Terra d’Otranto e voglio ricordarlo con un sorriso.
Nel 2000 andai a trovarlo nella sua casa sui bastioni di Otranto, di fronte a noi una vista mozzafiato con i grandi monti d’Albania a fare da cornice ad un orizzonte spettacolare; ebbi il piacere di incontrarlo per chiedergli di tornare in scena per il Terra d’Otranto Festival. Fu un dialogo in cui ogni sua parola rimbombava nel buio della stanza della sua casa che fluttuava nella penombra, diradata solo dalla luce di candele e lumini. Comprese il mio ardore, il mio amore per il Salento, per Otranto, per l’arte ed accettò, ponendomi una condizione importante: “Devi combattere contro ogni sfregio che vorranno fare nella nostra Terra d’Otranto”. Accettai di buon grado anche perché lo facevo già.
E fu così che ci deliziò con il memorabile monologo in piazza Cattedrale, ad Otranto, in cui recitò “La figlia di Iorio” che questa sera trasmettiamo, in suo onore e memoria, su Telerama alle 23:45.
Lecce, 16 marzo 2022