Eolico Taranto: esempio di come gli impianti offshore possano rappresentare un vantaggio e non un danno

21 Aprile 2022 Eolico Taranto: esempio di come gli impianti offshore possano rappresentare un vantaggio e non un danno

L’impianto eolico offshore nel mare di Taranto è l’esempio di come gestire al meglio la questione delle pale galleggianti in un una zona dove non si distrugge nulla, dalla natura al paesaggio, perché proprio in quel mare, nel porto di Taranto, sono molto più alte e impattanti le gru di movimentazione delle turbine istallate, ed è una zona che possiamo definire compromessa.
A differenza dell’obbrobrio che si vorrebbe istallare nel Canale d’Otranto, nella parte della costa più bella d’Italia che interessa Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, dove circa 100 pale alte quasi 300 metri da 1250 megawatt ciascuna, devasterebbero completamente il paesaggio creando gravi danni al turismo e anche alla pesca, a Taranto sono 10 pale eoliche di dimensioni ridotte, parliamo di circa 50 metri sul livello del mare, di 30 megawatt l’una e sono in grado di coprire il fabbisogno energetico annuo di 60mila persone.
Questa dovrebbe essere la linea da seguire per evitare danni all’ambiente. Dobbiamo sempre ragionare caso per caso, zona per zona, non dobbiamo fare confusione e valutare tutti gli impianti allo stesso modo, perché ogni zona ha le sue peculiarità e ognuna è diversa dall’altra. Dunque, cerchiamo di essere chiari una volta per tutte: sì alle energie rinnovabili ma dobbiamo gestire la questione con raziocinio, ecco perché servono regole chiare e la Regione può e deve identificare la gestione dello spazio in mare per questo tipo di impianti.
Abbiamo sempre affermato che siamo a favore delle energie rinnovabili nelle aree già compromesse, nelle zone sin, nelle zone artigianali e industriali, e poi sui tetti delle case, dei condomini, così come siamo a favore delle nuove tecnologie.
Lecce, 21 aprile 2022
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente MRS