“Ha raccontato un altro film”

4 Luglio 2022 “Ha raccontato un altro film”

“Dall’intervista a tutto tondo del presidente Michele Emiliano pubblicata dal vostro giornale, emerge un’idea di Puglia che in molti tratti non combacia con l’immagine che ne abbiamo noi, la stessa percepita da cittadini e turisti. Nel film raccontato dal governatore, la Puglia appare come un brand sempre più consolidato che appiattisce la sua vera ricchezza e forza, somma delle differenti identità che la compongono. Si era presentato come il sindaco dei pugliesi, ma si è rivelato sindaco solo di una parte di loro, sempre più circoscritta e risicata. Ed è diabolico voler perseverare sulla via di una sola Puglia, perseguendo una visione centralista e scollegata dai territori.
Territori: parola evocata come se fossero entità astratte. E invece sono tradizioni, storia, cultura che non si possono cancellare e omologare. Anche nella spinosa questione delle autorizzazioni agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, compare la parola territori e si ribadisce la volontà di ascoltarne la voce, ma di fatto si ignorano, dal momento che Emiliano afferma di voler andare avanti sulla via delle rinnovabili, negoziando con il Governo centrale ristori e risparmi a fronte di nuovi sacrifici di suolo e si mare. Ma il passato non ha insegnato nulla? Non bastano le prese in giro come se avessimo l’anello al naso che soprattutto il Salento ha subìto finora, da Cerano al Tap, con la promessa di ristori che non sono mai arrivati a fronte di cicatrici insanabili sulla nostra terra? Anche l’esca dei risparmi in bolletta è un miraggio, e dunque c’è da combattere per difendere la bellezza della nostra terra, che è il nostro vero patrimonio. Ci si affretti a mettere paletti per preservare quantomeno le aree marine e i territori di maggiore pregio paesaggistico e con giacimenti archeologici e storici più rilevanti, senza svendere la Puglia per un piatto di lenticchie che peraltro sappiamo bene che non arriverà mai.
A tal proposito ricordo al presidente che avevamo concordato un ristoro da 50 milioni di euro da Tap e Snam, ma – nonostante le mie richieste ai vertici delle due società, poi accordate nelle audizioni tenute in Commissione – non è stato dato alcun seguito.
Ecco perché su questo fronte continueremo ad alzare le barricate.
E veniamo alle dolenti note delle infrastrutture e dei trasporti, a cominciare dall’alta velocità negata da Bari in giù, contro cui si sta sollevando un moto di sacrosanta ribellione, popolare e del mondo produttivo penalizzato da un gap enorme e sempre più profondo, una linea di demarcazione che segna il capolinea della modernità a Bari e lascia indietro il resto della regione, come fossimo figli di un Dio minore. Finalmente il presidente Emiliano ammette un baricentrismo che noi stigmatizziamo da sempre, ma sottolinea che si tratta di scelte che risalgono a decenni addietro. È vero, ma è anche vero che negli ultimi 17 anni di governo di sinistra e nei 7 a guida Emiliano, le politiche della Regione non hanno cambiato rotta, anzi l’hanno consolidata. Il Pnrr poteva e può ancora rappresentare uno strumento per rimettere in equilibrio lo sviluppo della Puglia, ma quel che manca è la volontà politica di convogliare i fondi verso progetti che premano sull’acceleratore dello sviluppo per il Salento. Se c’è da realizzare un nuovo tracciato per l’alta velocità, che si faccia. Altrove si stanno spaccando le montagne, perché solo da Bari in giù diventa un’opera irrealizzabile e prevale la maledizione del nonsipuotismo? La logica dei costi-benefici per un servizio di pubblica utilità non può essere la bussola di un amministratore che tenga veramente ai territori e che abbia una visione di futuro.
Altro flagello del Salento: la Xylella che ha fatto deserto dei terreni dove crescevano 21 milioni di piante d’ulivo. Il governatore sostiene di essere arrivato quando già mezzo Salento era divorato dal batterio. Ma la verità è che nel 2015 la situazione era ancora salvabile, se si fosse intervenuti immediatamente con le eradicazioni prescritte dall’Unione europea, anziché abbracciare gli alberi e dar fiato alle trombe di santoni e negazionisti. La lotta alla Xylella era stato uno dei cavalli di battaglia di Emiliano, tradito dalla svolta populista di cavalcare l’onda delle tendenze del momento, e non – come lui sostiene – di voler ascoltare tutti. Perché le ragioni della scienza sono state ignorate, spianando la strada al batterio per seguire il flusso del consenso. Essere figlio del popolo, caro governatore, non vuol dire essere populista.
E se invece al presidente piacciono le voci critiche, come dice, probabilmente è poco attento ad una serie di criticità che gli mettiamo sotto gli occhi quasi ogni giorno: se vogliamo partire da lontano, è dall’inizio di questa legislatura che abbiamo evidenziato i problemi dell’aeroporto del Salento, e poi le strade mulattiere, la mancanza di collegamenti, la mancanza di collegamenti, la visione senza futuro del Piano Rifiuti con l’apertura di mega discariche inquinanti che sono un gigantesco passo indietro e non guardano a soluzioni innovative che utilizzino i rifiuti come risorsa. Senza parlare dei tanti problemi dell’agricoltura e della riforestazione delle zone dilaniate non solo dalla Xylella ma anche dagli incendi. E ancora le falle della protezione civile, i pronto soccorso allo stremo divenuti reparti di lungodegenza per anziani e malati cronici senza posti letto, le liste d’attesa infinite che si accorciano solo per chi può pagare, la sanità pubblica allo sfascio, le carenze dell’assistenza di prossimità e dei centri diurni per persone disabili e anziani, gli educatori dell’integrazione scolastica sfruttati, le agenzie culturali arenate come l’Apulia Film Commission e i suoi Cineporti, le infrastrutture salentine da terzo mondo…
Emiliano allarghi i suoi orizzonti e presti orecchio anche alle voci di dissenso che arrivano dalla minoranza. Per le Puglie, dunque Daunia e Salento, c’è tanto da fare, e basterebbe darci ascolto per provare a trovare soluzioni a problemi gravi che si stanno incancrenendo e che avvelenano la vita quotidiana dei cittadini.
Infine, a proposito del lato positivo del trasversalismo e del civismo, non mi scandalizza quando si trovano convergenze e accordi per affrontare insieme i grandi temi che interessano tutti e che hanno bisogno di soluzioni nel solo interesse dei territori coinvolti.
Così come non posso non essere concorde sull’efficacia del modello Galatina, dove abbiamo scelto la persona giusta per rispondere alle istanze di discontinuità e rinnovamento che venivano dai cittadini”
Lecce, 4 luglio 2022
Paolo Pagliaro
Consigliere regionale-Capogruppo LPD
Presidente MRS