Eolico offshore: “Noi sempre per la difesa di paesaggio e bellezza”

31 Luglio 2022 Eolico offshore: “Noi sempre per la difesa di paesaggio e bellezza”

Il mio intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 31 luglio 2022:
Al presidente di Legambiente Puglia, che replica piccato alle nostre considerazioni sul cambio di rotta dell’associazione riguardo all’eolico offshore, rispondiamo punto per punto, con la chiarezza e la forza delle nostre idee.
Punto primo: l’incoerenza della posizione di Legambiente in merito alle mega centrali del vento galleggianti in mare, e in particolare in merito al progetto di Otranto-Leuca, non è una nostra invenzione o interpretazione ma è nelle dichiarazioni dello stesso presidente regionale, che in un’intervista del 27 ottobre scorso esprimeva “dubbi e perplessità per il forte impatto ambientale e territoriale che un progetto previsto a pochi chilometri di distanza dalla costa potrebbe avere con la presenza di circa 90 aerogeneratori” e ribadiva la “necessità di un piano delle aree non idonee all’interno del Piano energetico regionale e di un Piano delle aree non idonee a livello nazionale attraverso il Ministero della Transizione ecologica, proprio per gli impianti eolici offshore”. Posizione ben diversa da quella attuale, sintetizzata nello slogan del video diffuso il 18 luglio scorso: “Sblocchiamo l’eolico. Il panorama non cambia, il futuro sì”.
Ed è questo che contestiamo: il panorama e il futuro della litoranea Otranto-Leuca e di molte altre della Puglia rischiano di essere sfregiati da mostri galleggianti piazzati in mare a pochi chilometri dalla costa, quando invece il limite minimo per garantire impatto visivo zero – secondo uno dei massimi esperti del settore, Paolo Sammartino, direttore operativo della società che ha realizzato il parco eolico offshore nel porto di Taranto – dovrebbe essere di 50 chilometri dalla costa. E la nostra battaglia non è circoscritta a questo progetto né alla sola provincia di Lecce, perché il principio della incompatibilità ambientale e paesaggistica con impianti a cosi alto impatto ambientale deve valere per tutte le aree di particolare pregio della Puglia, dal Gargano a Leuca. È scritto nella mozione che ho presentato in Consiglio regionale. Tant’è che la Regione le ha individuate come tali nella sua proposta di Piano di gestione dello spazio marittimo, che condividiamo. Sappiamo bene che non è vincolante, ma sappiamo anche che si tratta di un’indicazione che non può essere ignorata.
La battaglia contro la centrale eolica nel Canale d’Otranto è partita a novembre scorso, ed ha raccolto il consenso compatto e oltre ogni steccato ideologico di ben 72 sindaci e Consigli comunali che hanno deliberato la loro contrarietà al mega impianto. Anche il presidente e l’Assemblea dei sindaci della Provincia di Lecce hanno bocciato il progetto all’unanimità, e lo stesso hanno fatto altre associazioni ambientaliste, le Pro Loco e il Parco naturale regionale Costa d’Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. È davvero offensivo nei loro confronti, così come verso tutti coloro che si sono espressi contro il mega impianto – compresi il presidente della Regione Emiliano, gli assessori Maraschio e Delli Noci e molti colleghi consiglieri regionali – parlare di fake news da me lanciate, alle quali tutti loro avrebbero abboccato.
La nostra posizione è chiara: sì alle rinnovabili, ma il rispetto del paesaggio e dell’ambiente siano prioritari nelle scelte di localizzazione degli impianti. Nel 2010, insieme ad altre organizzazioni ambientaliste locali, siamo riusciti a scongiurare un altro ecomostro appoggiato da Legambiente: un gigantesco impianto fotovoltaico da ben 26 ettari nelle campagne di Cutrofiano.
Ed è un colpo di spugna inaccettabile alla mia storia personale, come politico ed editore da sempre in trincea a difesa dell’ambiente, contro lo scempio di Cerano e dell’ex Ilva, contro l’inquinamento delle falde acquifere e la ferita mortale dei rifiuti tombati. Ci sono inchieste giornalistiche che lo testimoniano, e che hanno acceso un faro sulle piaghe inflitte al nostro territorio martoriato da una paurosa escalation di patologie tumorali.
Un’ultima precisazione sul gasdotto Tap, che viene tirato in ballo a sproposito: non abbiamo mai detto di essere contrari, ma abbiamo sempre contestato l’approdo a San Foca, una delle spiagge più belle del Salento, che ha comportato uno sfregio insanabile e inutile per 63 km che attende ancora di essere ripagato con i ristori promessi; saremmo stato a favore nel caso in cui l’approdo fosse stato un altro.
Noi abbiamo convocato in Commissione ambiente i responsabili di Tap e Snam, e li abbiamo richiamati al loro dovere di erogare i 50 milioni di euro assicurati, che nessuno si sta preoccupando di reclamare, compresa Legambiente. Invece è proprio questo che il territorio si aspetta dall’associazione ecologista. Così come si aspetta di essere affiancato nella lotta contro il mastodontico impianto eolico nel Canale d’Otranto.
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