I parlamentari eletti nel Salento con il nuovo Governo diano il giusto impulso alla nostra terra: se non ora quando?

8 Ottobre 2022 I parlamentari eletti nel Salento con il nuovo Governo diano il giusto impulso alla nostra terra: se non ora quando?

Il mio intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno dell’8 ottobre 2022:
Dopo undici anni esatti dalla caduta dell’ultimo governo eletto dal popolo, il quarto con Berlusconi premier, la guida del Paese tornerà al centrodestra. Sarà un governo a trazione Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni prima donna premier della storia italiana. Ora è il momento di chiamare alla prova dei fatti deputati e senatori eletti nel Salento e in Puglia, perché dimostrino cosa sono in grado di fare per risolvere i problemi e rispondere ai bisogni dei cittadini che li hanno eletti.
Il 5 agosto del 2010, dall’esigenza di rivendicare le tante necessità del Salento e la vera identità del popolo di questa terra, nasceva il Movimento Regione Salento. Come fondatore e leader, sono fiero dei risultati raggiunti in dodici  anni di semina e battaglie, che hanno portato il movimento a crescere e radicarsi sempre di più nel territorio, avendo come unica bussola la difesa, la valorizzazione e lo sviluppo del Salento. Ecco perché al futuro governo centrale, ma soprattutto ai nuovi (o confermati) eletti nel Salento che avranno l’onore di rappresentarci alla Camera e al Senato, rivolgo questa lettera aperta che li investe a farsi carico delle ferite aperte del nostro territorio, denunciate in molte manifestazioni alle quali alcuni di loro hanno anche aderito pubblicamente e che ora esigono un impegno concreto, senza più scuse o rinvii.
Se non ora, quando? Quando, se non ora, si potranno riaprire dossier sepolti sotto il nonsipuotismo che schiaccia il Salento, a cominciare dalla battaglia delle battaglie, ossia l’estensione dell’alta velocità fino a Lecce, Brindisi e Taranto ?
Collegamenti e trasporti efficienti e moderni – questo il nostro mantra – sono l’unico mezzo per riagganciare il Salento all’Italia e all’Europa.
Ecco perché chiediamo di inserire tra le priorità di governo le questioni irrisolte che riguardano il Salento, di tirare fuori dai cassetti dei ministeri i progetti accantonati, lasciati a prendere polvere. Quanto e cosa dobbiamo aspettare ancora? La storia sta andando verso forti autonomie territoriali. Noi siamo il modello che la politica sta cercando da tempo: appartenenza, radicamento, sviluppo, più servizi di prossimità per una migliore qualità di vita, vicinanza ai bisogni delle persone per recuperare lo scollamento dei grandi partiti.
Chiediamo di contrastare le lobby e le multinazionali dell’energia che pretendono di fare carne da macello delle nostre campagne e anche dei nostri mari, vetrificando e piazzando gigantesche pale eoliche a sfregio di territori e aree marine che vivono di bellezza, di paesaggio, di turismo e di cultura. Chiediamo di smascherare gli interessi colossali celati dietro il ricatto dell’autonomia energetica, che pianifica l’ulteriore sfruttamento indiscriminato del Salento e della Puglia, una terra che già tanto ha pagato in termini di sacrifico di suolo, ambiente e salute sull’altare dello sviluppo economico, per ottenere in cambio il pane duro del lavoro. L’ex llva di Taranto, la centrale termoelettrica di Cerano sono i totem di un’industrializzazione disumana che ha anteposto il profitto al rispetto del territorio e della dignità delle persone.
In questi anni il Movimento Regione Salento ha combattuto su questi temi, la cui responsabilità è stata addossata spesso alle scelte dei passati governi. Ora c’è la grande occasione del cambiamento, dell’impegno per il benessere della nostra terra, per darle un aeroporto competitivo quanto quello barese, infrastrutture dignitose, per completare opere lumaca che si trascinano da decenni o arenate del tutto, come la quattro corsie Lecce-Taranto o le statali 275 e 274.
Ci sono tante mie mozioni approvate all’unanimità, condivise in Consiglio regionale anche da chi lascerà ora Bari per andare a Roma. Ed è soprattutto a loro che chiediamo di dar seguito agli impegni presi ma rimasti sulla carta, chiediamo di onorare il patto di fiducia con gli elettori che si aspettano un  cambio di passo, un’attenzione mai avuta da chi governava.
Ai parlamentari eletti consegniamo le nostre istanze. Renderanno concreto il no manifestato nei nostri sit-in contro il mega impianto eolico offshore progettato lungo la costa salentina da Otranto a Leuca? Fermeranno lo scempio dei pannelli fotovoltaici nelle nostre campagne già rese deserto dalla xylella? E, a questo proposito, si attiveranno per la riforestazione e la rigenerazione agricola ed economica di un paradiso ridotto in cenere?
Noi siamo il Movimento Regione Salento e, con tutto l’orgoglio di un movimento territoriale autonomo e indipendente, chiediamo concretezza. E sollecitiamo nuova attenzione verso un grande disegno di legge sul riordino territoriale che giace nei cassetti del Parlamento e che fu condiviso anche da Giorgia Meloni, prima firmataria della relativa proposta di legge, basata su uno studio della Società geografica italiana con il contributo di menti illuminate. Fui proprio io a volerlo, convocando dei tavoli al Ministero degli Affari regionali quando ero consulente del sottosegretario nel 2013. Con un autorevole gruppo di lavoro, tra cui anche lo storico Bruno Giordano Guerri,  abbiamo costruito la proposta di legge presentata poi dal deputato An Edmondo Cirielli insieme a Meloni, e dal deputato Pd Salvatore Capone. Credo sia giunto ora il momento di riprendere in mano quel progetto di riordino del mosaico territoriale che prevedeva 31 nuove Regioni d’Italia e che ridava centralità e slancio ai singoli territori, alle loro peculiarità e potenzialità e disegnava la rinascita del Salento formato dalle province di Lecce, Brindisi e Taranto per affrancarlo dalla sudditanza a Bari. Ripartiamo da qui, rendiamo giustizia alla nostra storia e alla nostra identità.