Il Cavaliere del Salento, 2 TV e 5 Radio

10 Maggio 2003 Il Cavaliere del Salento, 2 TV e 5 Radio

libero

Paolo Pagliaro, giovane imprenditore leccese con l’hobby del contrabbasso, ha inventato dal nulla un piccolo impero radiotelevisivo.

Camicie rigorosamente a righe. Abito quasi sempre scuro. Nel parcheggio, la Porsche tirata a lucido. Come le sue scarpe di marca inglese. Ha proprio l’aria dell’imprenditore di razza. Diventato tale solo grazie alla passione per la musica. Parte tutto da lì, quando a tredici anni, senza nemmeno consultarsi con i genitori, decide di iscriversi al conservatorio “Tito Schipa”. E’ attratto dal contrabbasso, non sa dire nemmeno lui perché. Gli piace il suono di quello strumento. Punto. E che la musica debba poi incidere in maniera determinante sulla sua vita, Paolo Pagliaro lo capisce quando, a 16 anni, si trova a suonare il basso elettrico nel gruppo di Franco Simone.
Certo, non è che allora sapesse già di dover finire seduto su una comoda poltrona in pelle e dirigere 150 dipendenti, tra giornalisti, tecnici e amministrativi. Né poteva immaginare che la prima radio in cui si era occupato di testi e scalette musicali, “Radio Salendo”, di proprietà di Giovanni Semeraro, presidente dell’ex Banca del Salento diventata Banca 121 e attuale patron del Lecce calcio, sarebbe diventata sua. La comprò, qualche anno dopo, solo per rifarsi di un licenziamento causato dalle continue liti tra lui e la sua fidanzata che il direttore Ezio Candido non riusciva più a sopportare. “Non che avesse torto”, ricorda Paolo Pagliaro, “ma da quel momento decisi che nessuno più avrebbe avuto la possibilità di mettermi alla porta. Sia pure garbatamente”.
Lecce e il Salento, in quegli anni, non sono proprio al centro del mondo. I giornali nascono e muoiono come primule. E le radio puntano in massa sui programmi musicali, sugli avvenimenti sportivi. C’è solo Adriano Barbano che pensa alla televisione, e lo fa realizzando un’emittente che conquista subito molte simpatie.
Ma il mercato pubblicitario, da queste parti, non si è ancora aperto. Le aziende soprattutto a carattere familiare fanno fatica a sopravvivere. E il turismo non ha ancora conosciuto i suoi momenti migliori. Però, s’intravede già qualche spiraglio. Bisogna insistere. E siccome Paolo Pagliaro ha intuito e determinazione, comincia a costruire pian piano quello che è poi diventato il suo piccolo impero, il Mixer Media Group, cinque radio e due emittenti televisive che l’anno scorso hanno visto i conti chiudersi con un fatturato di quasi quattro milioni di euro.
Ma torniamo indietro, al 1982. E’ questo l’anno in cui Pagliaro fa il suo primo investimento imprenditoriale acquisendo “Radio Rama”, la prima delle cinque radio più ascoltata oggi nel Salento. Però, mentre è lì che lavora per mettere a punto le strategie di crescita, gli viene in mente che bisogna pensare ad una concessionaria di pubblicità: “prima o poi”, dice, “il mercato si sarebbe aperto pure qui. In quegli anni anche i piccoli imprenditori iniziavano a valutare l’opportunità del messaggio pubblicitario attraverso le radio”.
Così, con un capitale di 500mila lire e una sede di appena 60 metri quadri dà vita alla Pubbli.Pi., che risulterà poi una scelta azzeccata, visto che gli permise di realizzare una delle discoteche più esclusive del Sud, il “Malè” di Santa Cesarea Terme, dove si organizzano manifestazioni di grande rilevanza nazionale come “Terra d’Otranto Festival” e “Festival latino-americano”.
Il suo vero pallino, però, è la televisione. Con l’esperienza acquisita nelle radio, il passo diventa breve. “Ho sempre pensato di dare un contributo alla città e al territorio”: Ecco, Pagliaro non sopporta che il Salento debba restare isolato geograficamente e culturalmente. Pensa di essere in grado di far uscire la sua città e la sua terra da un’emarginazione diventata opprimente. E poiché il primo grande successo lo ha ottenuto con Radio Rama, decide di usare lo stesso logo per la tv, quella che oggi è il punto di riferimento per un’informazione puntuale e senza squilibri politici. Dunque, “Telerama”. Certo, anche lui ha una qualche idea e una qualche simpatia (è amico personale del governatore forzista della Puglia Raffaele Fitto), e non fa nulla per nasconderlo, nemmeno in campagna elettorale. “Però”, dice, “non ho mai usato il mezzo televisivo per remare contro qualcuno”.
E’ la svolta. Il pubblico mostra di gradire senza riserve quel nuovo tipo di informazione, studiata scrupolosamente a tavolino per evitare soprattutto di incorrere in spiacevoli smentite o, peggio, di finire nel mirino di qualche politico con l’hobby delle querele. Si fa di tutto per essere equilibrati e obiettivi, “anche se poi”, spiega Pagliaro, “c’è sempre qualcuno che si lamenta”. Ma non fa nomi. Per restare fedele a quel modo di gestire il potere in maniera discreta ed equilibrata. Anche se di cose da raccontare ne avrebbe parecchie. Solo che ha scelto di fare l’imprenditore senza ricorrere agli strumenti del chiacchiericcio o delle pericolose insinuazioni.
Intorno all’ammiraglia televisiva e alle cinque radio che trasmettono musica, notiziari e cronache sportive, Pagliaro ha fatto poi nascere una seconda emittente, “Telesalento”, e altre attività di supporto: un’agenzia di moda, una società di servizi multimediali e una società di promozione pubblicitaria. Però, i suoi interessi non riguardano solo il campo strettamente imprenditoriale. Lo ha detto: vuole aiutare la città e il territorio.
Perciò, l’anno scorso ha prima accettato l’incarico di presidente del terziario avanzato di Assindustria e poi quello di vice presidente della FieraSalento di Galatina. Ma nel 2001, lui che ha sempre avuto un’attenzione particolare per i più deboli, ha fondato l’associazione onlus “Cuoreamico – progetto Salento Solidarietà”, una specie di piccola Telethon provinciale, con lo scopo di raccogliere fondi da destinare esclusivamente ai bambini salentini con gravi problemi di salute e in precarie condizioni economiche. Riuscendo, in questi due anni, a raccogliere più di 500mila euro e aiutare 104 bambini.
Certo, il successo è frutto anche di tanti servizi e tante campagne che hanno incontrato i favori del pubblico, come il tiggì per audiolesi e lo spot antiracket. Tutte cose che portano Pagliaro a sentirsi un po’ protagonista nel territorio in cui vive. Forse, anche per questo gli è venuta un’altra voglia, quella di fondare un settimanale. Va’ a finire che ci ritroviamo con un altro Cavaliere in formato ridotto. Perché no? In fondo, ha appena 43 anni.

di Nicola Apollonio