Convegno:“Informazione locale, diritti dei lavoratori, tutela dei cittadini”. Intervento di Paolo Pagliaro, Presidente Terziario Avanzato Assindustria – Lecce

28 Giugno 2005 Convegno:“Informazione locale, diritti dei lavoratori, tutela dei cittadini”. Intervento di Paolo Pagliaro, Presidente Terziario Avanzato Assindustria – Lecce

Autorevoli ospiti , relatori, intervenuti

è per me importante prendere la parola ed intervenire in questo contesto.
Un medico pietoso uccide l’ammalato, dice un vecchio detto.
E per questo andrò subito al cuore dei problemi lasciando ai testi accademici di chiarire, ancora, quale sia oggi il ruolo della comunicazione e dell’informazione nei processi di sviluppo.
La materia prima fondamentale, così mi piace definirla, la risorsa base che più di ogni altra è in grado di spiegare anche la differenza di sviluppo tra le imprese, i territori, le aree economiche. La comunicazione.
Però, non posso non partire dalla questione della periferia, che rappresenta ancora uno degli ostacoli maggiori per lo sviluppo del Salento, soprattutto in una fase come quella attuale caratterizzata dalla competizione tra “territori”.
A mio avviso questo permanere in periferia, ha tra le concause la profonda carenza di scambio di informazioni. Prima di discutere se, come e quando, curare l’ammalato, a me pare cruciale chiarirsi su alcune “premesse di valore” a proposito del rapporto tra mass-media e trasformazioni sociali, culturali, politiche ed economiche di una società a tecnologia avanzata, ma con un software non ancora attivo.
Il primo quesito che pongo è: quali regole di canalizzazione dei flussi pubblicitari, di regime fiscale e di incentivi finanziari si progettano per garantire un articolato e pluralista sistema informativo multimediale Radio – Televisione – Stampa – Telefonia -Internet sull’intero territorio nazionale?
( Lo chiedo alla deputazione salentina ma anche ai rappresentanti dei governi locali. )
Come si supera il grave handicap che denunciamo e che riguarda lo stacco enorme fra il rilevante valore che l’informazione locale fa registrare a livello di audience e presenza sul territorio, e la valorizzazione in termini di raccolta pubblicitaria?
Secondo recenti stime esiste un forte sbilanciamento a favore del duopolio Rai-Mediaset, che raccoglie oltre il 90% dei ricavi pubblicitari del comparto televisivo italiano, non permettendo, di fatto, la nascita e lo sviluppo del tanto auspicato “Terzo polo” costituito dalle tante televisioni locali. Stessa situazione si rileva per la carta stampata, con percentuali leggermente diverse, tra i grandi giornali a tiratura nazionale e i giornali a tiratura locale.
Se si vuole onestamente ammettere che le entrate del servizio pubblico nazionale e di Mediaset sono interamente a carico dei cittadini e delle aziende investitrici (canone – pubblicità), si deve anche ammettere che i progetti di spesa che determinano i palinsesti dei due colossi non riguardano certo la divulgazione tecnico-scientifica e culturale o l’informazione, né programmi che possono sviluppare nelle persone coscienza e conoscenza del valore delle proprie diverse culture e tradizioni, delle dinamiche in atto nei diversi teatri dell’economia, della cultura, della natura e dell’ambiente, nelle variegate realtà locali.
In più occasioni è stato riproposto il ruolo centrale che riveste l’informazione locale, ma in questa sede più che altrove tengo a ribadirlo: per crescere e determinare sviluppo, bisogna rafforzare i sistemi di comunicazione locale, ma per realizzare quest’impresa è fondamentale l’autonomia e la disponibilità di risorse.
I mezzi di comunicazione locali assicurano il pluralismo, ma ci auguriamo che questo non si riveli un metodo retoricamente invocato, bensì un principio sostanziale di democrazia, che deve riguardare anche gli assetti del sistema, la sua struttura e la funzione delle autonomie locali.
Un “pluralismo esterno” che consenta agli imprenditori di operare in piena indipendenza, con imparzialità, equidistanza, equilibrio e nel rispetto della verità, come ha evidenziato e sottolineato il Presidente Ciampi, “per bilanciare i diritti della maggioranza e delle opposizioni”, ha detto giustamente, “ed evitare la tirannide di qualunque maggioranza”.
Secondo quesito: il tessuto socio-politico della nostra provincia è pronto ad accogliere l’impresa dell’informazione, nella consapevolezza che una buona informazione non si misura dalla sua maggiore o minore vicinanza ai “palazzi”, ma dalla sua capacità di essere protagonista dei processi di sviluppo sociale e culturale del territorio in cui opera?
La grande attenzione ai contesti in cui si sviluppa l’economia locale ha avviato politiche di concertazione tra pubblica amministrazione, imprese e comunità locali favorendo il raccordo e l’integrazione delle politiche di sviluppo, ma siamo ancora lontani dal considerare i mezzi di comunicazione infrastruttura immateriale, composta da una rete di operatori culturali in grado di connettere le specificità produttive e territoriali con le potenzialità e le opportunità offerte dai mercati globali. E’ più facile per una pubblica amministrazione realizzare una campagna pubblicitaria da manifesto 6 per 3, oppure impiegare risorse in impianti di pubblicità dinamica, o anche in pubblicazioni che portano risorse esclusivamente alle imprese stampatrici, che investire in un progetto di orchestrazione di tutte le attività di comunicazione per affermare e consolidare un’unica immagine di città, di provincia, di territorio.
E’ più facile assistere da spettatori alla colonizzazione dei grandi editori che sostenere progetti, processi ed esperienze “dal basso”, dalla periferia.
E’ più facile subordinare alle oligarchie dominanti nell’ETERE i bisogni culturali e informativi dei cittadini che chiedersi quali sono le prospettive di regime fiscale per Sky, quali sono le prospettive per i canoni mensili pagati dagli abbonati ai diversi tipi di programmazione? Quali concrete prospettive qualitative e quantitative per il digitale terrestre?
E giungo al Terzo ed ultimo quesito: nella società dell’informazione chi punta sulle professionalità del territorio e sulla formazione?
La scarsa disponibilità di risorse, per le aziende del settore, si scontra con il bisogno di occupazione ma soprattutto con la vocazione di molti operatori ad investire il proprio bagaglio culturale per lo sviluppo del Salento.
Si assiste, pertanto, ad una sempre maggiore richiesta di accesso al lavoro da parte di giovani laureati contro il difficile reperimento di risorse nel mercato pubblicitario.
Le risorse rinvenienti dagli investimenti pubblicitari sono assolutamente inadeguate, rispetto al numero di imprese del settore operanti sul nostro territorio, ed è per questo che non dobbiamo trascurare le innumerevoli difficoltà con cui da troppo tempo si devono fare i conti per salvaguardare i posti di lavoro.
Molto spesso le figure professionali formatesi, non senza sacrificio, nelle “palestre” delle redazioni assumono ruoli delicati e autorevoli negli uffici stampa degli enti locali finendo per non completare alcun percorso lavorativo, atteso che, come più volte evidenziato dal sindacato di categoria anche per gli addetti stampa non si applicano le misure contrattuali così come avviene nelle altre realtà del paese, e torniamo sempre alla periferia.
Non va trascurata la formazione. Consentire, oggi, il costante aggiornamento per le figure professionali ormai affermate nel Salento, costituisce un forte impedimento per la totale assenza di collaborazione con il mondo accademico pugliese.
Se le scienze della comunicazione vanno finalmente consolidandosi nel panorama locale, l’educazione ai media nei gradi dell’istruzione primaria e secondaria è ancora in gran parte da pensare, da sviluppare, da promuovere.
Ci aspettiamo un federalismo maturo, una presa di coscienza sulla promozione di attività formative: sia di natura formale, inserite nei percorsi scolastici, sia attraverso il riconoscimento e il sostegno delle attività realizzate da chi opera su questi temi, nella prospettiva di diritti di comunicazione e cittadinanza.
La nostra proposta è, dico nostra perchè nei giorni precedenti a questo convegno ho ascoltato le istanze delle tante professionalità che qui mi onoro di rappresentare, la nostra proposta è quella di aprire un CANTIERE PER IL FUTURO, per promuovere una visione della società dell’informazione fondata sul diritto a comunicare, come mezzo per proteggere i diritti dell’utente, il diritto ad essere informato e ad informare, il diritto al pluralismo linguistico, mediatico e culturale, il diritto ad associarsi ed esprimersi e il diritto a partecipare alla comunicazione pubblica e alla definizione delle relative politiche.
Le parole chiave che accompagnano questa visione sono: accesso, poter ricevere informazione, e partecipazione, contribuire alla comunicazione. Parole che sottolineano l’esigenza di pensare al ruolo attivo dei cittadini nella società dell’informazione e della conoscenza e l’esigenza di una maggiore capacità di ascolto e dialogo da parte delle istituzioni.
Dunque un cantiere, dove le esperienze in movimento e le iniziative in materia di comunicazione e condivisione delle conoscenze, si incontrano tra le variegate realtà della società civile: associazioni, professionisti dei media, accademici, sindacati, gruppi di utenti.
La nostra proposta è che il cantiere non solo consideri fondamentale la comunicazione, l’informazione e i saperi, ma che contribuisca a costruire insieme le priorità e le questioni condivise sulle quali costituire l’agenda sociale della comunicazione.
L’obiettivo del cantiere è creare un vero e proprio magazzino di informazioni finalizzato a sostenere a tutti i livelli l’azione di sviluppo dell’intero Salento. Penso, solo per un attimo, a quale beneficio il cantiere possa portare alla rinnovata immagine del Salento che si vuole esportare. Identificare, insieme a tutti gli attori principali, i partners istituzionali e commerciali, i media, gli opinion leaders e i “portatori” di immagine, una linea di comunicazione integrata ed omogenea.
Significa, scandagliare il territorio salentino alla ricerca delle eccellenze visibili e invisibili, coglierne nel contempo i fermenti internazionali, e consentire al salento di proporsi con tempestività e professionalità in tutti i campi e su tutti i mercati. Il Salento come marchio-sistema che supporta le piccole e medie imprese che si misurano con i mercati.
Un gruppo che nasce per immagazzinare, selezionare e veicolare informazioni, dati e immagini del Salento creando , nel contempo, una banca informativa multimediale basata sulla qualità.
Dunque, una proposta concreta quella che vi formulo. Un Cantiere per il futuro che non assista pietosamente il lavoratore, imprenditore, utente ma sostenga, in maniera esplicita, la costituzione di strutture partecipative in cui le esperienze dal basso possano avere voce ed essere valorizzate, avendo un reale impatto sulla programmazione politico-economico della nostra provincia.
Un cantiere per il rafforzamento del lavoro che proponga soluzioni concrete, che sappia individuare una politica per il rafforzamento finalizzato a quelle imprese che, per potenzialità e caratteristiche, possano mantenersi e consolidarsi in un regime di piena legalità.
Occorre passare a mio avviso dal concetto di emersione al concetto di accompagnamento verso la qualificazione, selezionando i tessuti produttivi in grado di reggere l’emersione, e accompagnando, al contempo, i lavoratori e le imprese verso nuovi traguardi.
Per farlo occorre il cantiere, dove tutti i soggetti coinvolti possano insieme indicare la strada: penso ai meccanismi di premialità per le imprese regolari, agli interventi specifici connessi al sostegno finanziario, alla recente proposta di CGIL di un bonus per tre anni per ogni lavoratore emerso.
In conclusione, soltanto dopo aver offerto una serie di misure e di servizi di supporto per lo sviluppo delle imprese di informazione, per facilitare l’accesso al credito, per implementare e rendere effettiva la formazione, si potrà parlare di lotta al sommerso.
Proposte che, solo ed esclusivamente, con il dialogo e la condivisione di un percorso possono essere realizzate.

Lecce, 28 Giugno 2005