Intervista su Millecanali

1 Marzo 2006 Intervista su Millecanali

Come è iniziato il suo percorso lavorativo?
La predisposizione per il lavoro, l’intuizione, la forte determinazione e l’amore viscerale per la mia terra mi appartengono, sin da quando ero molto giovane.
Con esperienze dirette, puntando esclusivamente sulle mie forze, sono riuscito a trasformare i valori in cui credevo in professione.
Iniziando con la radio, spinto dalla mia forte passione per la musica, passo poi alla televisione: era il maggio del 1989 quando nacque l’idea di Telerama. Ritenevo che ci fosse un vuoto da colmare nella nostra città.
Abbiamo messo su questa attività con pochissime risorse e pian piano abbiamo lavorato per inserirci nel settore dell’editoria vera e propria, con una testata che riuscisse a incidere sul nostro territorio puntando sulla qualità, sull’ attenzione ai dettagli, garantendo grande rispetto per tutti, equilibrio ed equidistanza.
Non è stato facile imporre un posizionamento editoriale veramente equidistante dalle nostre centrali di potere, per lo più politico , ma devo dire che i risultati mi hanno dato ragione se è vero, come è vero, che le nostre produzioni sono quelle di maggiore successo e il nostro telegiornale è il più seguito.

La televisione l’ ha sempre appassionato?
La televisione mi appassiona da sempre, e non potrebbe essere altrimenti. La televisione è lo strumento per eccellenza attraverso cui gli individui sono posti in ogni momento a confronto con la propria realtà, partecipano attivamente alla propria vita pubblica, si sensibilizzano nei confronti del mondo.
E’ una tra le fonti più importanti di conoscenza e anche di compagnia che le famiglie quotidianamente hanno a disposizione, è il loro principale strumento di svago oltre che di informazione e spinta all’approfondimento. Inoltre, non va trascurata la sua forte influenza sullo sviluppo sociale dei suoi fruitori poiché incide direttamente sul loro processo di socializzazione.
Insomma, la televisione è il canale privilegiato attraverso cui ci relazioniamo, ci confrontiamo.
Le critiche mosse contro la televisione sono tante ma la verità è una sola: la forza della comunicazione televisiva investe al giorno d’oggi ogni settore, ogni momento della nostra vita cittadina. Se c’è chi non è appassionato di televisione, dovrebbe comunque cominciare ad esserlo, o perlomeno ad interessarsene, nel bene o nel male. A mio avviso la realtà “televisione locale” può fornire un valido esempio di come, se usato bene, questo strumento può apportare un valido contributo per la crescita sociale, culturale ed economica del proprio territorio, può diventare lo strumento privilegiato al servizio della propria città, dei propri cittadini.

Il modello e la “mission” di Telerama:
Telerama, con il suo ricco palinsesto, rappresenta un esempio di televisione locale che quotidianamente investe energie, capacità e professionalità nella forza della comunicazione al servizio del suo territorio, assicurando il più possibile pluralismo, imparzialità, equidistanza ed equilibrio. Creatività ed innovazione ispirano la nostra filosofia aziendale. Abbiamo creato una formula televisiva capace di risvegliare il pubblico, capace di far sentire forte l’orgoglio di quello che siamo, di quello che la nostra terra ci offre, per certificare e valorizzare la nostra identità.
La nostra non è solo una televisione, ma una vera e propria “impresa culturale” al servizio del Salento. La “mission” di Telerama è quella di creare, in un territorio ricco di potenzialità inespresse, una infrastruttura mediatica per incentivare lo sviluppo, sostenere il confronto, uscire dall’isolamento culturale, offrendo costante attenzione e sostegno alle diverse esigenze legate allo sviluppo economico, sociale e culturale del Salento.
Il modello Telerama, pur mantenendo alto il livello degli ascolti, rappresenta un esempio di televisione non omologato a quello della maggior parte delle televisioni nazionali ed interregionali.
A differenza delle altre televisioni, che puntano per lo più su tutto ciò che può garantire facili introiti ( televendite, telenovelas sudamericane, cartomanti, filmetti anni’70, reality show, donnine la notte), noi puntiamo su autoproduzioni di qualità, creando così una “family tv” capace di regalare momenti di interesse e di intrattenimento per tutta la famiglia, ma che soprattutto si inserisce in una scelta strategica che rifiuta l’omologazione.
A tal proposito mi viene in mente, tra i tanti riconoscimenti ricevuti, il prestigioso Premio Millecanali assegnato a Telerama come migliore televisione d’Italia per la categoria “Programmazione complessiva”, per la varietà e la qualità del nostro palinsesto.
La cronaca, la cultura, la politica, lo sport, il mondo del lavoro, lo spettacolo sono i soggetti ed i protagonisti del nostro palinsesto, che testimonia la nostra capacità di coniugare una grande attenzione al mondo del Salento con un forte impegno a livello di produzione.
Basti pensare alle nostre iniziative di marketing territoriale come “Salento D’Amare” che, promovendo le nostre peculiarità culturali, fa circolare ovunque la nostra cultura, permettendo così al nostro Salento di confrontarsi al suo interno e di aprirsi al dialogo con altri paesi europei e del Mediterraneo attraverso il canale satellitare; “In Famiglia” che entra ogni giorno nelle nostre case e soprattutto nel cuore della gente dando consigli pratici e offrendo un vero e proprio contenitore nel quale trovano spazio gli argomenti più disparati.
Ma le nostre autoproduzioni sono davvero tante e tutte degne di attenzione: dovrei dedicare uno spazio apposito per potervi parlare solo di queste…

Quali sono a suo avviso le principali problematiche nel mercato audio televisivo?
Nell’attuale situazione che il mercato televisivo locale sta vivendo, il vero problema a mio avviso è costituito dalle poche ma indispensabili risorse che possano assicurare una crescita del settore. Il nodo cruciale riguarda appunto il reperimento delle risorse.
Il grave handicap riguarda lo stacco enorme che l’emittenza locale fa registrare a livello di audience e presenza sul territorio e la valorizzazione in termini di risorse disponibili, su cui esiste un forte sbilanciamento a sfavore delle emittenti locali. E per questo è necessario che ci sia un più forte sostegno che determini il consolidamento e lo sviluppo del settore.
L’auspicio è che l’emittenza locale venga regolamentata in maniera autonoma rispetto alle televisioni nazionali, per creare le condizioni affinché l’emittenza locale aumenti in misura significativa le sue risorse e, di conseguenza, l’intero settore abbia a disposizione provvedimenti che favoriscano sul piano fiscale gli investimenti pubblicitari delle piccole e medie imprese sui mezzi di comunicazione di massa.
Con questo si raggiungerebbe il duplice obiettivo di favorire l’emittenza locale e di stimolare al contempo una maggiore sensibilità delle piccole e medie imprese verso le pianificazioni pubblicitarie, con positivi effetti sul rilancio dei consumi e sull’intera economia nazionale. Bisogna incrementare lo stanziamento delle misure di sostegno anche e soprattutto in considerazione del prossimo passaggio alle trasmissioni digitali.

Cosa pensa del digitale terrestre?
Le emittenti televisive del mio gruppo stanno già trasmettendo in tecnica digitale terrestre nelle ore notturne, chiaramente per ottemperare alle disposizioni di una normativa a mio avviso troppo affrettata.
Non voglio assolutamente trascurare i nuovi e molteplici orizzonti che il digitale può offrire in termini di servizi e contenuti interattivi , offrendo molti più canali e rafforzando la sinergia cittadini – imprese con pubblica amministrazione-istituzioni, ma non possiamo non considerare che per un cambiamento di questa portata sarebbe stato preferibile prevedere dei tempi più graduali di sviluppo e anche più lunghi, per far sì che possiamo usufruire adeguatamente di questi nuovi servizi.

Qual è il suo rapporto con la concorrenza?
Non mi preoccupo, non temo ma rispetto i miei concorrenti.
Ho sempre lavorato con la convinzione che la televisione debba essere veritiera, corretta e rigorosa. Per ogni uomo di comunicazione la serietà e il rispetto delle regole deontologiche deve essere essenziale. Il senso di responsabilità deve essere la guida principale che innalza la nostra professione e professionalità con il raggiungimento dell’obiettivo vero della comunicazione. Sono questi i valori con cui noi ci confrontiamo, e che sono la nostra “arma competitiva” con eventuali altri che possono avviarsi al raggiungimento degli scopi della comunicazione con intenti diversi, scambiando per “televisione” ciò che “televisione” non è.
Di certo noi siamo consapevoli dell’essenzialità del nostro ruolo e ci impegniamo ad usarlo al servizio del nostro territorio nel miglior modo possibile, e i risultati fin’ora raggiunti ne danno prova.

di Mauro Roffi

Milano, 1 marzo 2006