Economia, Tecnologia, Comunicazione: in viaggio verso il Terzo Millennio…

8 Gennaio 2007 Economia, Tecnologia, Comunicazione: in viaggio verso il Terzo Millennio…

Convegno presso: “Città del libro”

Il valore di questo nostro incontro, considerata l’importanza della tematica che ci ritroviamo ad affrontare, è tanto maggiore se partiamo dal presupposto che questo Terzo Millennio assegna a tutti noi un grande lavoro: ciascuno nel proprio ruolo deve impegnarsi a progettare forme di organizzazione sociale che possano valorizzare e diffondere le nuove potenzialità tecnologiche, orientarle verso la realizzazione di nuovi servizi capaci di soddisfare al meglio i nostri bisogni reali, migliorando la qualità dello sviluppo.
Siamo chiamati tutti ad una sfida importante.

Di innovazione si parla ormai da tanto, troppo tempo. E’ sempre più difficile assistere a convegni, dibattiti, monologhi, articoli in cui non si affermi quanto è importante l’innovazione e quanto il Salento sia indietro. E’ come se, almeno parlandone, si avesse l’impressione di fare qualcosa.
Certamente tutti concordano che una efficace politica sull’innovazione possa essere una ricetta importante contro il declino, o meglio, per rilanciare la crescita economica e sociale, e riaccendere l’entusiasmo dei nostri giovani, per lavorare insieme ad un progetto di sviluppo. Ma, a mio avviso, una autentica riflessione sull’innovazione richiede di partire da alcuni punti fermi.

Il primo è una concreta assunzione di responsabilità.
Non può esistere piano di sviluppo credibile che non sia costruito su una sana valutazione del presente, che metta in luce non solo le nostre sfortune, ma anche i nostri errori, le nostre errate valutazioni.

Il secondo punto fermo è la volontà profonda di innovare.
Mi piace dire spesso che “Abbiamo voglia di futuro”.
Questo desiderio, che deve diventare autentica pulsione, non è, però, motivato solo da obiettivi economici e politici, è un’ atteggiamento, una postura dell’anima, ed è anche e soprattutto consapevolezza.
Il futuro è per definizione incerto. Innovare vuol dire accettare di sbagliare, vuol dire essere consapevole di poter diventare incompreso, se non socialmente “ scomodo”.

Il terzo punto fermo è che l’innovazione diventa utile ed efficace solo se riesce concretamente a soddisfare le nostre esigenze ed è ampiamente accessibile e disponibile a tutti.
Non basta semplicemente creare “ novità”, ma bisogna calarle e adattarle al contesto in cui viviamo: al consumatore bisogna spiegare il perché di una novità, come funziona, come si utilizza, l’azienda deve saper comunicare il proprio Know – how tecnico, le potenzialità dei suoi servizi, e deve poterlo fare al meglio.

Ecco, quindi, che la forza della comunicazione diventa primaria, partner essenziale per promuovere innovazione.
La forza della comunicazione, con le sue competenze, incide in maniera trasversale sull’intero nostro tessuto produttivo, e rappresenta una tra le risorse primarie per sostenere la ripresa della nostra economia.
In un periodo di generale crisi, la ricerca, l’innovazione tecnologica, la formazione e la comunicazione possono offrire alle nostre imprese un valido strumento per affrontare le attuali difficoltà, e per recuperare la competitività del nostro Salento. Molte aziende investendo sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica hanno migliorato notevolmente la qualità dei loro prodotti, i loro processi produttivi, le loro tecniche di vendita e di comunicazione e dunque l’intera gestione delle loro organizzazioni.
Grazie ai mezzi di comunicazione le nostre aziende hanno la possibilità di una maggiore presenza sui mercati: diventano più competitive, in virtù di una accresciuta visibilità e, quindi, circolazione dei propri marchi, che, conseguentemente, portano all’incremento della vendita, della produzione e all’apertura di nuove opportunità di business e internazionalizzazione, con positivi effetti sul rilancio dei consumi e sull’intera economia salentina.
La pubblicità è oggi il motore dello sviluppo delle imprese e dell’economia, soprattutto per le nostre aziende del Sud, che si ritrovano quotidianamente a scontrarsi con la prepotenza delle multinazionali, che potendo contare su ingenti disponibilità economiche, si avvalgono della grande distribuzione.
L’innovazione consiste proprio nel “ fare sistema”, unirsi per trovare la forza ed emergere, soprattutto per le piccole aziende che devono impegnarsi a creare delle sinergie, attraverso la realizzazione di marchi comuni, che possano contrapporsi ad un mercato sempre più globalizzato.
Quattro importanti protagonisti: prodotti, marca, investimenti pubblicitari, mercati finanziari.
La comunicazione è lo strumento indispensabile per creare un rapporto duraturo tra marca, consumatore e intermediario; essa ha la funzione di costruire la “personalità” della singola marca e di metterne in evidenza le differenze e le particolarità.
L’investimento pubblicitario è, dunque, un mezzo strategico e di sviluppo del mercato.

La forza della comunicazione rappresenta un importante valore aggiunto, che è crescita, informazione, conoscenza e formazione, che permette al territorio di svilupparsi, alle persone di acculturarsi, agli enti pubblici di avvicinarsi ai cittadini.
La comunicazione è la forza capace di sviluppare una nuova “ forma mentis”, di sensibilizzare i cittadini, di smuovere le loro coscienze.
E’ capace di imprimere valori importanti come la tolleranza, il rispetto reciproco, la solidarietà, è lo specchio dei punti di forza e delle carenze che caratterizzano la nostra realtà.
La televisione, grazie alla visibilità che offre, rappresenta lo specchio della nostra realtà, permette ai cittadini di accrescere la consapevolezza della propria cultura di appartenenza, è la guida per ciascuno di noi che si ritrova quotidianamente a fare delle scelte di vita, da cosa e dove mangiare, a come passare il tempo libero, a quale schieramento politico scegliere di appartenere, a quale personalità di rilievo sostenere per rappresentarci.

E’ per tutto questo che risulta inaccettabile, ancora oggi, che non ci sia il giusto riconoscimento del nostro ruolo da parte degli Enti Pubblici e dalle Amministrazioni, che si ostinano a restare chiusi nel loro “guscio” e non si “ innovano” , non si pongono al passo con i tempi, non utilizzano con coscienza la forza della comunicazione a loro disposizione.

Chi si occupa di comunicazione deve sentire forte la responsabilità che si assume nei confronti della collettività, obbligandosi ad un rigore comportamentale basato sul rispetto esclusivo del consumatore.
E’ l’etica dei comportamenti.
Questo è l’obiettivo che mi sono sempre prefissato svolgendo il mio lavoro, al servizio del territorio, nonostante mi ritrovi ad operare in una realtà di certo non facile da gestire.
In nome del moderno, del progresso, del nuovo, dello sperimentale, stiamo assistendo ad un susseguirsi impietoso di situazioni televisive sapientemente manipolate, guidate esclusivamente dalla “ smania di ascolti”.
L’Auditel non si è mai proposta di indirizzare la tv, quindi non ha colpe. Semmai, la responsabilità è di chi esprime certe scelte basandosi solo su quei dati. Che ci dice l’innovazione tecnologica in proposito? Interattività, multimedialità e connettività sono le qualità di queste nuove tecnologie.
In realtà l’avvento del digitale terrestre non deve farci illudere: per dare un futuro alle nuove tecnologie, dobbiamo soprattutto desiderare un futuro, pretendere cioè un ruolo attivo, da protagonisti, nella fruizione del mezzo televisivo.
Il rischio che si corre è che questa straordinaria offerta televisiva, moltiplicata grazie alla disponibilità di nuovi e numerosi canali, ci porterà ad un pericoloso intasamento, ad una assimilazione passiva e decisamente deformante della realtà che ci viene proposta. La realtà a cui mi riferisco è sotto gli occhi di tutti: il trionfo di format televisivi che sono sempre più lontani dalla nostra cultura, dai nostri valori, dalle nostre peculiarità.
Preminente, anche in questo caso, è la responsabilità etica di chi fa comunicazione.

Il Gruppo Mixer Media può testimoniarlo.
Quotidianamente investiamo energie, capacità, professionalità, offrendo uno specifico orientamento alla comunicazione e all’informazione.
Guidati dal desiderio di sviluppare e rafforzare una cooperazione di reciproco beneficio nell’interesse del nostro territorio, abbiamo più volte dimostrato l’efficienza di uno stretto legame tra tecnologia avanzata e capacità umana, creatività.
Il modello Telerama, pur mantenendo alto il livello degli ascolti, rappresenta un esempio di televisione non omologato a quello della maggior parte delle altre televisioni nazionali, interregionali e locali. No a televendite, telenovelas sudamericane, cartomanti, filmetti anni’70, reality show, donnine la notte, insomma no a tutto quello che può garantire tanti ascolti e facili introiti.
Il nostro è un palinsesto che punta su autoproduzioni di alta qualità, è una “family tv” che regala momenti di intrattenimento per tutta la famiglia ma che soprattutto si inserisce in una scelta strategica che rifiuta a priori l’omologazione.
Telerama rappresenta un esempio di televisione locale che, investendo nella forza della comunicazione al servizio del suo territorio, certifica e valorizza la nostra identità, una vera e propria “ impresa culturale” capace di fornire un forte contributo per incentivare lo sviluppo, offrendo costante attenzione e sostegno alle diverse esigenze legate al mondo economico, sociale e culturale del Salento.
Ma si pensi anche a RTS, valido esempio di televisione interattiva al servizio del suo fruitore.
Ogni giorno permette al cittadino, in piena libertà, di rapportarsi con la propria realtà, sollevando dibattiti e confronti continui, accrescendo così lo spirito di protagonismo del telespettatore, salvaguardando uno dei fondamentali diritti di un cittadino, ossia la partecipazione diretta alla vita pubblica.
E’ finalmente la gente comune che diventa protagonista, sono i cittadini che richiedono e stimolano interventi destando l’attenzione su svariate tematiche che ci riguardano, contro gli sprechi e i privilegi, contro l’arroganza e gli abusi di potere: i cittadini non più sudditi, ma “sentinelle” del senso civico.

Insomma, l’innovazione ci chiama tutti a contribuire attivamente al nostro percorso di crescita, e ognuno di noi deve impegnarsi, nel proprio settore e secondo le proprie competenze, per spingere l’innovazione, incoraggiarla e sostenerla, diffonderla e potenziarla. Senza perderci, però, dietro la smania del “ nuovo” a tutti i costi: in inglese c’è differenza fra “ speed” ( quanti chilometri all’ora si fanno) e “ velocity” ( quanti chilometri si fanno in una certa direzione).
Oggi abbiamo molta “speed” e poca velocity: continuiamo a girare, ma senza tracciare un percorso ben definito. La strategia vincente è un’altra. Siamo noi a dover tracciare il percorso da seguire, ad imprimere la direzione più idonea all’innovazione, nell’interesse collettivo.

Campi Salentina, 8 gennaio 2007