Assemblea Confindustria – Hotel Presidente Lecce

19 Giugno 2007 Assemblea Confindustria – Hotel Presidente Lecce

Riconoscere il costante lavoro e gli sforzi di Confindustria Lecce, che da 80 anni rappresenta le aziende che hanno costituito la leva dello sviluppo del Salento, non è un obbligo morale; sono i fatti che parlano e mi riferisco ad essi nel sottolineare che ad oggi sono stati raggiunti importanti risultati. Non si è mai al traguardo finale, questo è ovvio, il percorso è ancora lungo.


In occasione dell’ottantesimo anniversario di Confindustria Lecce, come tutti noi sappiamo, il presidente Piero Montinari ha esposto la sua relazione annuale, dalla quale è emersa la possibilità di utilizzare pienamente i fondi strutturali 2007-2013 per il raggiungimento degli obiettivi. Queste risorse servirebbero a rafforzare le infrastrutture e la logistica e a incentivare le imprese che investono in innovazione e ricerca. Credo sia razionale puntare su questi settori, che possono fare la differenza.
L’organizzazione di rappresentanza delle imprese leccesi per la prima volta si affaccia sullo scenario culturale, un settore finora ad essa estraneo. Questo è senz’altro ammirevole perché porta una ventata di novità al suo interno. L’immagine di Confindustria Lecce è migliorata negli ultimi anni, ma al di là dell’interfaccia costruita, l’associazione non deve perdere di vista la priorità per cui è nata. Il suo obiettivo, ricordiamolo, è quello di creare le condizioni per un maggiore sviluppo degli associati. Bisogna inoltre non perdere di vista l’imprescindibile funzione sociale dell’impresa; abbiamo il compito di fornire non solo agli agenti economici, ma anche al più ampio contesto socio-istituzionale, le energie necessarie a far avanzare il cambiamento.
Confindustria Lecce deve promuovere la cultura e lo spirito d’impresa tout-court soprattutto tra i giovani salentini favorendo lo sviluppo dell’occupazione territoriale e la lotta contro l’esclusione sociale. Solo così potremo risultare forti e determinati nell’essere al passo con le aree più industrializzate a livello di risultati e trend di crescita. Le peculiarità della nostra terra devono spingere Confindustria ad accelerare il motore di sviluppo del tessuto delle piccole e medie imprese che caratterizzano il nostro sistema economico. La differenza rispetto ai mega complessi del Nord Italia non deve essere considerata penalizzante, bensì può e deve essere utilizzata al meglio, rendendola una risorsa impareggiabile.
Proprio i punti di sviluppo del territorio, come voi saprete, sono divenuti parte integrante della nuova linea di informazione di TeleRama che da mesi porta avanti le dieci battaglie per la crescita del Salento. Dalla battaglia per la sicurezza stradale, alla battaglia per l’ambiente, a quella per l’Università e per il piccolo commercio, fino a quella per il sociale, TeleRama ha fissato i contenuti dell’agenda politica. Mi riferisco a Cerano, all’eolico e al Salento come “district park”. Una battaglia, quest’ultima che TeleRama conduce insieme a Confindustria.
E’ necessario tenere bene a mente che il nostro scopo è far crescere il Salento. La cosa pubblica, il bene comune deve essere il principio guida, ma purtroppo in ambito politico spesso impera il costume del privilegio. Enti inutili, che fungono da carrozzoni di garanzia per poltrone super pagate, sono lo specchio di una “sprecopoli” che sottrae tempo e denaro al vostro e al nostro impegno facendo arretrare l’intero paese. Si rimbocchino le maniche i politici, lascino per un momento le loro comode poltrone e scendano per strada, nei cantieri per raccogliere le richieste delle piccole e medie imprese, che sono la vera forza del nostro Salento.
Oggi chiediamo interventi decisi e precisi nell’ambito delle strutture e delle infrastrutture, lasciando da parte l’uragano di polemiche che ha investito questioni come la 275. La settimana scorsa si è giunti a un punto d’accordo tra chi spingeva per il raddoppio della statale fino a Leuca e chi, come la Provincia e gli ambientalisti, optava per le quattro corsie fino a Montesano. Con fatica si è giunti al compromesso della cosiddetta “strada-parco”; mi auguro che ciò si concretizzi quanto prima in modo tale da fermare le continue stragi dell’asfalto e permettere collegamenti più rapidi ed efficienti tra le imprese stesse; senza contare che il riammodernamento di questa infrastruttura darebbe un forte impulso al nostro turismo. E proprio a tal proposito ritengo sia fondamentale incrementare e migliorare le strutture ricettive cercando di destagionalizzare un settore importante per la nostra economia.
Intendo sollecitare gli amministratori a pensare da cittadini comuni nel tentativo di comprendere e soddisfare le esigenze di tutti, usando i mezzi a loro disposizione per risolvere la crisi economica del nostro territorio. La politica è l’arte della parola che spesso scade nella demagogia, ma i cittadini chiedono opere concrete e attendono risultati visibili.
I problemi del Salento non sono pochi. Su tutti resta la disoccupazione e l’incertezza del futuro per i nostri ragazzi, spesso laureati e senza prospettive di lavoro. Serve in tal senso una maggiore collaborazione tra il mondo dell’istruzione e le imprese di modo che i giovani, dopo il diploma o dopo la laurea, siano pronti ad affrontare una professione. Credo sia nell’interesse delle imprese diffondere nelle aule la cultura del lavoro, molto lontana dai libri scolastici.
In questi ultimi mesi, inoltre, siamo stati travolti da numerose questioni ambientali, esplose una dopo l’altra: da Cerano al problema dei rifiuti, fino all’emergenza idrica nei comuni del basso Salento. Mi chiedo se riusciremo mai ad avere un acquedotto fatto a regola d’arte…
Le aziende sono boccate d’aria per questo sistema che annaspa e affanna, esse costituiscono il volano che potrebbe a tutti gli effetti anticipare il futuro. Ogni singola impresa è una riserva di valore, ma è indubbio che una loro maggiore coesione andrebbe a favore della società salentina. Bisogna lavorare quindi in questa direzione, cercando di ampliare la base associativa e migliorare il livello di rappresentatività affinché coloro che si sono allontanati dalla nostra associazione ritrovino la voglia e lo spirito di continuare a dare il loro contributo.
E’ auspicabile il recupero di un’armonia, di relazioni più serene all’interno di Confindustria, cercando di instaurare un clima di solidarietà e affetto tra gli associati, abbandonando la cultura dell’invidia e dei veleni.
Purtroppo la tendenza a guardare con sospetto al mondo dell’impresa ha creato inopportuni rigurgiti giustizialisti che distolgono l’attenzione dal nostro obiettivo.
Di fronte a queste difficoltà non bisogna però arrendersi. Sono convinto che il coraggio consentirà alle imprese e all’intero Salento di superare gli ostacoli. Una delle prime barriere da rimuovere è senza dubbio quella rappresentata dalle pastoie e dalle lungaggini burocratiche che impediscono al sistema di spiccare il volo. Occorrono quindi politiche mirate, scelte giuste e ponderate per risolvere una crisi che ci impedisce di essere a tutti gli effetti “il Grande Salento”.
Ho parlato di Salento, ma è importante contestualizzare il nostro territorio, ricordando che i problemi dei governi locali spesso sono la conseguenza di ciò che avviene ai gradini più alti. Come ha detto il presidente Montezemolo il 15 giugno nell’atrio di palazzo dei Celestini, c’è un po’ di confusione nella maggioranza di governo. Una tassazione spropositata colpisce le nostre imprese: le aliquote italiane, in effetti, risultano molto alte soprattutto se confrontate con l’aliquota media della Ue.
Mi piace concludere questo intervento parafrasando le parole di Montezemolo, riferite però al nostro contesto: “E’ giusto chiedersi dove sarebbe oggi il Salento senza la capacità degli imprenditori grandi, piccoli e medi di fare impresa malgrado tutti gli ostacoli che incontrano ogni giorno sul loro cammino…”

Lecce, 19 Giugno 2007