Una nuova Forma Mentis

1 Novembre 2007 Una nuova Forma Mentis

citta_magazine

Valorizzare il ruolo dell’Università. Recita così la quarta battaglia di TeleRama nell’ottica di uno sviluppo del territorio che non può prescindere dalle risorse umane, dalla ricerca e dalla cultura. Una cultura in grado di arginare e magari mettere fine, nel lungo periodo alla fuga di cervelli che impoverisce sempre più il Salento.
Costretti a studiare, vuoi per carenze dell’offerta formativa, vuoi per pregiudizi nei confronti dell’istituzione locale, i giovani salentini “cercano rifugio” in atenei più blasonati per assicurarsi studi e di conseguenza carriere lungimiranti, lasciando così l’università del Grande Salento indietro rispetto ad altre.
Qualcosa per fortuna negli anni è cambiato: l’attivazione di nuovi corsi di laurea ( come scienze e tecnologie psicologiche ) ha costituito senz’altro un deterrente nei confronti di queste fughe; tuttavia è ancora poco radicata l’abitudine a proseguire gli studi nella propria terra.
Cervelli “espatriati” a parte, TeleRama lotta per migliorare il servizio nei confronti degli studenti che scelgono di vivere l’ateneo salentino, e per tagliare un traguardo importante (che senz’altro favorirebbe anche la soluzione del problema precedente): quello di un’università legata a doppio nodo e a tutti gli effetti al mondo del lavoro, che non riduca le nostre facoltà a semplici “parcheggi per studenti in attesa di occupazione” (e chissà quanto durerà quest’attesa), creando, al contrario, veri e propri collegamenti con le figure professionali.
Più possibilità di scelta, quindi, e un solido legame tra Università e imprese, ma non solo. I problemi sono anche strutturali: occorrono infatti nuovi alloggi per gli studenti e un campus moderno ed adeguato per garantire un’offerta completa e degna di un vero ateneo.
L’Università, come hanno sottolineato i vertici Cisl, è ancorata ad una pianta organica vecchia di 11 anni, più volte rattoppata con interventi episodici e scoordinati, ormai inadeguata alle esigenze di un Ateneo che ha visto crescere in modo esponenziale dimensioni, progetti, interessi didattici e collegamenti con il territorio locale e nazionale.
Da questi presupposti parte la scommessa di TeleRama che nel corso di questi mesi, ha trovato (così come per altre battaglie) numerosi consensi, confermati dalle sottoscrizioni ondine.
Scrive Grazia Filieri da Galatone:”Noi studenti siamo condannati alla diaspora! Al Salento serve un polo universitario!”
Angela Attanasio da Lecce parla invece di carenze strutturali: “Vivo in prima persona i disagi relativi all’edificio Parlangeli; per noi studenti non esistono garanzie e protezioni, per non parlare dell’assenza di comodità e di posti adeguati per lo studio o i momenti di pausa. Più che studenti sembriamo accampati”.
Ed ecco la voce di uno degli studenti fuori sede: “Sono uno dei migliaia di studenti ‘costretti’ ad emigrare per studiare. Se costruiamo la nostra futura professione lontano da casa, è molto difficile ritornare e ripartire da zero senza certezze! Migliorando la qualità dei servizi e dell’offerta formativa del polo universitario si riuscirebbe a contenere questo “grande esodo” dei giovani, che rischia di chiudersi in un circolo vizioso dal quale il Salento non trae affatto vantaggio. Sottoscrivo questa battaglia, pensando che sia il punto di partenza per raggiungere importanti traguardi”.
Voci che si rincorrono soprattutto nel corso del lungo “totorettore”, fatto seguito alle dimissioni di Oronzo Limone. Ma qual è il profilo ideale del “magnifico” per gli studenti?
Gli universitari “sognano” un Rettore che ami il territorio e punti alla sua valorizzazione attraverso una formazione e una ricerca di eccellenza.
Chiedono una gestione trasparente e partecipativa che veda gli studenti protagonisti della nuova amministrazione e un miglioramento della Didattica, attraverso un’analisi attenta delle loro stesse indicazioni.
Questi ragazzi, rivolgendosi al nuovo rettore, dicono stop agli sprechi universitari (vedi scandalo dei debiti dell’università); per contro chiedono una razionalizzazione delle spese partendo da una riorganizzazione dell’offerta formativa e delle struttura amministrativa, anziché “far cassa” aumentando le tasse agli studenti.
Pretendendo inoltre l’immediata messa a norma di tutti quegli edifici che versano ancora in una condizione di degrado e che difficilmente supererebbero un qualunque test di agibilità e sicurezza. E non finisce qua. L’elenco delle richieste, in linea con la battaglia di TeleRama, è molto più lungo. Ed ha, in sintesi, l’obiettivo di rendere Lecce una vera e propria città universitaria.

di Maria Pia Mazzotta