La Tv Indies del wactch dog

8 Novembre 2007 La Tv Indies del wactch dog

citta_magazine

Mauro Giliberti (Direttore di “TrNews” e conduttore della trasmissione di successo “Open”) traccia un bilancio della nuova linea editoriale di TeleRama.

Qual è ad oggi il bilancio della nuova linea editoriale di TeleRama lanciata lo scorso febbraio?
È un bilancio assolutamente positivo. In pochi mesi abbiamo dato vita, da un’idea dell’editore Paolo Pagliaro, a un sistema informativo assolutamente inedito nella sua multimedialità e soprattutto nel suo ruolo sociale e militante. Questo ci ha consentito di ritagliarci un ruolo centrale nel panorama informativo.

Si spieghi meglio…
Ritengo che il nostro nuovo modo di fare giornalismo abbia dettato in qualche maniera l’agenda della politica e questo è un risultato straordinario. Quando parliamo di “tv indies” non intendiamo soltanto riferirci all’aspetto glocal della valorizzazione e della promozione del nostro contesto culturale, ma ci riferiamo anche ad un ruolo inedito del giornalista come “watch dog”, cane da guardia dei diritti degli uomini e del territorio.

Quali sono i temi dell’agenda politica che siete riusciti a indicare?
Per esempio tematiche dell’ambiente: la rinnovata attenzione su Cerano, il blocco dello scempio della Palascia e se parliamo di sanità penso al raggiungimento di un obiettivo straordinario: una pet-tac a Lecce.
Mi riferisco inoltre al recente caso dei gemelli Quarta di Lizzanello che purtroppo va avanti da ben 10 anni; due 28 enni sono costretti a vivere attaccati ad un respiratore e il padre non riesce a pagare le bollette della luce e gas.
Abbiamo quindi invitato i politici a rinunciare alle conferenze stampa per recarsi a casa dei gemelli, uno dei luoghi della politica vera, lontana ed antitetica rispetto alle veline degli uffici stampa ed alle sterili polemiche sulle contese di poltrone.

Dopo le numerose batoste ricevute in quest’ultimo periodo dal nostro territorio, a partire dal settore dei trasporti, credete ancora nel Grande Salento?
Noi crediamo che quella del Grande Salento sia una gravidanza a rischio; le potenzialità del progetto sono ovviamente buone ma lo spirito di squadra, purtroppo, credo sia carente dal punto di vista istituzionale. Qualcosa di buono è stato fatto dagli imprenditori, mi sembra meno dai politici che pure erano partiti bene, ma in più di una circostanza si sono “insabbiati” o se preferite “incolonnati” in polemiche grottesche.
Il ruolo cruciale spetta a noi, ai media; se riusciremo a integrare veramente i territori e le popolazioni, il Grande Salento partirà dal basso e sarà fortissimo e al sicuro dalle logiche dei campanili.