La sesta battaglia di TeleRama

15 Novembre 2007 La sesta battaglia di TeleRama

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Tutelare i diritti delle fasce più deboli. Nasce con questo obiettivo la sesta battaglia di TeleRama, quella per il sociale.
Non si tratta di una novità: da anni infatti il gruppo Mixer Media è impegnato a migliorare le condizioni di vita dei diversamente abili.
Dei bambini malati in particolar modo.
Chi non conosce la straordinaria iniziativa “Cuore Amico”? Il progetto di solidarietà, giunto ormai al settimo anno, che raccoglie fondi per i piccoli salentini che soffrono.
Sono tanti i casi risolti e su questa scia la sesta battaglia compie addirittura un passo avanti, lottando per tutte le fasce d’età che hanno bisogno d’aiuto.
Ma come dare un sostegno concreto? TeleRama lo fa ancora una volta attraverso la forza dell’informazione, smovendo le coscienze e sensibilizzando su tematiche importanti, in primis l’abbattimento delle barriere architettoniche, quegli ostacoli così ingombranti che tolgono la dignità ai disabili allontanandoli sempre più sempre dalla società.
Una società che dovrebbe fare di tutto per accoglierli, per farli sentire parte integrante di essa, ma che a volte sembra essere troppo concentrata sulla sua presunta “normalità”.
D’altronde è espresso chiaramente nella legge 104 del 1992 che l’insegnamento e l’integrazione sociale del diversamente abile passa necessariamente attraverso “interventi diretti ad assicurare l’accesso agli edifici pubblici e privati e ad eliminare o superare le barriere architettoniche che ostacolano i movimenti nei luoghi pubblici o aperti al pubblico”.
Non si tratta di comodità o comfort, ma di veri e propri diritti che spettano a ogni cittadino per poter vivere nella quotidianità: servono scivoli, pedane mobili, bagni adatti, ascensori collaudati, e tutti i servizi necessari e “su misura” per le loro esigenze.
Altro nodo cruciale della battaglia è la realizzazione di strutture accoglienza e assistenza per i diversamente abili (quattro dislocate nelle diverse aree del Salento), per garantire loro un futuro roseo anche quando rimarranno soli.
In tal senso “il dopo di noi” rappresenta un’iniziativa che rassicura le famiglie, spesso preoccupate per il destino dei loro figli, soprattutto in previsione del momento in cui non potranno più essere autosufficienti e non avranno più un familiare accanto.
TeleRama si batte inoltre per la devoluzione del 5 per mille dell’Irpef a favore delle associazioni solidaristiche e dagli Enti no profit, ovviamente con gli opportuni controlli per verificare che i destinatari siano a tutti gli effetti associazioni umanitarie.
I risultati già si vedono: TeleRama è riuscita a coinvolgere tanta gente e a “bussare” persino al cuore delle istituzioni, dei politici e di fronte al caso dei due gemelli, costretti a letto da anni e mantenuti in vita da un respiratore, si sono dati da fare per garantire i costosi strumenti per la loro assistenza.
E come al solito, accanto alle sottoscrizioni ondine, non mancano i messaggi, quello strumento democratico che consente a tutti di far sentire la propria voce, di lanciare proposte contribuendo così a vincere questa battaglia.
Danila Cardinale da Lecce scrive: “Sono molto felice per la solidarietà che state dimostrando verso i fratelli Quarta di Merine costretti a restare attaccati ad una macchina per una gravissima malattia. Mi sento molto vicina al padre dei due gemelli per i sacrifici che fa pur di stargli accanto e accudirli.
Anch’io ho vissuto una situazione simile con mio fratello e non c’è cosa più brutta che combattere una battaglia da soli”.
Gino Martino da Monteroni chiama in causa le istituzioni: “Esiste la L 104/92 che regola anche le barriere architettoniche …Ma quale ente locale la rispetta? Provate a far sedere un qualsiasi amministratore su una sedia a rotelle e mandatelo in giro per soli cinque minuti; forse si impegnerà di più”.
Altro tema importante è quello del lavoro: “si parla spesso di occupazione dei soggetti diversamente abili – scrive un disabile – ma a tutt’oggi non si vede alcun risultato serio.
Chiedo pertanto alle autorità responsabili delle risorse umane perché non intendono applicare ciò che chiaramente recita l’art. 19 della legge 104/92 di cui lo scrivente ha pienamente diritto.
E intanto0 la battaglia continua, soprattutto contro quel nemico invisibile, il pregiudizio, che purtroppo spesso porta all’emarginazione o ancor peggio al’indifferenza.

di Maria Pia Mazzotta