Farsa mediatica sul “BLUFF RAI”

5 Gennaio 2008 Farsa mediatica sul “BLUFF RAI”

 

L’Alba dei Popoli a Otranto, il primo sorriso del nuovo anno all’Italia, la luce che giunge dall’Oriente e che illumina il nostro Salento, ridotta a un “pacchetto televisivo” affidato alla voce di famosi cantanti internazionali, come Mario Biondi, Alexia e Roy Paci.
Musica di qualità e artisti di assoluto rilievo, ma sprecare una importante e significativa vetrina popolare, artistica e culturale fondata sulla solidarietà tra le diverse tradizioni, e ridurla a una “finta diretta” televisiva con solo un paio di collegamenti sconfinati dopo le due di notte, è mortificante e deprimente.
E’ chiaro che offrire a Otranto una visibilità in Rai ha rappresentato una speranza allettante, ma piegare un momento di eccellenza come l’Alba dei Popoli alle mere esigenze di intrattenimento più propriamente commerciali dell’ammiraglia Rai, ha causato un vero e proprio svilimento dei valori di cui invece la città di Otranto è intrisa: i concetti di unione e di uguaglianza, di fratellanza e di rispetto tra le diverse culture e religioni, in un’atmosfera magica che è quella di una città simbolo del Mediterraneo, crocevia di culture, intreccio di civiltà.
E’ naturale che la Rai preconfezioni gli spettacoli in base alle sue esigenze, e che un produttore Rai poco si importi di cosa per noi pugliesi e salentini rappresenti questo evento, del suo vero significato: l’Alba dei Popoli è stata snobbata, banalizzata, volgarizzata, minimizzata. Che senso ha avuto affidare l’ultimo giorno dell’anno a Otranto ad artisti internazionali che nulla hanno a che fare con le nostre peculiarità e la nostra cultura, che la gente può andare a vedere in qualsiasi posto, in Italia e all’estero? E’ questo il lavoro di promozione che ci aspettavamo dal territorio? Otranto non ha bisogno di tutto questo, poiché ha intrinsecamente le potenzialità per essere valorizzata come merita: la storia, segnata dai suoi eroi e martiri, il faro simbolo di pace e di integrazione, le sue bellezze naturali, le sue tradizioni, che puntano sulla solidarietà e sull’accoglienza. E’ su questi valori che si doveva costruire un “sistema culturale” capace effettivamente di promuovere il territorio, ed è alla base di queste premesse che la televisione poteva fare tanto per sostenere questo progetto.

In linea con la mia filosofia “indies”, condividendo i progetti del Sindaco Cariddi e degli assessori Sindaco e Schito, avremmo potuto realizzare una produzione unica, mettendo al centro dell’iniziativa il nostro territorio, la nostra cultura, come giustamente meritava.
Ma le risorse indispensabili per realizzare questo progetto potevano essere garantite solo dall’ Assessorato al Turismo della Regione Puglia, che ha preteso che fosse la Rai, con la produzione “Capodanno Reale”, a dare la visibilità all’evento. I costi che gli enti locali hanno dovuto sostenere sono stati altissimi: gli scorsi anni c’erano scarsissime risorse a disposizione, e sono certo che con gli stessi utili affidati all’amministrazione comunale di Otranto, quest’anno si sarebbe potuto fare molto di più e meglio.
Non è la Rai che può garantire il successo di una iniziativa, ma è il forte radicamento sul territorio: non a caso, la famosa “Notte della Taranta”, riconosciuta unanimemente, in Italia e all’estero, come il simbolo della nostra communitas, non è stata affidata alla Rai. Altro che Capodanno Reale: si è trattato di una “farsa mediatica”, ed ora, dopo il danno, la beffa: l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Ostillio, è il primo a rivendicare un risarcimento per il danno che il Salento ha subito dalla Rai.

Una soluzione potrebbe essere, a mio avviso, di riaccendere i riflettori della Rai su Otranto in occasione di un evento tipicamente salentino, una produzione tutta nostra, che mi auguro possa essere al più presto ripristinata: l’Otranto Festival, la rassegna delle culture del mediterraneo, che, in linea con la sua vocazione geografica, recupera e valorizza la centralità di Otranto nel Mediterraneo, e opera una straordinaria fusione di culture e tradizioni diverse, nell’arte, nella musica, nel cinema, nel teatro, nella danza. Sono questi gli eventi su cui dobbiamo puntare, sono queste le vere testimonianze dal Salento nel mondo che possono renderci più competitivi: un’ Alba dei Popoli (Capodanno Reale) come quella di quest’anno, o un evento come il Premio Barocco, non sono in grado di guadagnarsi un palcoscenico esclusivo, di imporsi nell’immaginario collettivo della gente per la loro unicità, di fissarsi nella memoria per la propria autenticità.
Dobbiamo impegnarci a rifuggire dalle banalità preconfezionate, per capire una volta per tutte che promuovere il nostro territorio richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di offrire una presunta visibilità di livello (…mal riuscita!) e un pubblico vasto (…ma decisamente annoiato!): ci vuole passione, quella vera, quella che fa emozionare, brillare gli occhi, che fa battere il cuore, che fa pulsare una piazza intera…

di Paolo Pagliaro

Lecce, 5 gennaio 2008