Salento DOC: un marchio…una garanzia

5 Luglio 2010 Salento DOC: un marchio…una garanzia

Notiziario Industriale – Confindustria Lecce

NotiziarioIndustriale_Pag1 NotiziarioIndustriale_Pag2 NotiziarioIndustriale_Pag3  NotiziarioIndustriale_Pag4 NotiziarioIndustriale_Pag5   NotiziarioIndustriale_Pag6 NotiziarioIndustriale_Pag7  NotiziarioIndustriale_Pag8

A presentare la nuova edizione di Salento Doc, durante il convegno tenuto presso la Sala Selvarossa di Cantine Due Palme a Cellino San Marco, insieme all’editore di TeleRama, Paolo Pagliaro, i tre presidenti delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, i presidenti delle Camere di Commercio di Brindisi e Lecce ed importanti esponenti dell’imprenditoria locale.

Abbiamo incontrato Paolo Pagliaro per conoscere i risultati dell’indagine condotta da Studio Media intorno alla campagna di comunicazione Salento Doc, e per avere anche qualche importante informazione sul progetto.

Il 20 Marzo scorso, in occasione del convegno di presentazione della nuova edizione di Salento Doc, Studio Media ha presentato i risultati statistici di analisi e monitoraggio della campagna Salento Doc. Ci riassume i risultati più interessanti?

“L’indagine è stata condotta da settembre 2009 a marzo 2010 su tre campioni target: i consumatori, le aziende e le associazioni di categoria. Lo scopo era quello di valutare un primo step degli effetti della campagna Salento Doc. I risultati ottenuti sino a questo momento sono molto incoraggianti, perché gratificano tanto le aziende tanto noi che operiamo per migliorare continuamente il progetto.
Il monitoraggio è stato effettuato da Studio Media secondo una modalità mista: sia tramite telefonate che attraverso la somministrazione di questionari presso supermercati e centri commerciali. Tremila cittadini delle province di Lecce, Brindisi e Taranto rappresentano un campione piuttosto attendibile. Si pensi ad esempio ai sondaggi politico elettorali: questi sono tendenzialmente sviluppati su un campione di circa 1000 utenti su tutto il territorio nazionale e con la sola modalità del contatto telefonico. Gli sforzi fatti per ottenere dei parametri così rilevanti derivano dal fatto che l’obiettivo è strategico: testare le dinamiche e gli effetti della campagna Salento DOC in questa nuova edizione.

Ci dica qualcosa in più sui dati.

Il primo dato è emblematico: il 58% degli intervistati ha dichiarato di conoscere Salento Doc, soprattutto grazie al circuito televisivo e alla visibilità data da Telerama, ma anche grazie al piano di comunicazione integrata, che coinvolge due canali televisivi (Telerama e Telerama 1), tutte le radio di Mixer Media (Radio Rama, Radio Manbassa, Radio Salento, Jet Radio e Radio Nice) ed il portale www.salentodoc.tv . Il dato sulla conoscenza è di per sé importante. Ma all’interno di quel dato dovevamo andare avanti. Conoscere non implica condividere, non è un dato automatico. Ma il dato sul gradimento è straordinario: e l’ 83% degli intervistati ha un’opinione favorevole sull’intero progetto.

Protagonisti della campagna i consumatori, ma anche le 60 aziende che hanno aderito al progetto da Settembre 2009 ad oggi. Che riscontri hanno avuto le aziende partner dopo sei mesi di esposizione mediatica, attraverso Salento Doc?

“L’82% delle aziende ha confermato di aver avuto riscontri positivi dalla visibilità ottenuta tramite Salento Doc, con un incremento in termini di riconoscibilità e visibilità del brand. Oltre il 58% di loro, ha potuto aprire le porte a nuovi contratti commerciali. Oltre ogni più ottimistica previsione, e siamo solo all’inizio”.

Come è cambiato l’atteggiamento dei consumatori nell’atto d’acquisto?
“Il progetto Salento Doc ha come primo obiettivo quello di sensibilizzare il consumatore che ha il dovere di acquistare in maniera consapevole, di consumare con intelligenza prodotti e servizi che appartengono ad una terra piena di risorse, di orgoglio e passione.
Il dato interessante è che, prima dell’esposizione alla campagna solo il 32% dei consumatori prestava attenzione all’origine dei prodotti, dopo sei mesi di campagna, il 62% dei consumatori dichiara di leggere le etichette e di valutare la tracciabilità dei prodotti e servizi che acquistano. Una campagna funziona non solo quando è realizzata con criteri rigorosi e con grande professionalità, ma soprattutto quando ad essa è sottesa una spinta culturale forte”.

Quanto è importante che siano sempre più numerosi coloro che credono e collaborano nel progetto Salento Doc?
“Credere, insieme, in questo progetto ci aiuta a costruire una nuova prospettiva di crescita che parte da noi cittadini, che si sviluppa dal basso. Creare un “cooperativismo solidale” è fondamentale, in nome di quel “legame sociale”, quel “patto etico” che da sempre abbiamo voluto stringere con la nostra terra. Oggi esistono tutti i presupposti per veicolare e divulgare quanto abbiamo costruito nel tempo con dedizione, passione, professionalità. Possiamo e dobbiamo trasformare le nostre preziose risorse in prosperità, progresso, sviluppo, business, benessere per tutti”.

Come è nato Salento Doc, un progetto che ha dimostrato di essere l’unico che, nel tempo, ha contribuito concretamente alla crescita di numerose attività produttive territoriali?

“Le motivazioni che mi portarono, nel 1996, ad ideare un progetto come Salento Doc, vanno contestualizzate. In un periodo di grande fermento nei mercati globali si aprivano i primi grandi centri commerciali. Erano e continuano ad essere delle vere e proprie autostrade per i prodotti delle multinazionali; si imponevano le campagne pubblicitarie nelle Tv nazionali, commerciali; le banche locali venivano fagocitate dai grandi gruppi bancari del Nord Italia. Allora, mi chiedevo, quale soluzione migliore per permettere al nostro sistema produttivo di contrapporsi al mercato globale? Ho risposto con l’uovo di Colombo. La risposta l’ho trovata con Salento Doc. Volevo creare gli stimoli perché le aziende del territorio non gettassero la spugna. La gara era impari, oserei dire scorretta: la Ferrari contro la Cinquecento.
Il mercato globale ha danneggiato e saccheggiato per troppo tempo piccoli e medi produttori della nostra terra. E allora, come favorire e sostenere i nostri produttori per dar voce ad una regione, il Salento, che da sempre produce qualità?
Ed ecco l’idea “Salento Doc”: un trampolino di lancio per molte realtà aziendali che sono pronte ad emergere, a promuoversi e proporsi come diretti competitors di grandi brand sul mercato locale. E poi si vedrà”.

Presidente, anche durante il convegno ha parlato del Salento come di una Regione. Pensa davvero che l’istituzione di una Regione che includa le tre province di Lecce, Brindisi e Taranto possa renderci quella salentinità, fatta di sentimenti, cultura, valori, orgoglio, che è il nostro più intimo dna?

“Ho parlato di Regione Salento per una semplice ragione: non ho mai creduto nella Puglia, e questo lo dimostra una scelta radicale di concentrare il raggio d’azione dei mezzi di comunicazione del Gruppo Mixer Media sul territorio del Grande Salento. E questo, perché credo fortemente nella nostra identità come principio di differenziazione, di unicità, contro le leggi di una globalizzazione che mira ad appiattire le differenze di tipo storico e culturale. Da qui anche il progetto “Salento Doc” e non, per esempio, “Puglia Doc”.
La Puglia non esiste nella storia, è stata, come sapete, una scelta burocratica. Esistono, semmai, “le Puglie”.
Non credo in una Puglia che appare sfumata, impercettibile, lontana e che si esibisce solo in prossimità di campagne elettorali per poi scomparire nuovamente. Una Regione che ci lascia sempre ai margini e che non presta la dovuta attenzione ai nostri bisogni concreti, che si snoda attorno ad una politica ‘baricentrica’, intorno a dei confini e degli interessi che ci vedono sempre e comunque tagliati fuori.
La “salentinità” è un sentimento, una condizione psicologica, un privilegiato rapporto d’amore nei confronti del Salento da parte di chi, in questo territorio, riconosce la propria “piccola grande patria”.
E’ salentina la musica, la moda, la località turistica presa d’assalto, l’industria del vino, i tamburelli della Notte della Taranta. E’ salentino il barocco. In definitiva, la scommessa di costituire una Regione sulla base di quella “miscela” unica e problematica di caratteri che costituiscono la salentinità, appare oggi un compito che può essere realizzato nelle coscienze, ma che, nostro malgrado, risulta contrastato dal disegno politico che tiene in un angolo il nostro territorio di Lecce, Brindisi, Taranto”.

Verrebbe da pensare ad un atteggiamento un po’ campanilistico, contrario alle regole alla base del mercato unico e della concorrenza. Cosa ci dice in merito?

“Salento Doc non mira ad un modello di economia chiusa, non vuole trincerarsi dietro uno sterile e bigotto localismo. Al contrario, si pone in un’ottica di “protezionismo costruttivo” ed efficace dei prodotti locali. Un “marchio ombrello” che possa conferire loro maggior prestigio, garantendo un plus di qualità e un valore aggiunto inconfondibile, per una riconoscibilità più chiara ed immediata da parte dei consumatori.
Oggi, come e più di ieri, continuiamo a combattere una sfida alla globalizzazione usando la forza della comunicazione e dell’informazione al servizio della collettività, attraverso il recupero e la valorizzazione delle nostre peculiarità identitarie e delle nostre tradizioni più autentiche.
Poi, il progetto, potrebbe anche chiamarsi “Terra Jonico-Salentina” oppure Penisola Jonico-Salentina, o “Terra dei due mari”, o “Grande Salento”, o “Regione Salento”, il concetto è sempre lo stesso: voler racchiudere, in poche parole, la nostra matrice culturale che è fatta di storia, valori e tradizioni, di un 1.800.000 abitanti.

Come risponde a chi invece sostiene che per avere successo occorre esportare i nostri prodotti?

Rispondo che per essere veramente competitivi sui mercati nazionali, internazionali e globali, occorre essere prima di tutto dei modelli di riferimento aziendali nel proprio territorio, perché le leggi dell’economia parlano chiaro: occorre essere riconosciuti e apprezzati “in casa”, per avere i presupposti e i requisiti giusti per uscire fuori”.

Come possiamo allora combattere questa continua “invasione barbarica” che vede le nostre aziende vittime sui mercati locali, nazionali e internazionali? Può, Salento Doc, essere una possibile soluzione per le nostre aziende, per l’economia locale e per tutti noi?

“Acquistare e consumare in maniera consapevole, questa è la possibile soluzione che Salento Doc acclama a gran voce. Consumare con consapevolezza i prodotti locali vuol dire saper scegliere tra le migliaia di offerte commerciali che inondano la grande distribuzione e tutti i punti vendita. Un prodotto, il nostro, che vanta alti standard qualitativi anche in termini di certa e sicura provenienza, di trasparenza nella filiera e che si traduce, dato assai rilevante, in sicurezza e rispetto per l’ambiente. I nostri prodotti sono a “Km 0”, ed un consumatore attento sa che acquistare un prodotto Made in Grande Salento, significa tutelare il proprio territorio e investire in un domani migliore che potrà garantire più benessere per tutti.
E allora, perché scegliere di acquistare il caffè Lavazza, quando abbiamo su questo territorio un modello aziendale che è Quarta Caffè, che produce qualità, tradizione; perché consumare il tonno Nostromo prodotto a Modena, o il Callipo, quando possiamo vantare prodotti di straordinaria qualità nelle materie prime, nella lavorazione, in termini di rispetto per l’ambiente? Abbiamo un Tonno prodotto ad Avetrana, Tonno Colimena, dalle caratteristiche organolettiche strepitose. E perché acquistare gelati Sammontana o Algida, quando esistono degli stabilimenti di produzione locale artigianale, Gelati Royal, Martigel, o Gelmar? E come mai ancora molti ristoratori preferiscono proporre un Barolo o un Chianti, quando abbiamo un Salice Salentino, o un Primitivo di Manduria, o un Negroamaro che possono pregiarsi di riconoscimenti nel mondo? Perché non esaltare le indiscusse qualità del vino di Cantine Due Palme, o dell’azienda vitivinicola Scippa-Stefanizzo e molte altre ancora? Poi la genuinità dei latticini del Caseificio Barone o di Aia Vecchia, perché preferire i prodotti Parmalat o Galbani? E perché acquistare Orogel e non Agriconf che produce ortaggi grigliati scrupolosamente selezionati? Come non scegliere di avere nella propria dispensa la pasta Pedone o Molino del Salento che sono prodotte nel nostro territorio e che non hanno nulla da invidiare alla Barilla? E poi ancora la qualità artigianale delle calzature realizzate da Antonio Parrotto a Casarano, o da Filanto, o dal calzaturificio Vantaggiato… perché andare alla ricerca di Melluso o Valleverde?
Le nostre aziende sono la nostra forza, impariamo ad acquistare con intelligenza e consapevolezza, diamo loro la possibilità di continuare a produrre qualità”.

In che modo le aziende possono entrare a far parte dell’intero circuito virtuoso di Salento Doc?

“La campagna costruita intorno a questo brand è una “vetrina” importante e fruttuosa per le nostre aziende, ma è anche un laboratorio aperto a tutte le idee che oggi si stanno sviluppando intorno ad essa. Ad esempio l’apertura di punti vendita specializzati, di corner espositivi nella distribuzione organizzata, di grandi outlet, spazi nei quali Salento Doc diventa “griffe” prestigiosa; o ancora la partecipazione a Fiere, tour enogastronomici, la creazione di stand nelle piazze, e potrei continuare.
Garantirsi un posto all’interno di questa vetrina significa allargare il ventaglio di possibilità di conoscenza e visibilità delle aziende. Affermarsi sul mercato locale significa fidelizzare i propri consumatori e conquistarne di nuovi; significa garantirsi un futuro, creare nuovi posti di lavoro, aumentare il livello occupazionale territoriale, significa crescita e sviluppo economico e sociale, può voler dire benessere per tutti.

Costruiamo, allora, insieme le condizioni per un futuro migliore. Sosteniamo insieme Salento Doc.

Le testimonianze:

Danila Montinari, amministratore delegato di Aligros Spa, in occasione del convegno Salento Doc, ha sottolineato che “..occorre costruire un percorso forte che passa dallo sviluppo di quelle che sono le nostre grandi risorse. Abbiamo grandi prodotti, non solo nel settore agroalimentare, ma anche nell’artigianato e nei servizi, e dovremmo avere più orgoglio nel promuovere la nostra cultura, le nostre tradizioni. Ma dobbiamo crederci, mi rivolgo agli imprenditori locali, bisogna lavorare su noi stessi, perché insieme, possiamo fare tanto. Noi abbiamo scelto di sostenere Salento Doc, come abbiamo fatto anche per Cuore Amico; una scelta frutto della stessa filosofia: crediamo nel territorio e vogliamo contribuire a migliorarlo. Invito tutti gli imprenditori ad allargare la loro visione, ad avere voglia di continuare a crescere e fare il massimo di quanto sia nella proprie possibilità. Intelletto, voglia, passione, entusiasmo, capacità.., la nostra terra ne ha da vendere, basta crederci perché tutto questo diventi valore aggiunto…”.

Antonio Quarta, amministratore unico di Quarta Caffè, durante il convegno di Salento Doc, ha affermato che “…iniziative come questa che stabiliscono collegamenti ed eventi che facciano sentire protagonista l’azienda, la rendono soggetto attivo che deve interfacciarsi con il mercato, i competitori e le istituzioni, rivendicando con orgoglio le proprie radici d’appartenenza, sono assolutamente positivi. Se noi sapremo percepire il grande valore aggiunto di questa filosofia, sarà più facile per tutti organizzarci contro l’imposizione delle regole della grande distribuzione, delle multinazionali, del mercato globale. Se riusciremo a fare di Salento Doc una vera e propria rete strategica alzeremo una barriera fortissima nei confronti dell’invasione barbarica costante di cui il nostro territorio è vittima in ogni settore merceologico e dei servizi…”

“Insieme si vince.., le Istituzioni, le tre Province.., dobbiamo stare insieme..”, Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme, incalza così, “…Un plauso, dunque, a Salento Doc che ha saputo mettere insieme cittadini, produttori, artigiani, imprenditori per dare un input al nostro territorio, per poter uscire dalla crisi. Salento Doc, invitando i consumatori ad acquistare i nostri prodotti, ha dato e continua a dare alle nostre aziende quella marcia in più che, dopo anni di oppressione, ci sprona ad andare avanti..”

..”Condividiamo questo impegno di TeleRama..”, esordisce Giovanni Florido, presidente della Provincia di Taranto, “… Abbiamo l’obbligo di rendere più forte questo pezzo di Puglia. Occorre trovare strumenti promozionali di vendita, facendo però attenzione al sentimento dei consumatori. E’ la tracciabilità, il rapporto di qualità, che fa diversa l’attenzione del consumatore nei confronti del prodotto. Il tema della filiera corta, il tema della garanzia è, a questo proposito, fondamentale”.

Sul discorso della filiera corta e tracciabilità.., sostiene Massimo Ferrarese, presidente della Provincia di Brindisi, “..dovremmo iniziare a parlare non più di “Km 0”, quanto di “Km 100”, dovremmo iniziare ad apprezzare e proporre i menu a Km 100, che è il raggio di quest’area geografica. Dovremmo iniziare a consumare tutto quello che si produce nel nostro territorio, abituando anche i nostri figli a consumare con consapevolezza”.

Antonio Gabellone, presidente della Provincia di Lecce, pone l’attenzione sui mercati e sulla concorrenza: “molte produzioni, oggi, trovano una concorrenza spietata e agguerrita e, allora, bisogna porre in essere una strategia completa, come quella di Salento Doc, e, per essere presenti sui mercati, per esportare, bisogna credere fortemente nei nostri prodotti, che hanno una qualità eccellente”.

“Non possono non esserci le Camere di Commercio a supportare un progetto come Salento Doc”, dice Alfredo Prete, presidente della Camera di Commercio di Lecce, “..un progetto validissimo che promuove i nostri prodotti. Noi stessi, purtroppo, non conosciamo i nostri prodotti e, Salento Doc, serve proprio a questo: a far conoscere ai consumatori che abbiamo prodotti di altissima qualità che bisogna imparare ad apprezzare. E, in un momento come questo, di crisi economica, credo sia fondamentale stringerci tutti assieme sotto uno stesso Marchio riconoscibile. Bisogna fare squadra tra le Province di Lecce, Brindisi e Taranto. Un milione e 800.000 persone insieme possono fare tanto.

Alfredo Malcarne: “..il progetto Salento Doc è un progetto con una mission ben precisa: sostenere la nostra produzione. Un progetto che – continua il Presidente della CCIAA di Brindisi – attraverso il patto etico stretto con i produttori e attraverso la sensibilizzazione dei consumatori, ha valenza ed interesse comune, funziona. Ed è evidente. I dati statistici lo confermano, ha funzionato e funziona dal punto di vista economico…”

Lecce, 5 luglio 2010