Intervista sul prossimo numero di National Geographic

18 Maggio 2011 Intervista sul prossimo numero di National Geographic

Perchè l’idea della Regione Salento?
Perchè esiste un’assurda dinamica nelle Puglie (non a caso le Puglie).
Il Salento rappresenta un pezzo di storia messapico-magno greca ed un polo attrattivo sempre crescente per il turismo, eppure il nostro territorio è costretto ad un isolamento infrastrutturale atavico.
L’omogeneità culturale e la fusione di esperienze storico-antropologiche che in passato hanno costituito la Terra d’ Otranto oggi meritano di cogliere l’opportunità del federalismo.
Già al momento della formazione delle Regioni lo statista salentino Codacci Pisanelli aveva segnalato l’opportunità dell’istituzione della Regione Salento.
Ma a prevalere, nello scorrere di una sola notte, furono le decisioni di Moro e Togliatti che cancellarono il Salento dando vita alla Puglia.
Inizia così la storia del Bari-centrismo della spesa pubblica e delle scelte politiche ed economiche.
Un fenomeno di emarginazione di cui oggi paghiamo conseguenze severe.
Un territorio magico le cui uniche attenzioni “politiche” nella storia sono state la Centrale Enel a carbone, il Petrolchimico di Brindisi e l’acciaieria Ilva di Taranto.
Tre ecomostri che sono l’antitesi del nostro modello di sviluppo.

Qual’è il programma?
Il programma consiste nel ribaltare le distorsioni che le ho appena descritto.
Riannettere, in sostanza, il Salento all’Italia e all’Europa.
Renderci fabbri del nostro destino cogliendo l’occasione federalista.
Cessare di essere terra di conquista e di colonizzazione e diventare finalmente protagonisti delle nostre vite.
Oggi siamo vittime della seconda colonizzazione, quella dell’eolico e del fotovoltaico.Ed è per noi inaccettabile.
Vetrificano il nostro territorio senza diminuire le emissioni di Co2 dell’Enel, inaridiscono le nostre campagne per poi guadagnarne benefici fiscali altrove.
Noi vogliamo che le tasse delle multinazionali e dei grossi gruppi industriali e imprenditoriali vengano pagate qui per porre fine al saccheggio e innestare un percorso virtuoso.
Un percorso che parta da una nuova Regione, il Salento, innestata nel modello riformista dell’Italia con 30 regioni con l’abolizione delle province, i cui “costi della politica” siano bassissimi e l’efficienza e la prossimità al cittadino altissimi.
Spesso chi decide non conosce i luoghi sui quali cadono le proprie scelte.
E questo è inaccettabile.
Per questo il nostro è un progetto vincente e riformista, che affonda nella storia e che regala prospettive e speranze.
La gente del Salento sta apprezzando molto la nostra tenacia.

Roma, 18 maggio 2011