I politici al funerale del Salento: Piangono lacrime da coccodrillo, aspettando l’eredità

12 Settembre 2012 I politici al funerale del Salento: Piangono lacrime da coccodrillo, aspettando l’eredità

È incomprensibile il clima di rassegnazione e pessimismo che aleggia nei dintorni di Brindisi dove la notizia della soppressione della Provincia sembra essere stata accolta come un lutto insormontabile. Incomprensibile, a meno che non ci sia dietro qualcos’altro: c’è forse una spartizione di fatto, pattuita e non dichiarata, tra Pd e Pdl? A noi non sembra conveniente l’ipotesi di una macroprovincia ancora più debole senza deleghe, poteri e rappresentatività ma certamente ben peggiore sarebbe la soluzione di due province distinte, da un lato Brindisi e Taranto, dall’ altro Lecce. Eppure in queste ore sembra questa la piega che il dibattito sembra prendere: i rappresentanti di Brindisi e di Taranto sono già al lavoro per questa scelta riduttiva e mortificante, mentre da Lecce arrivano segnali di chiusura alla tenuta complessiva delle tre province unite.

Cosa c’è sotto? Qualcuno pensa di accontentarsi per salvare la propria poltrona? O peggio c’è qualche accordo sottobanco tra Pd e Pdl per mantenersi o per tenersi una provincia a testa? Lecce roccaforte del Pdl e Brindisi-Taranto regno del centrosinistra? Se così fosse sarebbe un vero oltraggio, una mascalzonata ai danni dei cittadini.

Sarebbe secondo noi la negazione di quanto è stato detto e fatto fino ad oggi, dai presidenti delle province e da tutte le istituzioni si sono solo riempiti la bocca di una parola sacra, alla quale crediamo, la parola Salento.

Non ci si deve rassegnare all’idea del minimo ribasso. I brindisini non possono accontentarsi di fare da sottotitolo a Taranto o a qualsiasi altro territorio. Il nostro Salento ha dignità uguale in tutte le sue componenti.

Il presidente della Provincia di Brindisi dovrebbe essere il primo a rifiutare la prospettiva di diventare il compianto presidente di una Provincia morta senza pensare in grande. Il sindaco di Brindisi non dovrebbe abituarsi all’ipotesi di diventare un sindaco di un paese qualsiasi su una vecchia carta geografica. L’orgoglio e l’intelligenza dovrebbero insegnare che è il momento migliore per battersi per l’autonomia di tutto il Salento, con pari forza e poteri tra le tre storiche città capoluogo della Terra d’Otranto.

Dove è finita la prosopopea del Grande Salento? Cosa è stata, una farsa?

Il ruolo trainante dell’economia locale, il paesaggio incantato, la bellezza dei centri storici, integrazione delle infrastrutture, il dinamismo dei nostri imprenditori, il bla bla bla di questo e di quello… Era solo il repertorio che serviva per ottenere qualche intervista sui giornali? Mentre adesso tutti si preparano alla sconfitta?

Secondo noi non ci devono essere vincitori e vinti, ma solo benefici più grandi negli anni a venire.

Perché i sindaci fanno la corsa a scappare anziché a gareggiare per una vittoria vera? Perché il Sud non mette la freccia e tenta il sorpasso?

Chi dice che non si può fare non è adatto a governare, specie in tempi difficili. Abbiamo bisogno di capitani coraggiosi che ci portino a casa sani e salvi e che guidino la nave in mezzo alle tempeste con sicurezza e fiducia nei propri mezzi.

Abbiamo eletto sindaci, presidenti di provincia, consiglieri e parlamentari perché rappresentino le comunità e tutelino il territorio, non per offrir loro una comoda poltrona dalla quale meditare il salto verso qualche altra postazione. Oggi i politici sembrano pronti ad accodarsi al corteo funebre del Salento, come parenti lontani che piangono lacrime di coccodrillo in attesa di spartirsi l’eredità. Dobbiamo guardare al futuro, alle nuove generazioni, a dare speranza ai giovani che studiano per lavorare, non per fare i disperati o gli emigranti. Se non li aiutiamo noi, chi lo farà?

La tristezza non si addice ad una classe dirigente seria e rappresentativa dei bisogni della gente. I cittadini hanno necessità di poter contare su amministratori e politici forti delle loro idee e delle loro azioni. Non hanno bisogno di una politica da funerale.

di Paolo Pagliaro
Presidente
Movimento Regione Salento

Lecce, 12 settembre 2012