Regioni: ridisegnare il sistema – da lindro.it

30 Gennaio 2015 Regioni: ridisegnare il sistema – da lindro.it

Proposta del Movimento Regione Salento

Paolo Pagliaro: tutelare i cittadini, più qualità della vita. Il progetto della Società Geografica Italia

Paolo-PagliaroMovimento Regione Salento: risorsa politica per valorizzare l’economia delle località. C’è una grande mobilitazione di cittadini per rivendicare le assenze della politica italiana. Troppi anni vissuti al buio delle grandi scelte italiane, sottraendo autentiche opportunità di sviluppo al Meridione. Troppi anni spesi nella continua emergenza per cercare di soprassedere a situazioni ormai fuori controllo come le trivellazioni nel Sud d’Italia o gli investimenti mancati, capaci di assicurare quella giusta ripresa economica. Perché senza la valorizzazione dell’economica locale non può avvenire la graduale spinta propulsiva, in grado di favorire un aumento delle assunzioni, specialmente fra la popolazione più giovane.

Il Movimento Regione Salento è una voce sul territorio del Sud d’Italia, proponendo soluzioni a favore dei cittadini di tutta l’area territoriale delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. L’obiettivo ambizioso è quello di perseguire la costituzione di una nuova regione, distinta dalla Puglia e coincidente con i confini dell’antica terra d’Otranto. Il Movimento Regione Salento è organizzato secondo distretti che comprendono aree geografiche più omogenee, rinunciando alla divisione per province.

Paolo Pagliaro, Presidente del Movimento Regione Salento, vuole rilanciare la Puglia adottando una serie di misure per stravolgere l’architettura delle regioni. La sua storia politica è legata alle vicende della sua regione. Comincia a interessarsi dei problemi della Puglia nel mese di agosto 2010, quando dà vita al Movimento Regione Salento. A febbraio 2012 partecipa alle primarie del centrodestra come candidato a Sindaco di Lecce; nel 2013 si presenta alle elezioni politiche per la Camera dei Deputati. Dal mese di giugno a dicembre 2013 è consigliere presso il Ministero Affari Regionali, tempo utile per organizzare il tavolo per il progetto di riordino territoriale e per la relativa proposta di legge. Con Paolo Pagliaro intendiamo chiarire alcuni argomenti riguardanti questa località italiana, troppo spesso sottovalutati dal Governo.

La battaglia contro l’accorpamento delle regioni prende sempre più forma. Perché questa contrarietà?

Siamo nel periodo degli scandali sulla gestione delle risorse pubbliche da parte delle regioni. Perché accorpare più regioni, creando centri di potere ancora più vasti e incontrollati? Poi, che senso ha pensare di accorpare le regioni dopo la riforma Delrio? Non ci sarebbe più il Governo del territorio. Per non parlare dell’aumento vertiginoso dei costi. Insomma, a che serve l’accorpamento? Francamente non capisco. Quello che è necessario è un riordino complessivo che azzeri tutto e ridisegni il mosaico territoriale partendo dalle funzioni, dalle deleghe e dalle esigenze dei territori. Noi una proposta l’abbiamo ed è quella della Società Geografica Italiana. Il sistema regionalista ha bisogno di una riforma seria, magari utilizzando lo schema progettuale messo a punto proprio dalla Società Geografica Italiana, in collaborazione con il Movimento Regione Salento, riguardante 36 regioni di dimensioni ottimali, ognuna con la propria autentica identità culturale; regioni efficienti e prossime al cittadino. Ognuna delle quali è chiamata a valorizzare la propria identità, le proprie risorse in termini di ricchezze culturali ed economiche, senza dimenticare di corrispondere le proprie vocazioni. E’ sicuramente utile riproporre un modello di alleggerimento amministrativo capace di dare fiato e speranza ai territori. Si tratta di una nuova architettura istituzionale sostenuta da una riforma unica, pensata per tutelare i cittadini e migliorare la qualità della vita degli italiani, anche in ragione del loro rapporto con le Istituzioni democratiche.

L’acqua deve restare un bene pubblico. Come propone di gestire la risorsa naturale?

Abbiamo assistito a due campagne elettorali a colpi di slogan ‘acqua pubblica!’, con il risultato che oggi le bollette sono sempre più salate. L’acqua è un bene pubblico ma pubblici sono anche i soldi che sono stati sperperati dalle cattive gestioni. La privatizzazione dell’Acquedotto è un ottimo rimedio per ottimizzare i costi e migliorare il servizio. E si badi bene: privatizzare l’Ente, non il bene, che resterebbe, ovviamente, pubblico. La preoccupazione di tariffe arbitrarie è facilmente risolvibile: basta imporre un tetto al privato. Semplice, se non si hanno pregiudizi ideologici e non si usano slogan inutili.

La potenzialità economica del Sud non viene valorizzata opportunamente dal Governo in maniera radicale con soluzioni ad hoc. Perché c’è ancora questo ritardo nel Meridione?

La Questione Meridionale non esiste più. Il Meridione non ha bisogno di politiche assistenzialistiche perché la situazione è cambiata. Basti pensare al Fondo di Azione e Coesione, cancellato dal Governo guidato da Matteo Renzi. Quello era un ottimo strumento di programmazione per i territori del Sud, ma il Mezzogiorno ha bisogno di amministratori che sappiano di cosa parlano. Perché se non si conosce l’importanza del segmento europeo per il rilancio dei territori, allora stiamo freschi. Se non si sanno programmare i fondi europei, o se i Governi regionali si divertono a fare bandi ad hoc dalle scarse ricadute economiche, non andiamo da nessuna parte. Ergo, strumenti di coordinamento efficaci a livello nazionale, ma politiche serie che sappiano sfruttare, a livello regionale, le tante risorse a disposizione.

Come giudica l’apertura di Matteo Salvini nei confronti delle regioni del Sud, luoghi da sempre ostili al progetto politico della Lega Nord?

Matteo Salvini guarda avanti, non indietro. E fa bene. Cerca di far progredire il suo Movimento. Dalla Lega Nord alla Lega dei Territori. L’intuizione è buona, mi pare che lo siano pure i risultati. Del resto sta ricevendo adesioni anche nella nostra Puglia.

Diverse trivellazioni nel terreno riguardano parecchie regioni del Sud compreso il Salento. Quale azioni propone per evitare gli scempi che stanno avvenendo in Calabria? Azioni?

Noi stiamo manifestando da mesi, in prima linea, contro le trivelle.Matteo Renzi come ha risposto? Introducendo la clausola di supremazia nel Decreto Sblocca Italia che consente al Governo di intervenire in materie di competenza regionale, se sussistono alcuni requisiti. Il caso è quello delle trivelle. Una vergogna.

Il Salento è una regione ricca di storia ma non è adeguatamente valorizzata. C’è un piano per rilanciare la località?

Non esiste un piano per rilanciare il Salento, ma solo alcuni sporadici interventi perché non c’è la Regione Salento. Manca una programmazione organica, si va a tentoni anche sul turismo che è il nostro valore più grande.

La politica italiana quali errori ha commesso nella gestione delle aree del Sud d’Italia?

Ha dato contributi a pioggia, assistenzialismo spicciolo che non ci ha permesso di crescere. È pacifico, ormai.

Il Partito democratico attacca Mauro Valentino, consigliere comunale di Copertino del Movimento Regione Salento. C’è una polemica aperta a tutto campo. Perché?

Perché il Partito democratico non sa a cosa appigliarsi. Mauro Valentino è un amico, una persona perbene e seria, il quale ha sempre aderito al centrodestra con coerenza e passione. È naturale che non sia ben visto dalla sinistra.

Le infrastrutture nel Sud sono praticamente inesistenti. I treni troppo antichi e i collegamenti stradali scarsi rendono complicato raggiungere le direzioni più turistiche. Cosa suggerisce per risolvere il problema che rallenta qualsiasi sviluppo economico?

Suggerirei pene più severe per chi ruba. Si pensi all’ultimo scandalo delle Ferrovie Sud Est, le ‘carrozze d’oro’. Abbiamo bisogno di gente più onesta.

Intervista pubblicata su www.lindro.it

a cura di Francesco Fravolini

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