La riforma truffa Delrio sulla pelle dei dipendenti delle province

24 Febbraio 2015 La riforma truffa Delrio sulla pelle dei dipendenti delle province

Ieri è stata una giornata infuocata per le sorti dei dipendenti provinciali.
A Lecce hanno dovuto rinviare il Consiglio provinciale per le pressioni legittime di chi, a causa di una riforma scellerata e dell’inedia della Giunta regionale, non sa più cosa aspettarsi dietro l’angolo.
Più di 1.600 persone in tutta la Puglia attendono di conoscere il loro futuro: i dipendenti in esubero degli enti provinciali.
Renzi e il Pd, a livello nazionale, hanno condannato migliaia di persone che contavano sulla serenità del loro posto di lavoro.
Il tutto, per non abolire gli enti e passare alla storia come i fautori di una riforma abortita prima ancora di nascere.
La Giunta Vendola, dal canto suo, avrebbe dovuto approvare, entro dicembre, la legge di conferimento delle deleghe alle Province, con relative risorse.
Naturalmente, tra primarie ed elezioni regionali, la sinistra ha avuto altro da fare e, così, oltre al dramma dei dipendenti pubblici, c’è anche quello di tutte le società partecipate dalle Province: fondazioni ed enti che rischiano di chiudere i battenti perché non vengono più trasferite le risorse.
Nulla si muove e come se non bastasse, la sinistra ha avuto un’altra idea drammatica, quella delle stabilizzazioni. Un’infornata mastodontica di precari regionali, assunti a tempo determinato senza concorso –e chissà perché!- che oggi sfiorano il sogno del posto per la vita nella pubblica amministrazione. Senza concorso, appunto. Una manovra che non ha fatto che peggiorare le possibilità di una risoluzione congrua per gli esuberi delle Province, giacché gli stabilizzandi occuperebbero ogni posticino libero nell’organico regionale. Dipendenti entrati regolarmente nelle Province, superati da chi, con ogni probabilità, è stato inserito in Regione perché in tasca porta la tessera di qualche partito. È tempo di cambiare: abbiamo bisogno di persone perbene e capaci, che abbiano rispetto per la cosa pubblica e in grado di programmare il futuro. Vendola oggi è un leader stanco e consumato dalle beghe, dalle inchieste, dagli scandali.
Un leader che ha deciso di gettare la spugna, per questo abbandona anche 1.600 persone al loro destino.

di Paolo Pagliaro

Lecce, 24 febbraio 2012