Macroregioni: Pervicacia di Renzi nel pensare a riforme nefaste

10 Ottobre 2015 Macroregioni: Pervicacia di Renzi nel pensare a riforme nefaste

In un contesto tinteggiato di pervicacia nell’approntare riforme tra le più nefaste per il Paese, ecco che parte del Partito Democratico torna a sfilare dal cilindro l’ennesima proposta monca delle Macroregioni. Il tutto senza una visione ordinata e compiuta del sistema complessivo, tanto per non perdere il vizio di riforme che hanno prodotto solo danni esiziali al funzionamento istituzionale.

Purtroppo  in politica si usa spesso parlare senza cognizione di causa, andando avanti per slogan senza senso. La cura dimagrante per l’assetto regionale, su cui verte il nuovo aborto proposto da Renzi, mira alla centralizzazione del potere, allontanando ancor più la linea ideale che separa le istituzioni dai cittadini. Verrà sottratta vertiginosamente la capacità di autodeterminazione e di governo dei territori e le Regioni non potranno più essere globalmente rappresentanti e difensori degli interessi locali. Azzeramento delle precipue identità territoriali e progressivo aumento del divario tra Nord e Sud del Paese. Una riforma, evidentemente, antidemocratica che ricalca il disastro della finta abolizione del “pastrocchio” delle Province. Non possiamo tacere su questo, così come non lo abbiamo fatto per l’ignobile riforma del Senato. Perché le riforme sono una cosa seria, da approntare con contributi tecnici di chi ha contezza del tema delicatissimo. A Renzi non va giù. Ed è per questo, forse, che insiste sulle 12 Regioni -che, a mio avviso, scuoterebbero l’armonia e la serenità dei cittadini privati della loro identità- anziché guardare a proposte organiche come quelle che prevedono le 31 Regioni con l’abolizione vera delle Province e di tanti carrozzoni inutili. Non si tratta solo di tracciare confini su una cartina: si tratta di dare al Paese una forma istituzionale e amministrativa prima ancora che territoriale. La proposta della Società Geografica Italiana, che ho da sempre sostenuto, è una riforma seria che punta a ristabilire l’equità con Regioni tutte omogenee con una forte autonomia e responsabilità: dai poteri alle competenze alle funzioni, senza considerare l’abbattimento dei costi della macchina amministrativa; è un progetto concreto e completo e non un disegno a spizzichi e bocconi dell’apparato statale. Peraltro, il disegno cancella anche quell’odiosa e obsoleta ingiustizia sottesa alla sopravvivenza delle attuali Regioni a statuto speciale e città metropolitane, mettendo tutti i territori sullo stesso piano. Non ci stiamo a questa barzelletta anche perché non ci fa ridere: scippare la storia dei territori e costituire un sistema inidoneo a proiettare Nord e Sud nel contesto moderno, rappresenta un atto illiberale che non mancheremo di far conoscere ai cittadini.

Lecce, 10 ottobre 2015

Paolo Pagliaro
Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia
Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali
Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia