Tra i tanti motivi per votare No alla riforma Renzi-Boschi-Delrio, questi sono per me i più sentiti

18 Agosto 2016 Tra i tanti motivi per votare No alla riforma Renzi-Boschi-Delrio, questi sono per me i più sentiti

Perché Renzi ha voluto questo referendum, perché? Bisogna partire proprio da una domanda semplicissima per trovare una risposta ancora più semplice: soltanto per accentrare nelle sue mani e chiudere a doppia mandata negli alti palazzi dei poteri forti (che rappresenta) la “cosa pubblica”, “Res Pubblica” e non RES RENZI.

Eppure come indica l’articolo 5 della Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.

Evidenziamo ancora: “riconosce e promuove le autonomie locali ed attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.

Le cause della centralizzazione e dell’esclusione dei territori dalle decisioni sono sotto gli occhi di tutti : Cerano, Ilva, Trivelle,Tap… etc etc… e domani? Magari potrebbero decidere di costruire una massiccia Centrale Nucleare e non potremmo altro che lottare, senza risultato alcuno, per evitare una decisione già presa e attuata a discapito dei cittadini sudditi, lontani dalle decisioni del centro di potere in mano ai pochi.

L’utilità e l’indispensabilità del decentramento e la promozione delle autonomie locali è il concetto principe che ho fatto mio da anni, perché la madre di tutte le riforme è il riordino territoriale che abbiamo proposto insieme alla Società Geografica Italiana, ed è l’unico modo per ridare forma ad una Politica diventata mastodontica nei costi e nana nell’utilità. Ed invece siamo stati costretti a subire una riforma truffa, quella Delrio sulle province che ha privato dell’essenziale i territori tranne che per Città Metropolitane. Questo è ingiusto e contrario ai principi della Costituzione dove i cittadini sono tutti uguali e hanno diritto agli stessi servizi.

Dobbiamo rifarci all’idea del Federalismo Liberale di Carlo Cattaneo, senza stravolgere nulla, con l’unione del governo centrale e una serie di governi periferici ampiamente autonomi.

Abbiamo tra le mani uno strumento bellissimo che apre le porte ad un futuro senza nessun bisogno di essere cambiato per la sola volontà di un uomo che ha bisogno di sentirsi da solo al comando. La Costituzione Italiana è uno strumento giovane e bello, ha solo 70 anni, e forse non è mai stato usato nel pieno della sua utilità. Quella americana, così per fare un esempio, ha 230 anni ed è stata modificata soltanto due volte, nel 1920 per dare il diritto di voto alle donne e nel 1971 per il diritto al voto ad iniziare dal 18° anno di età.

Il nostro NO è netto, ragionato e deciso.

NO –perché la nostra Costituzione è uno strumento valido
NO – perché la madre di tutte le riforme si chiama riordino territoriale
NO – perché è l’unico modo per difendere quello che appartiene al popolo, il voto, l’unica maniera decisionale della collettività che non può essere lasciata nelle mani dei poteri forti. La vittoria del Sì sarebbe una sconfitta per il popolo limitando il potere del voto.
NO – perché questo è il referendum di Renzi e dei suoi generali, che l’hanno personalizzato come fosse una prova di forza, una dimostrazione di potenza nei confronti degli altri partiti politici.
NO – perché un Senato non eletto dal popolo ma con il potere di incidere sulla vita politica del paese è antidemocratico, e servirebbe soltanto a rendere più forte quella che possiamo definire la falsa democrazia che è diventata una “demo-dittatura renziana”. Il senato deve essere il senato delle autonomie elettive che con il nostro mosaico istituzionale avrebbe realmente la rappresentanza di tutti i territori in maniera omogenea, in modo da permettere anche alle elezioni alla Camera una maggiore facilità nell’identificazione dei collegi.
NO – perché il nostro modello è il federalismo liberale di Carlo Cattaneo

Lecce, 18 agosto 2016

Paolo Pagliaro
Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia
Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali
Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia