Bisogna dire No a una deforma costituzionale…

18 Ottobre 2016 Bisogna dire No a una deforma costituzionale…

Editoriale pubblicato sul Quotidiano del 18 ottobre 2016

Una riforma costituzionale? No, meglio chiamarla deforma costituzionale, senza troppi complimenti e giri di parole. Il punto però è un altro, poiché si tratta di chiamare i cittadini ad esprimersi per mezzo del Referendum allora bisogna mettere in atto qualsiasi iniziativa di comunicazione per far comprendere che questo imbroglio spacciato per riforma innovativa in realtà di nuovo non ha proprio niente.

Convinti come siamo della necessità di utilizzare gli spazi del confronto pubblico per elevare il livello di consapevolezza e coscienza sociale, siamo stati tra i primi, fin da subito, a volere scendere in campo con la costituzione di un Comitato per il No al Referendum che facesse da motore di propulsione di una serie di iniziative di sensibilizzazione, visto che il Governo ha mostrato tutto l’interesse a non spiegare nel dettaglio e fino in fondo il carattere della sua riforma, contrabbandandola per altamente innovativa, quando invece ci riporta al passato remoto di un pericoloso centralismo.

La riforma renziana non riduce, non semplifica e non farà risparmiare denaro ai cittadini, ecco perché il No convinto e deciso diventa l’ultima chance per conservare il diritto alla sovranità popolare che il presidente del Consiglio, non eletto dal popolo, intende portarci via. Basta con i colpi di mano, adesso è il tempo di un colpo alla testa di una politica strumentale e asservita ad interessi centralistici.
Renzi intende consacrare il suo dissacrante concetto delle Istituzioni attraverso un modello di riforma privo dell’elemento base su cui poggiare la revisione della Costituzione più bella del mondo e cioè la democrazia, quella democrazia che ha dimostrato di non conoscere e di non voler riconoscere.

Non il Parlamento quindi, ma il Governo che appronta la riforma è il primo punto caotico da rigettare, poi la centralizzazione, proprio in un momento storico in cui i territori rivendicano autonomia, quella stessa autonomia riconosciuta dalla carta Costituzionale che il Governo degli impostori pretende di far funzionare a proprio uso e consumo.

Potere centrale che questa riforma accresce a discapito del federalismo su cui poggiano i pilastri della società europea, a cominciare dall’illuminante visione di una società giusta e priva di disuguaglianze profetizzata da Carlo Cattaneo, tema ricorrente nei nostri interventi perché ispirato alla divisione del potere all’insegna di un autonomismo completo in grado di smontare le architetture del malaffare sottraendole alle borghesie politiche ed economiche.

La riforma costituzionale riduce di fatto le occasioni del confronto e allontana la frontiera del superamento del bicameralismo perfetto, creando conflitti tra Stato e Regioni, tra Camera e Senato. Abbiamo davanti agli occhi la possibilità di opporci ad una riforma dettata dal Governo e scaturita da una maggioranza illegittima, perché eletta attraverso una legge elettorale dichiarata incostituzionale; insomma un autentico disastro politico-istituzionale che il premier vuole far passare come una svolta benefica per l’Italia del futuro.

L’Italia del futuro certamente ci sarà, ma sarà quella che arriverà dopo che avremo mandato via Renzi e il suo Governo strampalato.

Paolo Pagliaro
Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia 🇮🇹
Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali
Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia

18.10.16

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